Oggi vorrei riflettere insieme a voi
attorno ad un tema piuttosto caldo dell'advertising
che, proprio negli ultimi tempi, ha fatto molto discutere sul web. È
notizia di questi giorni, infatti, che un'agenzia di comunicazione
giapponese avrebbe assoldato un gruppo di giovani ragazze per
promuovere alcuni prodotti. Una notizia di per sé poco
interessante, se non fosse per il fatto che le promoter in questione
sono chiamate ad affittare il proprio corpo per attività
promozionali.
Quando al pubblicitario piace vincere facile
Su QuiCopy
ci siamo già occupati in precedenza dei temi legati all'utilizzo del
corpo
femminile in campo pubblicitario, esprimendo il nostro
disappunto circa una pratica inutile e detestabile. In realtà avrei
voluto evitare di tornare sulla faccenda e oggi avevo già in
programmazione un post che mirava ad indagare come il comparto
dell'advertising mostra la figura maschile. Ma facendo la mia
personale rassegna stampa, qualche giorno fa, mi sono imbattuta in
una notizia che mi ha fatto riflettere e ho deciso di modificare la
programmazione del blog per condividere con voi i miei pensieri.
Veniamo al dunque. Giorni fa sul web
inizia a circolare la notizia secondo la quale una nota agenzia di
comunicazione giapponese avrebbe assoldato un nutrito gruppo di
giovani ragazze, o meglio le loro gambe, per promuovere alcuni
prodotti. Le promoter di queste campagne sembra si siano prestate a
farsi imprimere in modo temporaneo sulle cosce delle immagini
promozionali che avrebbero l'obbligo di esibire in pubblico, secondo
tempistiche precise, condividendo sui social networks le immagini del
loro operato.
Una pratica che ci fa riflettere
perché, nonostante funzioni dal punto di vista pubblicitario,
presenta alcune caratteristiche che ritengo non debbano essere
sottovalutate. Innanzitutto, la situazione ci riporta con forza al
tema della mercificazione del corpo femminile che, in questo
caso, si palesa in maniera evidente con la locazione temporanea delle
gambe delle giovani. Una scelta, certo, che queste ragazze operano
coscientemente. O forse no?
Il mio timore, leggendo la notizia, è
che le ragazze giapponesi che aderiscono a queste campagne siano
spinte dall'idea di poter guadagnare soldi facili.
Diciamocelo, chi di noi non ci avrebbe fatto un pensierino? Se ci
avessero detto che saremmo stati pagati semplicemente per mostrare
delle immagini impresse sul nostro corpo, quanti di noi avrebbero
accettato?
Ecco, vedete io temo che questa azione
pubblicitaria faccia leva proprio su due punti centrali:
- la convinzione che le donne siano propense ad impiegare il proprio corpo per ottenere un guadagno;
- la proposta di un lavoro tutto sommato semplice, che consente di guadagnare facendo poco o nulla.
Un aspetto della campagna che, a mio
avviso, dovrebbe fare riflettere. L'idea di per se stessa funziona:
promuovere un prodotto attraverso un “mezzo” altamente apprezzato
e diffuso che consente di ottenere un effetto virale, grazie ad un
meccanismo che integra reale e virtuale. Ecco allora che ci
ritroviamo nuovamente di fronte a pubblicitari che alimentano
meccanismi autodistruttivi, svilendo il ruolo della donna nella
società. Un ruolo che, ahimè, noi stesse tendiamo a non
valorizzare, a non rispettare come dovremmo.
Gambe in affitto alla pubblicità, perché funziona?
A mio avviso, vale la pena di
analizzare questa campagna dal punto di vista pubblicitario perché
penso presenti alcuni aspetti rilevanti. Vi siete chiesti perché
questa strategia funziona? Io l'ho fatto e ho dedotto 5 motivi
principali.
- Usa il corpo della donna in modo strategico;
- fa leva sulla sensibilità maschile verso un preciso punto femminile;
- suscita curiosità;
- si basa su un meccanismo altamente virale;
- è semplice da gestire, ma garantisce riscontri elevati.
Conclusioni
Questo post non nasce certo con la
volontà di fare della sterile polemica, né tanto meno si pone come
obiettivo quello di sensibilizzare i lettori su un tema controverso e
difficile. In realtà, credo che proprio per la rilevanza di questo
argomento sia necessario quanto meno parlarne, discuterne. A volte,
penso sia sufficiente stimolare la riflessione per fare in modo che
le cose cambino.
Letture consigliate
Per approfondire la questione vi invito
a leggere questo articolo
che ci spiega meglio i dettagli dell'iniziativa, raccontandoci come
anche il famoso gruppo musicale dei Green Day ne abbia approfittato.
E voi, cosa ne pensate?
Cosa pensate di questa trovata
pubblicitaria? Secondo voi, perché ha un effetto così virale?
Non so. Da una parte siamo sempre sul discorso della donna oggetto, dall'altra, almeno dalla foto, l'immagine è appena sopra il ginocchio, quindi non così sensuale/erotica da poter sminuire la figura femminile.
RispondiEliminaIn effetti credo che il punto non sia tanto la zona in cui l'immagine viene posta, quanto piuttosto il meccanismo dell'intera campagna. Inoltre, c'è un altro aspetto da considerare: quell'area, che a tuo parere non sarebbe sensuale, per i giapponesi lo è eccome. Stando ad un sondaggio, infatti, la zona in questione è stata selezionata proprio perché altamente erotica secondo i nipponici.
EliminaAltrimenti, perché non affittare la fronte o la guancia di una bella ragazza per garantirne una visibilità ancora maggiore? Insomma non è certo una pratica nuova dell'advertising, però quello che più mi preoccupa è il suo effetto virale.
Non avevo pensato che quella parte potesse essere sensuale per i giapponesi :)
EliminaSì, direi che hai ragione, se la cosa prende piede ecco che da noi si arriverebbe ad affittare seni e glutei...
Non so se si arriverebbe a tanto, d'altronde siamo in un paese cattolico :) Certo è che questa pratica fa riflettere.
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