domenica 20 gennaio 2013

L'uso del corpo della donna nella pubblicità


La questione legata alla pubblicità sessista è un tema di grande attualità che, nonostante le critiche e le posizioni contrarie alla mercificazione del corpo femminile, pare occupare ancora il centro della scena. È di qualche giorno fa la notizia di una copertina del mensile GQ sulla quale è apparso il famoso chef Carlo Cracco, ritratto insieme ad un'avvenente fanciulla seminuda. Fin qui nulla di strano, se pensiamo che la modernità ci ha abituati ad approvare l'impiego del nudo femminile nei media.


Ciò che, invece, ha spinto i lettori della rivista a manifestare la propria perplessità – è la scelta di far posare la ragazza tenendo un pesce in mano. Vista la sua posizione, l'immagine ha lasciato indignate parecchie persone che ne hanno criticato il messaggio allusivo e poco elegante.

Ora, evitando di cadere nella più futile demagogia, quello che cercheremo di fare è capire perché, nonostante le critiche a questo genere di immagini, ancora ci si ritrovi a parlare di questo tema.


Impiego del corpo femminile nelle pubblicità

Vorrei prendere ad esempio questa immagine tratta da una pubblicità del famoso marchio di alcolici Disaronno. Una campagna che ha fatto molto discutere, non tanto per l'immagine scelta, quanto per il messaggio veicolato. Il comparto dell'advertising, infatti, sembra ancora prediligere l'impiego di un certo tipo di nudo femminile, creando slogan ed intere campagne attorno a messaggi allusivi e denigratori nei confronti della figura femminile.

Il problema vero è che questo tipo di pubblicità porta con sé un giudizio di valore del ruolo della donna assolutamente negativo ed aberrante, a tratti antisociale. Una scelta comunicativa strategica, volta a rispondere a precise logiche di consumo.

Fare bella mostra di corpi femminili perfetti e rappresentare la necessità della donna di apparire piacente, ponendola in un ruolo passivo rispetto all'uomo, fa sì che si alimentino delle regole di mercato che fungono da spinta verso un certo tipo di consumo.

Un meccanismo pericoloso che causa spesso conseguenze irreversibili. Insomma, se a noi donne non venisse insegnato di dover apparire piacenti, se non avessimo come riferimenti sociali dei modelli così innaturalmente perfetti passeremmo così tanto tempo ad occuparci del nostro aspetto? Davvero acquisteremmo tutta quella serie di prodotti che servono a migliorare la nostra immagine?

La vanità è certo un elemento caratterizzante l'animo femminile, ma quanto questa asseconda le logiche e gli stereotipi che ci vengono imposti? Personalmente ritengo banale generalizzare, ma la questione necessità certamente di essere affrontata in modo serio. Non si tratta di mero sostegno alla questione femminile, anzi in futuro vi proporrò un'analisi di come venga veicolata la figura maschile nelle pubblicità. Quello che vorrei fare oggi, è riflettere insieme a voi circa l'influenza che l'advertising può esercitare sulla coscienza delle masse.


Riflessioni

Avrete certamente notato come il corpo femminile – normalmente seminudo – venga utilizzato per pubblicizzare una grande vastità di prodotti. L'obiettivo, spesso, è quello di far leva sui possibili acquirenti – soprattutto uomini – attraverso una frammentazione strategica e mirata del corpo della donna.

Un impiego che non solo appare essere discriminatorio, ma che concorre a generare un abbassamento dell'autostima in tutte quelle donne che temono il confronto con le immagini perfette mostrate nelle pubblicità. Un circolo pericoloso che può portare ad intendere la donna come un mero oggetto, generando insicurezze, insoddisfazioni e reazioni dannose.

Ora il punto è: possiamo davvero fare a meno di queste immagini? Se i pubblicitari optassero per soluzioni diverse, i messaggi veicolati avrebbero la stessa forza? Quanto questo tipo di advertising fa male alla società?

Personalmente credo che chi si occupa di comunicazione dovrebbe farlo in maniera responsabile, valutando sempre le conseguenze che il messaggio proposto scaturisce. Il potere di influenza della pubblicità è notevole e farne un impiego consapevole potrebbe aiutare a ridefinire quegli odiosi stereotipi che minano il progredire della moderna società civile.

Pensare a nuovi modi di comunicare la donna attraverso l'advertising potrebbe rappresentare la chiave di volta per un cambiamento profondo nel modo di intendere il ruolo femminile. Un mutamento di rotta che mi auspico possa avvenire, anche attraverso forme di comunicazione più attuali e consapevoli. Vorrei concludere lasciando che siano le immagini a parlare, in modo tale che possiate riflettere coscientemente sulla questione.

 




 Ecco la copertina di GQ che qualche giorno fa è stata oggetto di polemiche. Cosa ne pensate?






 





Provate a guardare questo cartellone pubblicitario senza leggere i testi. Secondo voi, a cosa potrebbe fare riferimento?






Qui il lavoro di copywriter e art director ha generato un risultato che penso non richieda nessun commento. Non trovate?









Letture consigliate

Oggi più che una lettura, vorrei consigliarvi di visionare una board di Pinterest davvero interessante in cui Roberta Milano, grazie all'aiuto di numerosi contributori, sta raccogliendo immagini di pubblicità sessiste che minano l'immagine della donna. Dategli un'occhiata e troverete certo molto materiale interessante su cui riflettere. 


E voi, cosa ne pensate?

Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione sull'impiego della figura femminile nelle pubblicità. Osservando le immagini proposte quali sensazioni provate? Credete anche voi che i canoni femminili mostrati nel comparto advertising andrebbero ridefiniti? In quale modo?

9 commenti:

  1. Come ti avevo accennato, la colpa è di entrambe le parti: i pubblicitari che usano il corpo femminile - e quindi la donna - come oggetto e la donna che si presta a farlo. Quelle donne sono consapevoli di posare per pubblicità ambigue.

    Io personalmente non amo quel tipo di pubblicità, la trovo anzi fastidiosa perché veicola altri messaggi, perché distoglie l'attenzione dal prodotto per farla puntare sul corpo nudo, perché dà ai bambini una visione sbagliata e distorta della donna.

    Chi usa la nudità femminile per creare messaggi pubblicitari significa che non è un professionista, che non è in grado di creare un messaggio che colpisca il cliente per la validità del prodotto.

    Non ci vuole nulla ad attirare l'attenzione del pubblico con l'immagine di una donna nuda. La donna oggetto, comunque, non c'è solo in pubblicità, ma in tutta la televisione: spiegami perché presentatrici e giornaliste devono per forza essere carine o belle, mentre presentatori e giornalisti possono essere dei cessi?

    E lo stesso discorso nel cinema: solo donne bellissime come prime attrici. Ormai è un cliche.

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    1. Vedi Daniele, io penso che un grande problema sia l'aver trasformato la bellezza in un valore, al solo scopo di accondiscendere determinate logiche di mercato. Io ho una figlia, lo sai, e con lei cerco sempre di evitare ogni educazione di genere. Invece di lodarla dicendole "come sei bella!", preferisco sottolineare le sue capacità.

      Purtroppo, tutti i media ci impongono questi modelli femminili, è vero! Per questo parlo di problema sociale. E sì, ci sono donne che si prestano a questo tipo di pubblicità, ma credo che molto giochi il fatto che oggi questa immagine femminile è così ampiamente accettata e diffusa da non essere percepita come fastidiosa.

      Credo che finché ci saranno pubblicitari a cui piace vincere facile col nudo femminile, finché ci verranno proposti certi ideali di genere, allora la situazione non potrà che restare invariata. Per questo mi auspico che si inizi a fare qualcosa, sul serio!

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    2. Hai ragione, certo. Ma anche le donne potrebbero cominciare a non prestarsi più a certi giochi. Però sta' tranquilla che ci saranno sempre donne pronte a vendere il proprio corpo in cambio di soldi. Questa è una realtà. Magari è anche colpa dell'educazione, anzi senz'altro lo è.

      Per agire e contrastare questo status bisogna muoversi in più punti: il cliente la smette di acquistare prodotti pubblicizzati grazie a donne svestite. Io per primo faccio così.
      La legge dovrebbe imporre pubblicità responsabili: quindi basta con l'uso improprio del nudo femminile, poiché è diseducativo e discriminatorio.
      A casa e a scuola bisognerebbe educare.

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    3. Concordo: anche le donne dovrebbero preoccuparsi di non alimentare questo sistema. La questione andrebbe affrontata su più fronti, non sarà facile cambiare questa tendenza!

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  2. La colpa è del maschilismo non ancora scomparso della società, che i pubblicitari (e non solo) si limitano a sfruttare.

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    1. In effetti, il maschilismo è ancora piuttosto diffuso e sfruttarlo è spesso una strategia vincente, capace di generare grandi risultati. Io penso davvero che le cose debbano cambiare! :)

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  3. a me viene il ribrezzo.Pensate ai bambini che guardano la televisione a tutte le ore del giorno..le mie figlie che hanno l'età dei 4 -5 anni vivono in questo momento la scoperta del corpo e il significato tra essere uomo e donna.Tutte le volte che ci sono due che si baciano,una uomo nudo che si alza dalla vasca da bagno con un Ipad per promuovere la compagnia di elettricità "edison"..ma cosa gli può passare per la testa?SCHIFO,SCHIFO,SCHIFO.ma anche Gerry Scotty che fa l'intellettuale in televisione,si presta a cose del genere?
    Adesso non è che voglio fare la bigotta del caso,però vorrei che rifletteste sul lavoro che fanno i benemeriti idioti deficienti..ma dove state portando il mondo?Adesso ci pensa anche internet e youtube a far vacillare le menti dei ragazzi e a indurli al suicidio..VERGOGNATEVI.A parte la cattiveria dei ragazzi che si fanno tra di loro ma voi dovreste vergognarvi che siete pagati per rovinare i giovani e soprattutto la nuova generazione che nasce e cresce con questi falsi idoli..

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    1. Intanto ti ringrazio per aver lasciato il tuo commento.

      In effetti, questo tema è piuttosto delicato. Il pubblicitario e, comunque, tutti i professionisti della comunicazione dovrebbero sempre tenere a mente l'influenza che ciò che producono può avere sulle altre persone. In tutta sincerità, però, non credo che solo a loro si debba additare la colpa di un sistema che fa acqua da tutte le parti!
      Mi spiego: credo che l'educazione dei giovani non passi solo attarverso questo. C'è un mondo in cui essi vivono, dove genitori, insegnanti, amici, relazioni sociali giocano un ruolo fondamentale.
      Certamente questo genere di pubblicità è deprecabile e fortemente lesiva della dignità della persona, nonché potenzialmente pericolosa per le menti più giovani. Una forma di comunicazione assolutamente da condannare e da evitare il più possibile.

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  4. Sono pienamente daccordo con te e trovo spaventosa questa situazione....una cosa che mi chiedo spesso è come possiamo cambiare questa situazione?

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