Un nuovo post pomeridiano per mantenere l'impegno preso nel seguire il programma
Scrivere nel 2013, ideato da Daniele Imperi, autore del blog
Penna Blu. Anche quest'oggi, mi si prospetta un duro compito:
quello di definire il mio rapporto con la scrittura.
Io e la scrittura, cosa abbiamo a che fare?
- Come scrittore sai dove stai andando?Domanda spinosissima. Come ho spiegato in questo post, ho qualche reticenza a definirmi una scrittrice o ad attribuirmi qualsivoglia etichetta, ma proverò comunque a dare una risposta sensata. No, non credo di conoscere la direzione verso la quale mi sto muovendo, perché in effetti sono convinta che il punto non sia tanto fissare un traguardo finale, quanto porsi degli step intermedi da raggiungere.È un enorme limite con cui devo fare i conti, ma per indole tendo a non riuscire a pensare nel lungo periodo. Tuttavia, mi sono data degli obiettivi che sto già tentando di perseguire. Dunque, credo di aver fatto qualche passo avanti.
- Hai bene chiara in mente una tua visione del tuo futuro da scrittore?Ancora una volta la risposta è negativa. Il fatto è che considero la scrittura un'arte, secondo l'accezione più aulica del termine. Per questo motivo, ho qualche difficoltà ad intenderla come un mestiere, da pianificare e perseguire secondo logiche prestabilite. Penso piuttosto che essa sia una manifestazione profonda e veritiera di qualcosa innato in noi e che, per questo, non possa essere eccessivamente guidata o inserita all'interno di binari e strettoie. Per essere sincera, non credo sarò mai una scrittrice. Certo, non smetterò di mettere nero su bianco i miei mondi, ma lo farò solo in funzione dell'ispirazione che mi muove. Quindi, non so bene cosa mi riserverà il futuro.
- Oppure scrivi tanto per scrivere senza un traguardo in testa?Sì, questo capita molto spesso. A parte il mio lavoro di copywriter e redattrice, che mi porta ad usare la parola scritta come veicolo di comunicazione, lascio la scrittura creativa libera di manifestarsi secondo le sue logiche innate. Dunque, molto spesso – la maggior parte delle volte, a dire la verità – non mi pongo obiettivi precisi.
- Hai imboccato una strada?Non ancora, credo. Sto cercando di farlo, ma penso che questa attività richieda tempo e dedizione affinché si realizzi. Soprattutto penso sarebbe meglio che fossi dotata di una mente meno contorta, che mi permettesse di vivere serenamente il mio rapporto con la scrittura.
- Cosa stai facendo per costruire la tua carriera da scrittore?Innanzitutto, molto esercizio. Sto ritagliandomi del tempo per scrivere con maggiore costanza e capire quale possa essere effettivamente la mia dimensione come scrittrice, ovvero quale tra le tante tipologie di testi che scrivo sia la più attinente alle mie corde. In secondo luogo, sto lavorando ad un progetto web in cui convoglierà anche la mia passione per la scrittura e che vorrei diventasse il trampolino di lancio per le mie passioni. Un tentativo per svuotare la soffitta di carte e tele e per poter far sentire la mia voce più vera e profonda.
- Che cosa fai per superare le difficoltà?Domanda difficile. In realtà, non sono il tipo di persona che si lascia fermare dagli ostacoli. Quando mi si pongono, li osservo, cerco di analizzarli e di comprendere come superarli. E se questo non fosse possibile, trovo il modo di aggirarli. Mi rendo conto che non sia lodevole, ma in fondo ho un animo da franco tiratore dentro di me!
- Tergiversi ancora con storielle senza un fine preciso da raggiungere?Sì, sempre. Io adoro tergiversare! Credo che, anche se avessi scelto di intraprendere la “carriera” di scrittrice, non riuscirei ad evitarlo. Il punto è che sono convinta che le cose migliori nascano di getto, prepotentemente. Non credo molto nell'arte guidata dalla ragione. Per cui sì, scrivo tantissime storielle senza uno scopo preciso. Quando le vado a rileggere, la maggior parte è bene che restino dove sono. Altre, invece, anche se andrebbero riprese è chiaro, sono interessanti.
La mia visione della scrittura
Il secondo passaggio, richiede una
triplice analisi del mio rapporto con la scrittura: prima dal mio
punto di vista, poi da quello del lettore ed, infine, dalla
prospettiva dei miei lavori.
#1 – Io e la mia scrittura
Imperi suggerisce di partire dall'epilogo, dal traguardo finale a cui tendo come scrittrice per capire
cosa voglio fare davvero. Dunque, in primo luogo vorrei riuscire a
finire e a pubblicare il romanzo a cui mi sto dedicando da qualche
tempo. Secondo poi, mi piacerebbe dare vita, nel modo più fedele
possibile, al progetto web che ho in mente. Infine, vorrei realizzare
un progetto che mira, attraverso il connubio tra diverse forme
d'arte, a sensibilizzare gli individui su temi che mi stanno molto a
cuore, come l'ambiente, la libertà, il diritto d'espressione e la
ricerca della felicità. Una visione banale, forse, ma assolutamente
ridimensionata sulla base dei miei limiti.
#2 – La mia scrittura agli occhi del lettore
In realtà qui posso scrivere ben poco
perché, fin ora, non ho pubblicato nulla se non una manciata di
racconti su questo blog. Comunque, credo che il lettore mi percepisca
così come sono quegli scritti: contraddittori, insicuri e poco
convinti. Questo perché qui ho deciso di pubblicare dei racconti che
risentono fortemente dei miei preconcetti verso me stessa. Non dico
che abbia in serbo progetti migliori, semplicemente più veri e meno
timorosi della loro natura.
#3 – La mia scrittura dalla prospettiva dei miei lavori
Una domanda a cui è piuttosto semplice
rispondere per me. Se parliamo di risultati conseguiti con i miei
lavori, la risposta è pressoché nessuno. In effetti, non ho mai
voluto pubblicare nulla. Il fatto è che credo di avere un rapporto
piuttosto conflittuale con l'arte. So benissimo che è pieno di
scrittori che millantano un'insicurezza destabilizzante, a fronte di
numerose pubblicazioni e partecipazioni a concorsi.
No, non è questo il mio caso. Sono
certamente una persona insicura ed insoddisfatta di sé, ma il punto
è un altro. Ogni volta che mi dedico a un lavoro - sia esso uno
scritto o un dipinto - finiamo per instaurare un rapporto di amore e
odio, che alterna momenti di euforia e soddisfazione, ad altri di
avvilimento e repulsione. Credo sia proprio questa la ragione per la
quale tutte le mie produzioni finiscono ammassate in soffitta. Perché
manifestano in maniera palesemente lampante la mia natura, che fuggo
e detesto da sempre.
La dura realtà delle occasioni perdute
A questo punto avrei dovuto analizzare
le occasioni che ho colto per affermarmi come scrittrice. Ma, nel mio
caso, sarebbe meglio parlare di possibilità perdute e negate. In
realtà non ho mai fatto nulla per mettermi in gioco. Ho sempre
temuto che il mio non essere all'altezza dipendesse da un potente
disequilibrio interiore che mi porta a non avere rispetto del mondo
che alberga dentro di me. Da qui, la scarsa fiducia verso le mie
esternazioni artistiche che da anni vivo come esercizio di
comunicazione e di introspezione, come attività fini a se stesse.
Mi invento come scrittrice, ne siamo certi?
No, non ne siamo certi! Ora dovrei
inventarmi come scrittrice, darmi degli obiettivi, delle motivazioni,
tracciare dei percorsi da seguire. Dunque, oltre agli scopi che ho
indicato poco sopra, non saprei che altro fare. In realtà credo che
scrivere non sia sufficiente. Dovrei smettere di farlo con così
scarsa convinzione e pensare che là fuori, da qualche parte, possa
esistere qualcuno interessato a leggermi. Ma, sinceramente, non so se
e quando questo accadrà.
3 parole magiche
E finalmente, eccoci all'ultimo
esercizio: capire attraverso tre parole, indicate da Imperi sul suo
blog, se io e la scrittura siamo o meno una coppia vincente.
- Considerazione: la scrittura ha certamente una grandissima considerazione nella mia vita. È linfa vitale, strumento mediante il quale tento di esprimermi. Dunque, la sua rilevanza è centrale per la mia esistenza.
- Sacrificio: termine che non amo molto, ma cercherò di non dare troppo peso alle parole! Direi che sacrifico molto del mio tempo e delle mie energie per la scrittura. In primo luogo perché ho scelto di farne una professione – checché se ne dica quello del copywriter è un lavoro che richiede davvero di sporcarsi le mani con l'inchiostro, e non solo! – e anche perché dedico le mie serate quasi esclusivamente a questa attività, oltre che alla pittura. Quindi sottraggo molto tempo a chi invece si meriterebbe la mia attenzione, solo per soddisfare un'esigenza del tutto personale.
- Impegno: cerco certamente di impegnarmi, anche se credo di non riuscire a fare mai abbastanza. Probabilmente avrei dovuto dedicarmi alla scrittura – e all'arte, in generale – al momento giusto, quando dovevo rispondere soltanto di me stessa e potevo gestire il tempo in funzione delle mie voglie. Ma siccome sono convinta che ognuno di noi abbia il diritto di dirsi felice nella propria vita, cerco di fare tutto ciò che mi soddisfa al meglio, anche se il momento non è quello più opportuno.
A questo punto cercherò di rispondere
alla domanda di Imperi: tu e la scrittura siete una coppia vincente?
Non credo, penso piuttosto che il
nostro sia un rapporto che alterni dominio e sottomissione.
Alle volte riesco a controllare la mia necessità di scrivere e a
indirizzarla positivamente, altre volte invece ne sono vittima e non
mi resta che accondiscendere alle sue regole. Una relazione, tutto
sommato, piacevole che si basa su sottili equilibri che tento
faticosamente di non alterare.
Ottimo esercizio, si vede che ti è costato una bella fatica :)
RispondiEliminaTi ringrazio!
EliminaIn effetti è stata dura, ma pensare mi riesce facile e mi aiuta, spero.