Sì, perché io sono una di quelle
persone che sostengono ed amano la natura da sempre! Quindi, vedere
come l'attenzione per il nostro pianeta stia assumendo un ruolo così
centrale, non può che inorgoglirmi. E questa tendenza si sta
affacciando prepotentemente anche nel settore pubblicitario, grazie
al green advertising.
Una forma di pubblicità e di
comunicazione che si manifesta come una scelta
importante e responsabile
fatta da parte di aziende che offrono servizi e/o prodotti
sostenibili – nel pieno rispetto dell'ambiente – o che scelgono
mezzi green per farlo.
E siccome per mestiere mi occupo
proprio di comunicazione e pubblicità, ho deciso di approfondire
l'analisi di questa nuova, interessante possibilità.
Quattro parole sul Green Advertising
Questa nuova frontiera in campo
pubblicitario sta sempre più imponendosi come scelta
responsabile e all'avanguardia. Una scelta capace di garantire
un ritorno notevole, sia in termini di basso impatto ambientale che
di pubblico.
Il successo del green advertising
sta proprio nel fatto che mostra una sensibilità spiccata nel
proporre idee nuove ed originali, impiegando materiali
di riuso o messi a nostra disposizione dalla natura. Insomma, una
forma di comunicazione che non fa male all'ambiente e che aiuta a
riflettere.
In buona sostanza, si tratta di unire
due elementi: la pubblicità e la sensibilizzazione
verso la causa ambientale. Il risultato sono splendide campagne, che
sottolineano come la ricerca di mezzi meno invasivi possa generare
soluzioni innovative e d'impatto.
Nel green advertising
rientrano numerose tipologie di attività: dai graffiti fatti di erba
o muschio, a quelli di sabbia. Senza dimenticare le installazioni di
guerrilla gardening, che si trasformano in vere e
proprie opere dall'influenza virale.
Insomma, non solo una forma di
pubblicità che fa bene all'ambiente e che sancisce (finalmente!)
l'attenzione delle aziende verso questi temi, ma che produce
risultati davvero sorprendenti.
Perché fare green advertising
Siccome sono convinta della forza,
dell'efficacia e dell'importanza di questo tipo di pubblicità, ho
cercato di mettere insieme 5 motivi per cui, a mio avviso, vale la
pena fare green advertising. Ve li illustro!
Fare green advertising
conviene perché:
- È una pubblicità che fa bene all'ambiente.Impiegando mezzi, metodi e strategie a basso impatto ambientale, questa forma di pubblicità può e deve rappresentare una scelta responsabile imprescindibile nello scenario attuale. Una soluzione che può davvero aiutare a ridurre l'inquinamento causato dal comparto pubblicitario, sensibilizzando gli utenti e rendendoli maggiormente consapevoli.
- Offre la possibilità di impiegare nuove idee per comunicare messaggi in modo ragionevole, strizzando un occhio al futuro.Fare pubblicità, lo sappiamo, è fondamentale per le aziende, così come comunicare. Ma se queste possono farlo veicolando messaggi rilevanti ed impiegando materiali e strategie ad impatto zero, il vantaggio non può che essere duplice!
- Stimola un maggiore coinvolgimento emotivo.Il green advertising, infatti, punta a stupire e stimolare con lo scopo di generare effetti virali. Una forma di pubblicità che si gioca, dunque, su due elementi cardine: il passaparola e la capacità di sorprendere.
- Ottiene un impatto maggiore, quindi è più facilmente ricordabile.Insomma, avete presente l'effetto di quegli slogan e jingle che si trasformano in tormentoni capaci di non abbandonarci più? Bene, il green advertising ha lo stesso potere, con una marcia in più! Quella di saper offrire all'utente un'esperienza a tutto tondo, che gli fa vivere emozioni che stimolano la memoria.
- Da all'azienda un vantaggio in termini economici e di reputazione.Infatti, l'impiego di materiali di riuso o, comunque, a basso impatto ambientale consente di risparmiare notevolmente sulle spese pubblicitarie. Inoltre, scegliere di sostenere la causa ambientale fa percepire l'azienda come più responsabile ed attenta, generando un ritorno d'immagine notevole.
Qualche esempio di green advertising
Oggi mi sono permessa di divagare
lievemente, trasformando la nostra rubrica Case Study in un'occasione per presentarvi una forma di pubblicità che sostengo
e seguo con molto interesse. E quale modo migliore se non fornirvi
qualche esempio visivo di quanto appena detto? Ecco, quindi, alcune
campagne famose e memorabili di green advertising.
Ecco un esempio di moss graffiti realizzato da Anne Garforth. La forza e l'immediatezza del messaggio veicolato risultano chiare e facilmente comprensibili grazie alla tecnica impiegata.
Anche McDonald's ha fatto ricorso al green advertising. Nonostante le polemiche che ruotano attorno alla catena di ristoranti, cosa ne pensate di questa forma di comunicazione?
Un disegno in un campo per sponsorizzare la Mini Countryman.
E quale metodo di comunicazione migliore poteva scegliere la casa automobilistica francese per la sua auto elettrica?
Letture consigliate
Per approfondire il tema del green
advertising vi rimando a questo articolo, davvero ben fatto, apparso
sul sito architetturaecosostenibile. Qui troverete tutte le
informazioni sui vari tipi di pubblicità verde, esposte in modo
chiaro e stimolante!
E voi, cosa ne pensate?
Conoscevate il green advertising?
Pensate che questa forma di pubblicità possa davvero rappresentare
una scelta importante per l'ambiente? Avete dubbi in merito?
L'unico problema è che non aumenta il PIL, pur aumentando il benessere... quindi, meglio così, ma ci vorrà molto tempo perché sia sostenuto ad alti livelli.
RispondiEliminaInteressante questo tipo di articolo, sulle varie forme di pubblicità. E anche il tema che hai scelto. Ne avevo sentito parlare e credo che dovrebbe essere seguito da tutti.
RispondiEliminaSto portando avanti una piccola sezione nel blog per unire la scrittura alla tutela dell'ambiente, un piccolo esperimento. Se ognuno facesse qualcosa nel proprio piccolo a favore della natura sarebbe un bel passo avanti.
Beh, l'obiettivo è proprio quello di sensibilizzare le persone verso le problematiche ambientali, così da giungere ad un nuovo modo di intendere la natura.
RispondiEliminaChe anche il settore pubblicitario muova dei passi in questa direzione (seppur con risultati e motivazioni spesso discutibili) credo stia a dimostrare l'urgenza del cambiamento.