D'accordo.
Questa volta devo proprio ammetterlo: con questo gioco mi sono
davvero complicata le cose da sola! Non che l'intento fosse un altro
ma non credevo che, cercare di risolvere un quesito che io stessa ho
creato, sarebbe stato così difficile. E, invece, devo proprio
riconoscere che la cosa mi è un po' sfuggita di mano.
Elaborare un progetto di comunicazione per un cliente ipotetico con così pochi dati a disposizione non è affatto semplice. Ad ogni modo, io ho lanciato Giochiamo a fare i creativi?, quindi sono io la prima a doverne prendere parte.
Cerco
di ricordarvi brevemente in cosa consiste il gioco: sabato scorso ho
fornito un brief ipotetico col quale un'azienda di calzature
ci chiedeva di elaborare un piano di comunicazione che mirasse ad
aumentare le vendite online ed a rafforzare la conoscenza del marchio
sulla rete. Progetto che doveva fondarsi principalmente sui social
networks e sulla creazione di un blog.
È
proprio da qui che sono partita per creare la mia proposta.
Innanzitutto mi sono chiesta se davvero l'azienda avrebbe avuto
bisogno di essere supportata nella conoscenza del brand sulla rete.
Dopo ardue e fittizie ricerche, mi sono accorta che in realtà sul
web si parla molto di lei. Soprattutto grazie alle fashion blogger,
che apprezzano molto i suoi prodotti.
Per
questo, ho subito capito che l'azienda aveva bisogno sì di aumentare
la brand awarness, ma che per farlo aveva bisogno di un contatto
diretto con le possibili acquirenti. Per questo motivo, il
blog sembrava essere il primo passo da compiere. Già, ma
quale tipo di blog sarebbe stato più utile al nostro cliente? L'idea
del blog aziendale mi è parsa subito banale, scontata e
difficilmente perseguibile.
Meglio
puntare su un progetto innovativo e stimolante: la creazione di un
blog partecipativo sul mondo delle calzature, dal quale
lanciare mode e tendenze. Una vera e propria community di
fashion addicted disposte a condividere le proprie esperienze
d'acquisto e le immagini dei loro outfit preferiti. Insomma, un luogo
dal quale il brand poteva apparire immediatamente rafforzato.
Ma,
come ogni progetto collaborativo in rete, per poter essere realizzato
necessitava di un buon lancio sui social media. Una
campagna che mirasse non tanto a promuovere l'azienda, quanto
piuttosto a far parlare del blog, dei suoi caratteri innovativi e
coinvolgenti. A questo punto vi starete chiedendo dove siano finiti
gli obiettivi aziendali.
In
effetti, queste azioni sembrano all'apparenza non incidere né sulla
conoscenza del marchio, né sulle vendite online. Queste strategie
però, hanno come scopo quello di trasformare l'azienda in una realtà
attenta alla moda ed alle consumatrici, disposta a fornire un
servizio gratuito che stimoli l'aggregazione sociale in rete e la
valorizzazione del Made in Italy.
D'accordo,
fin qui nulla di così complicato. Ma, come collegare l'e-commerce
all'intero progetto? Non lo nego, è stato in questo passaggio che ho
riscontrato le maggiori difficoltà. Sì, perché riuscire a far
apparire un'azienda disinteressata alle vendite promuovendo il suo
shop online è davvero complicato.
La
domanda che mi sono posta è stata: perché un utente dovrebbe
decidere di collegarsi all'e-commerce dell'Azienda X dopo aver
navigato sul suo blog? La risposta non è stata affatto semplice.
Quello che più mi lasciava perplessa era l'idea che costruire una
community sulla moda avrebbe potuto disperdere sensibilmente i
suoi utenti. Quindi, come fare?
La
risposta è nata dopo lunghe meditazioni. Se io fossi una ragazza di
età compresa tra i 18 ed i 30 anni ed avessi la possibilità di far
parte di una community di appassionate di scarpe con la quale
confrontarmi per definire stili e tendenze, vorrei essere ascoltata.
Idea! Perché l'Azienda X non utilizza come laboratorio
interattivo e virtuale il blog? Insomma, se i nuovi modelli
della casa di moda venissero disegnati sulla base delle indicazioni
fornite dalle iscritte alla community di certo queste sarebbero
incentivate ad acquistarle.
Infatti,
quale stilista ti permette di dire la tua opinione e di tenerla per
di più in considerazione per la creazione delle sue calzature.
Finalmente, avevo trovato la chiave giusta su cui lavorare. La parola
d'ordine doveva essere partecipazione. Ed il blog doveva
mirare unicamente a fidelizzare quella fetta di utenti che,
dall'ascolto e l'interazione, si sarebbe sentita considerata ed
apprezzata.
Questa,
forse, poteva essere la chiave di tutto. E, allora, l'intera campagna
si sarebbe dovuta giocare proprio su questo. Una famosa casa di
calzature italiana che punta sul web per entrare in contatto
con il suo pubblico, fornendogli una community in cui
riconoscersi e dalla quale indirizzarla nella definizione dei nuovi
modelli.
Il
meccanismo psicologico è lo stesso che scatta quando qualcuno segue
un nostro consiglio: ci sentiamo appagati, gratificati e siamo
invogliati a sostenere la sua iniziativa. Lo stesso sarebbe accaduto
per l'Azienda X, ne sono certa!
Così
è nato il progetto We Listen dell'Azienda X, una campagna
multimediale mirata ad incentivare l'interazione con gli
utenti del web e la loro iscrizione alla community. In sostanza lo
scopo è molto semplice: più iscritti, più dialogo, più ascolto,
più acquisti. Una formula che credo potrebbe davvero decretare il
successo del nostro cliente sul web.
LETTURE
CONSIGLIATE
Questo
gioco vi ha presi a tal punto che vorreste scrivere il piano di
comunicazione per l'Azienda X, ma vorreste qualche suggerimento in
merito? Ecco un'interessante post di Giovanni Cappellotto che ci
racconta come fare.
E
VOI, COSA NE PENSATE?
Cosa
ne pensate dell'idea che ho sviluppato? D'accordo, vista la mancanza
di dati, non si tratta di un vero e proprio progetto di
comunicazione, ma credete che possa funzionare? Avete critiche o
suggerimenti?
L'idea è buona, ma è reale? Cioè: l'hai creata davvero per un'azienda o l'hai creata virtualmente per la rubrica del blog?
RispondiEliminaIn questo caso, mi sono ispirata ad un lavoro reale (fatto qualche mese fa) che ho adattato alla rubrica del blog.
RispondiEliminaPotresti scrivere un caso studio, in futuro.
EliminaPotrebbe essere una buona idea, ottimo consiglio! Grazie Daniele.
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