Un nuovo giovedì è arrivato e con
esso l'ormai consueto appuntamento col programma Scrivere nel 2013
promosso da Daniele Imperi sul suo blog Penna Blu. Un percorso
davvero stimolante e sorprendente che costringe gli scrittori a
mettersi in contatto con se stessi e la propria attività con lo scopo
di migliorare.
Devo essere sincera, quando ho aderito
a questa iniziativa – individuando le mie tre parole per il 2013
– non avevo affatto idea della direzione in cui mi avrebbe condotta e, a dire il vero, non immaginavo i benefici che ne
avrei tratto.
Per indole sono avvezza a pensare e a
mettere in discussione ogni mia scelta, ogni mia azione, ma mai mi
ero soffermata a riflettere così in profondità su un aspetto
centrale della mia vita, come la scrittura. Col progredire del programma
devo constatare che il fatto di avere questo appuntamento settimanale
con il quale confrontarsi è davvero stimolante. Sì insomma, mi
permette di ritagliarmi un piccolo coin in cui ritirarmi per
un po' e riflettere.
L'appuntamento di oggi lo trovate
illustrato molto chiaramente nel post di Daniele (La tua scrittura in 4 punti), in cui l'autore ci chiede di fissare i quattro
termini che più di tutti rappresentano l'essenza del nostro modo di
scrivere. Un'analisi che parte dalla nostra scrittura e che mira ad
identificarne i principi primi, i quattro pilastri che la sostengono,
sui quali edificare il nostro percorso di crescita.
Precisazione...
Prima di procedere condividendo con voi
i quattro pilastri della mia scrittura, vorrei fare una precisazione
che ritengo sia necessaria affinché la mia partecipazione al
programma appaia più comprensibile. La scorsa settimana, Scrivere nel 2013 ci ha portati a riflettere sul nostro status di
scrittori. In quell'occasione scrissi un post in cui mi tiravo
fuori dalla categoria, così come comunemente intesa.
Il fatto è che, per indole, detesto
definizioni ed etichette e preferisco giocare le mie partite in
solitaria. Quindi, non parlo di me come una scrittrice per evitare di
rientrare all'interno di una categoria – che, peraltro, apprezzo ed
ammiro – in cui mi sentirei costretta e vincolata.
In realtà, però, oltre a lavorare con
le parole come copywriter e redattrice, scrivo. Scrivo
quotidianamente da tempo immemore. Non pubblico i miei lavori –
racconti, poesie, note o riflessioni - per una forma di estremo
pudore, una scelta codarda e profondamente ragionata.
Una scelta che mi porta ad archiviare i
miei scritti, celandoli, perché troppo rappresentativi della mia
essenza più vera. Quella che tento di fuggire da sempre, quella che
solo a pochi è dato di conoscere. Una scelta che sto cercando di
rovesciare e che sarà uno dei fulcri principali del mio prossimo
progetto sul web. Il senso di questa precisazione? Forse nessuno, a
dire il vero. Così hanno proceduto i miei pensieri, e così ho
deciso di condividerli con voi.
I 4 pilastri della mia scrittura
Dovendo riflettere sui quattro punti
che maggiormente caratterizzano la mia scrittura e che ne
rappresentano l'anima più vera e profonda, devo ammettere di aver
riscontrato molte meno difficoltà del previsto! Mi è bastato
impugnare la matita e, quasi di getto, le quattro parole sono state
impresse sul foglio.
Per la prima volta credo di non aver
imbrattato di pensieri disordinati la carta, ma di essere andata
subito dritta al sodo. La motivazione di ciò penso sia da rivenire
in un passaggio del post di Daniele, in cui si fa riferimento ai
quattro punti da individuare come gli elementi naturali della nostra
scrittura.
Spesso mi capita di riflettere per
immagini e sensazioni, quindi non è stato difficile associare ad
ognuno di essi i miei quattro pilastri.
Evasione – Aria
Impalpabile ed effimera come l'aria che
ci circonda invisibile, avverto la necessità di scrivere per fuggire
dalla realtà. Una vera e propria evasione che la mia mente mette in
atto quotidianamente, nel vano tentativo di giungere ad una
pacificazione dei sensi complicata e mortificante.
Fuggire significa, per me, dimostrare
apertamente il mio dissenso, dichiarare la mia volontà di
discostarmi da un mondo che fatico ad apprezzare e nel quale non mi
riconosco. Quando scrivo attorno a me è solo aria, tutto pare
restare sospeso, lontano. E io posso evadere, vivendo di sensazioni
che altrimenti resterebbero celate ed evanescenti.
Esternazione – Acqua
Scrivere è un processo che mi porta a
muovermi fluida e vibrante tra i miei pensieri, le mie emozioni, la
mia essenza. Proprio come l'acqua del fiume, che con i suoi flutti
disegna schizzi vivaci e scomposti nel suo corso. Quindi, scrivere
è un'esperienza che mi porta ad esternare la mia parte più
vera, quella più profonda e movimentata.
È per questo, forse, che tendo a non
rivelare i risultati della mia produzione. Il mero tentativo di
racchiudere ed imbrigliare un'essenza che prepotentemente cerca di
mostrarsi. La chiave, probabilmente, sarà proprio quella di lasciare
libera che la mia scrittura si manifesti con tutta la sua foga,
proprio come l'acqua che non può essere arrestata, ma che va
lasciata libera di fluire.
Devianza – Terra
L'elemento più tangibile della mia
scrittura, quello che più la lega alla realtà, è certamente la
devianza. La mia tendenza a rappresentare le brutture umane, che
cerco di combattere e fuggire nei mondi che costruisco.
In ogni testo che scrivo, sia esso un
racconto o una poesia, finisco sempre per rappresentare la realtà da
cui vorrei evadere. Una sorta di processo di esorcizzazione, che
avviene mediante il riconoscimento e la rappresentazione più cruda,
brutale e fedele delle devianze umane che sono causa per me di timori
e paure.
Ricerca – Fuoco
Veniamo all'elemento più attivo della
mia scrittura, quello che la alimenta costituendone il motore e
l'animo più profondo. La ricerca è da sempre una costante nella mia
vita e nel mio modo di scrivere. Da che ho memoria, sono alla ricerca
di qualcosa. Indago il mondo con occhi cinici e disillusi in cerca di
risposte, di luoghi, di idee e di ispirazioni in cui potermi
manifestare.
E la mia scrittura rispecchia
costantemente questa mia aspirazione. Anzi, potrei affermare che per
me lo stesso atto dello scrivere è ricerca. Un processo che mi aiuta
ad entrare in contatto con la parte più vera di me stessa, in modo
doloroso e – molto spesso – dissacrante. Quale sia il fine ultimo
di questa mia ricerca, in realtà, non so dirlo. Ma è proprio attraverso la scrittura
che ho spesso trovato le risposte che cercavo. Essa, infatti, mi
permette di esprimermi, esplicitando quell'indagine che rappresenta
il fuoco stesso non solo dello scrivere, ma anche della mia
esistenza.
Conclusioni
Anche questo giovedì ho impiegato un
po' del mio tempo riflettendo su me stessa e sulla scrittura, sui
progetti per il 2013 e sulle strade da intraprendere. Al momento non
sono ancora stata capace di individuare con chiarezza la meta finale
di questo percorso, ma credo sia importante affrontarlo pensando al
presente, ai benefici che si possono trarre in questo istante.
Il programma Scrivere nel 2013 è
un'iniziativa a cui penso valga la pena di aderire, se non altro
perché rappresenta un'ottima occasione di confronto con se stessi e
con gli altri scrittori partecipanti. Un bel modo per scoprire realtà
diverse ed affascinanti, modi differenti di percepire e vivere la
scrittura. Perché, a mio avviso, il bello dell'arte è che essa
rappresenta la massima manifestazione dell'individualità del singolo
in un gruppo.
Ottimo articolo, belle anche l'idea di affiancare ai 4 pilastri della scrittura ogni elemento del mondo terreno.
RispondiEliminaGrazie, l'idea è nata in modo molto spontaneo. Così mi sembrava di concretizzare maggiormente i 4 pilastri, di renderli più tangibili.
EliminaCi pensavo anche la volta scorsa. La Cristiana che risponde a scrivere nel 2013 e la Cristiana che scrive i post su come gestire correttamente un blog sembrano due persone diverse :)
RispondiEliminaEh già, l'avevo capito dal tuo commento sai! ;)
EliminaIn effetti, sono una persona piuttosto complicata. Come dico sempre, sono la tesi e l'antitesi di me stessa. Quanto alla sintesi che ne deriva, direi che risulta piuttosto difficile decifrarla!
:) rivolgiamoci a Hegel, ci pensa lui alla sintesi.
EliminaOddio, temo che perfino lui avrebbe avuto delle difficoltà in questo caso! ;)
EliminaSicura? in genere è il contrario: sono gli altri ad avere difficoltà con lui :D ricordo ancora come un incubo la consultazione dei "Lineamenti di filosofia del diritto"...
EliminaPensa che, invece, fu proprio Hegel a rendermi più semplice il superamento dell'esame di Storia delle dottrine politiche! Eh, ma sono complicata te l'ho detto! ;)
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