Quando
ho aperto questo blog, ho deciso di lasciare un piccolo spazio
tutto per me. Una dimensione in cui mostrarmi davvero a nudo, libera
dalle costruzioni che quotidianamente mi impongo per evitare che il
mondo delle idee prenda il sopravvento. Sì, perché anche se
all'apparenza posso sembrare una persona estremamente precisa e
meticolosa, questa è solo un'impalcatura che ho costruito negli anni
per fuggire dalla mia indole sognatrice.
Ci
sono stati periodi della mia vita in cui le immagini
prendevano il sopravvento sulla realtà rendendomi sconsolata, perché
consapevole della loro stessa fugacità. Bene, col tempo ho imparato
a controllare la mia immaginazione, dirottandola sulle pagine bianche
di taccuini e quaderni. Quando penso, scrivo. Per questo, la mia
soffitta è piena zeppa di ricordi e pensieri impressi nero su
bianco. Una sorta di tentativo per cercare di fermare nella memoria
quelle immagini che, altrimenti, volerebbero via con l'arrivo di
nuove.
Qualche
sera fa, ho deciso di riprendere in mano un vecchio quaderno:
un bellissimo esemplare dalla copertina rigida, un tempo color
salmone, che oggi emana il gradevole profumo tipico dei libri vecchi.
Sfogliandolo, ho avuto il piacere di rileggere le impressioni che
annotavo durante le letture di testi per me significativi. Una
raccolta di pensieri ed idee nate per caso, stimolate da grandi
autori.
Quindi,
ho deciso di condividere con voi gli appunti che ho scritto
nell'ottobre 2005 leggendo Aline et Valcour del
Marchese de Sade. Un'opera di non facile comprensione, ma chiaramente
rappresentativa del suo artefice. Per quanti di voi non conoscessero
de Sade, vi basti sapere che egli è stato considerato uno dei
massimi esponenti della corrente libertina francese del '700 e che,
per questo, è spesso stato vittima di censure e persecuzioni.
Leggendo
le sue opere, tuttavia, stupisce incontrare dei testi che sono dei
veri e propri trattati storici, antropologici e sociologici
insieme. Insomma, se mai vi capitasse di trovarvi fra le mani il suo
Justine, o le disgrazie della virtù avreste la possibilità
di leggere un'analisi filosofica davvero interessante, capace di
offrire, in modo chiaro e piacevole, un punto di vista controverso e
contro corrente.
Ecco,
allora, che vi faccio aprire il mio quaderno color salmone e vi
regalo questi appunti. Mi scuso fin d'ora per la loro scarsa
qualità letteraria: ho deciso di non modificarli, né revisionarli,
così da offrirvi un quadro attendibile delle mie sensazioni
dell'epoca.
- de Sade scrive: “E' dannoso amare gli uomini, ed è un torto illuminarli.”.
Questo
il mio pensiero: l'amore porta dolore, perché blocca l'individuo in
uno stato di momentaneo torpore, esterno alla realtà, alla natura.
Illuminare gli uomini, mostrare loro la vera essenza delle cose è
errato: solo con la conoscenza si può trovare il modo di
distruggerle.
- de Sade scrive: “La paura è la molla più potente della monarchia.”.
Questo
il mio pensiero: Una forma di governo che voglia mantenere l'ordine
costituito, quale che sia la sua natura, deve poter controllare
l'individuo. La paura ed il meccanismo sanzionatorio sono gli
strumenti che consentono ad un buon governante di dirigere i suoi
sudditi. E gli esseri pensanti?
- de Sade scrive: “L'abitudine di giudicare gli altri rende necessariamente duri e crudeli.”.
Questo
il mio pensiero: in questa frase viene espresso un lampante
paradosso: come può un'azione impostaci dal “paese delle chimere”
renderci una sua stessa costruzione? Se giudicare sta alla base del
nostro mondo, ne è principio fondante, non può trasformarci in una
sua costruzione, la cattiveria.
Nella
natura, dove le cose si rivelano pienamente, senza restrizioni,
l'azione meccanicistica del giudicare non trova spazio, in quanto
ogni individuo si troverà libero nell'agire e nel pensare, avendo
come unico termine di paragone il libero arbitrio personale.
- de Sade scrive: “Matrimonio … e cosa è dunque questo vincolo quando l'amore non lo crea?”.
Questo
il mio pensiero: come il giudizio, il matrimonio è una costruzione
del mondo umano che sancisce l'unione di due individui. Quale forza,
pertanto, lo genera? L'amore forse, o la mera convenienza?
Per
risolvere questo quesito è necessario andare alla fonte e cercare di
comprendere cosa sia l'amore. L'uomo nasce solo al mondo; questa una
costante sia in natura che nella realtà. In natura, però, l'uomo
solo, privo di imposizioni, può affrontare la propria esistenza come
preferisce, scegliendo coscientemente di unirsi ad un altro.
Nel
mondo reale, diversamente, gli individui sono schiacciati dal peso
delle convenzioni che devono osservare per poter sopravvivere. Tutto
ciò risulta complicato ed alienante, pertanto gli uomini si trovano
costretti ad unirsi con altri per tentare di affrontare il possente
muro dell'ordine costituito.
Ma
cos'è dunque l'ordine costituito, chi la creato?
Fin
dall'antichità storica, un uomo di natura, libero, era in grado di
trascorrere un'esistenza lineare ed ordinata, essendo egli stesso a
dettarne i movimenti. Ma, anche in natura, vigeva la crudele regola
del branco secondo cui due sono meglio di uno, tre sono meglio di
due, e così via. La convenienza ha portato gli individui ad unirsi
ed a creare “il paese delle chimere”, dove necessariamente
dovevano esistere le regole.
La
libertà umana è stata, così, limitata affinché il gruppo potesse
esistere. L'unione, dunque, sta alla base del potere costituito ed il
matrimonio ne rappresenta l'indispensabile prosecuzione.
Ne
deriva, pertanto, che nel mondo degli uomini, come nella natura, gli
individui hanno necessità di unirsi, perché le regole pongono
limiti invalicabili al singolo.
Il
matrimonio, dunque, sarebbe la massima rappresentazione della
convenienza, del tangibile bisogno reciproco.
Senza
dimenticare che l'amore, il massimo gesto d'altruismo, è appannaggio
unicamente dell'uomo libero, che in natura vive senza limiti, ponendo
quindi le sue azioni sul piano delle sensazioni.
LETTURE
CONSIGLIATE
Per
approfondire la conoscenza del Marquis de Sade, vi consiglio la
lettura di questa pagina a lui dedicata dalla rivista
culturale La Frusta. Vedrete che, leggendola, le mie parole vi
appariranno più chiare e comprensibili!
E
VOI, COSA NE PENSATE?
Oggi
vi lascio ampia libertà: potete commentare le mie parole, oppure
esprimere il vostro pensiero riguardo i quattro punti trattati.
L'importante è esporsi, sempre!
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