domenica 24 febbraio 2013

Gambe in affitto: nuova frontiera della pubblicità?

Oggi vorrei riflettere insieme a voi attorno ad un tema piuttosto caldo dell'advertising che, proprio negli ultimi tempi, ha fatto molto discutere sul web. È notizia di questi giorni, infatti, che un'agenzia di comunicazione giapponese avrebbe assoldato un gruppo di giovani ragazze per promuovere alcuni prodotti. Una notizia di per sé poco interessante, se non fosse per il fatto che le promoter in questione sono chiamate ad affittare il proprio corpo per attività promozionali.



Quando al pubblicitario piace vincere facile

Su QuiCopy ci siamo già occupati in precedenza dei temi legati all'utilizzo del corpo femminile in campo pubblicitario, esprimendo il nostro disappunto circa una pratica inutile e detestabile. In realtà avrei voluto evitare di tornare sulla faccenda e oggi avevo già in programmazione un post che mirava ad indagare come il comparto dell'advertising mostra la figura maschile. Ma facendo la mia personale rassegna stampa, qualche giorno fa, mi sono imbattuta in una notizia che mi ha fatto riflettere e ho deciso di modificare la programmazione del blog per condividere con voi i miei pensieri.

Veniamo al dunque. Giorni fa sul web inizia a circolare la notizia secondo la quale una nota agenzia di comunicazione giapponese avrebbe assoldato un nutrito gruppo di giovani ragazze, o meglio le loro gambe, per promuovere alcuni prodotti. Le promoter di queste campagne sembra si siano prestate a farsi imprimere in modo temporaneo sulle cosce delle immagini promozionali che avrebbero l'obbligo di esibire in pubblico, secondo tempistiche precise, condividendo sui social networks le immagini del loro operato.

Una pratica che ci fa riflettere perché, nonostante funzioni dal punto di vista pubblicitario, presenta alcune caratteristiche che ritengo non debbano essere sottovalutate. Innanzitutto, la situazione ci riporta con forza al tema della mercificazione del corpo femminile che, in questo caso, si palesa in maniera evidente con la locazione temporanea delle gambe delle giovani. Una scelta, certo, che queste ragazze operano coscientemente. O forse no?

Il mio timore, leggendo la notizia, è che le ragazze giapponesi che aderiscono a queste campagne siano spinte dall'idea di poter guadagnare soldi facili. Diciamocelo, chi di noi non ci avrebbe fatto un pensierino? Se ci avessero detto che saremmo stati pagati semplicemente per mostrare delle immagini impresse sul nostro corpo, quanti di noi avrebbero accettato?

Ecco, vedete io temo che questa azione pubblicitaria faccia leva proprio su due punti centrali:
  • la convinzione che le donne siano propense ad impiegare il proprio corpo per ottenere un guadagno;

  • la proposta di un lavoro tutto sommato semplice, che consente di guadagnare facendo poco o nulla.

Un aspetto della campagna che, a mio avviso, dovrebbe fare riflettere. L'idea di per se stessa funziona: promuovere un prodotto attraverso un “mezzo” altamente apprezzato e diffuso che consente di ottenere un effetto virale, grazie ad un meccanismo che integra reale e virtuale. Ecco allora che ci ritroviamo nuovamente di fronte a pubblicitari che alimentano meccanismi autodistruttivi, svilendo il ruolo della donna nella società. Un ruolo che, ahimè, noi stesse tendiamo a non valorizzare, a non rispettare come dovremmo.



Gambe in affitto alla pubblicità, perché funziona?

A mio avviso, vale la pena di analizzare questa campagna dal punto di vista pubblicitario perché penso presenti alcuni aspetti rilevanti. Vi siete chiesti perché questa strategia funziona? Io l'ho fatto e ho dedotto 5 motivi principali.

  1. Usa il corpo della donna in modo strategico;

  2. fa leva sulla sensibilità maschile verso un preciso punto femminile;

  3. suscita curiosità;

  4. si basa su un meccanismo altamente virale;

  5. è semplice da gestire, ma garantisce riscontri elevati.

Conclusioni

Questo post non nasce certo con la volontà di fare della sterile polemica, né tanto meno si pone come obiettivo quello di sensibilizzare i lettori su un tema controverso e difficile. In realtà, credo che proprio per la rilevanza di questo argomento sia necessario quanto meno parlarne, discuterne. A volte, penso sia sufficiente stimolare la riflessione per fare in modo che le cose cambino.


Letture consigliate

Per approfondire la questione vi invito a leggere questo articolo che ci spiega meglio i dettagli dell'iniziativa, raccontandoci come anche il famoso gruppo musicale dei Green Day ne abbia approfittato.


E voi, cosa ne pensate?

Cosa pensate di questa trovata pubblicitaria? Secondo voi, perché ha un effetto così virale?

4 commenti:

  1. Non so. Da una parte siamo sempre sul discorso della donna oggetto, dall'altra, almeno dalla foto, l'immagine è appena sopra il ginocchio, quindi non così sensuale/erotica da poter sminuire la figura femminile.

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    1. In effetti credo che il punto non sia tanto la zona in cui l'immagine viene posta, quanto piuttosto il meccanismo dell'intera campagna. Inoltre, c'è un altro aspetto da considerare: quell'area, che a tuo parere non sarebbe sensuale, per i giapponesi lo è eccome. Stando ad un sondaggio, infatti, la zona in questione è stata selezionata proprio perché altamente erotica secondo i nipponici.
      Altrimenti, perché non affittare la fronte o la guancia di una bella ragazza per garantirne una visibilità ancora maggiore? Insomma non è certo una pratica nuova dell'advertising, però quello che più mi preoccupa è il suo effetto virale.

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    2. Non avevo pensato che quella parte potesse essere sensuale per i giapponesi :)
      Sì, direi che hai ragione, se la cosa prende piede ecco che da noi si arriverebbe ad affittare seni e glutei...

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    3. Non so se si arriverebbe a tanto, d'altronde siamo in un paese cattolico :) Certo è che questa pratica fa riflettere.

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