venerdì 22 febbraio 2013

Il verbo #3 - Guida alla Grammatica Italiana di Base

Eccoci ad un nuovo appuntamento con la Guida alla Grammatica Italiana di Base. La scorsa settimana abbiamo fatto il punto sull'uso degli ausiliari. Oggi, invece, proseguiremo analizzando più approfonditamente il verbo e le sue coniugazioni regolari.



Le tre coniugazioni regolari del verbo nella lingua italiana

Come ben sappiamo i verbi regolari possono essere suddivisi in tre grandi coniugazioni, sulla base delle loro desinenze all'infinito. Oggi avevo pensato di proporvi una carrellata delle tre coniugazioni, con tanto di tabelle riepilogative per mettere in luce le desinenze e ripassare insieme l'argomento. In realtà, mentre scrivevo, mi sono posta il problema di capire quanto questo metodo potesse essere efficace.

La mia esperienza in campo accademico e didattico, infatti, mi ha insegnato che non sono solo le regole ad essere importanti. Un ruolo chiave, infatti, è giocato dalle eccezioni, dalle particolarità di una lingua. Questo perché credo siano più facilmente memorizzabili, in quanto permettono di fissare meglio nella mente dei casi specifici.

Quindi ho deciso di costruire il post di oggi proprio attorno le particolarità delle tre coniugazioni. Invece se siete interessati ad una tabella classica, che mostri tutte le desinenze dei verbi regolari, vi rimando a questa pagina.

Prima coniugazione (-are), particolarità

Ecco tre particolarità dei verbi regolari del primo gruppo (quelli che all'infinito terminano in -are) che, a mio avviso, è bene tenere a mente.

  1. I verbi che finiscono in -care o -gare devono aggiungere una h davanti a tutte le desinenze che iniziano per e oppure i, così da lasciare inalterato il suono gutturale della c o della g. esempi di questa particolarità sono i verbi pagare (es. io pago, tu paghi) oppure affrancare (es. egli affranca, tu affranchi).

  2. Situazione diversa con i verbi in -sciare, -giare, -ciare. In questo caso la lettera i non fa realmente parte del tema del verbo, ma serve solo per facilitare la pronuncia. Quindi, essa rimane sempre prima di desinenze che iniziano per a oppure o (es. io lancio, noi mangiamo), ma si elimina prima di e oppure i (es. io mangerei, tu lasci).

  3. Infine, i verbi che terminano in -gnare si coniugano normalmente e richiedono la i solo quando questa fa parte della desinenza (es. io sogno, noi sogniamo).

Seconda coniugazione (-ere), particolarità

La seconda coniugazione mostra molte meno eccezioni rispetto alla precedente. Infatti, in questo caso anche se i verbi che ne fanno parte possono terminare in -ere accentato (come nel caso di temere) o non accentato (come in credere), la loro coniugazione non cambia.

La sola particolarità che mi sento di menzionarvi è quella che riguarda i verbi in -cere e -gere. Nonostante vi sia il rischio che cambi la pronuncia di c e g, la loro coniugazione avviene sempre in modo regolare. Ne sono esempi i verbi vincere (es. io vinco, noi vinciamo) oppure fingere (egli finge, noi fingiamo).

Terza coniugazione (-ire), particolarità

Nel caso della terza coniugazione regolare attiva esiste una particolarità che accomuna moltissimi verbi rientranti in questa categoria. Infatti in diversi casi, quando sulla desinenza non cade l'accento, tra questa e la radice del verbo viene inserito -isc. Questa eccezione, tuttavia, non crea grosse difficoltà e riguarda solo alcune forme del presente di tre modi verbali: l'indicativo, il congiuntivo e l'imperativo. Facciamo l'esempio del verbo finire. Il presente indicativo di questo verbo sarà: io finisco, tu finisci, egli finisce, essi finiscono, io finisca, tu finisca, egli finisca, essi finiscano, finisci, finisca, finiscano.



Letture consigliate

Anche oggi mi sento di consigliarvi un esercizio davvero divertente e utile che ho trovato in rete. Collegandovi a questa pagina, infatti, potrete selezionare un livello di difficoltà e vi verrà richiesto di coniugare alcuni verbi. Beh, a me è servito come ripasso. Sperò lo troverete funzionale anche voi!



E voi, cosa ne pensate?

Quante volte vi capita di avere dei dubbi sulla coniugazione di un verbo? In quei casi, cosa fate: consultate un dizionario, cercate la soluzione sul web o vi affidate a una buona grammatica?

4 commenti:

  1. Credo che sulle coniugazioni non ho mai avuto dubbi, alle elementari ho studiato bene i verbi, vincevo perfino delle gare settimanali :)
    Ho problemi coi congiuntivi, invece, in qualche caso.

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    1. Beh, complimenti! :)
      Anche a me divertiva molto studiare la grammatica. Eh sì, i congiuntivi possono davvero mettere in difficoltà qualche volta.

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  2. di solito non ho molto dubbi sulle coniugazioni, però laureata in lettere sto sempre molto attenta a come scrivo, e tengo sempre a portata di clic sia il dizionario normale che quello dei sinonimi: ritengo che un blog con errori di ortografia e grammatica sia una cosa inguardabile, eppure continuo a leggere strafalcioni come pò, stà, quì e quò, sò e così via, per cui ben vengano post di questo genere!

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    1. Ti ringrazio, sei molto gentile! :)

      In effetti, questa guida alla grammatica italiana di base nasce proprio con l'intento di rivedere quelle nozioni che spesso diamo per scontate. E hai ragione: ci sono fin troppi blog pieni di errori insopportabili!

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