domenica 3 febbraio 2013

La pubblicità ingannevole, esempi e riflessioni

Oggi ci occupiamo di un tema che mi sta molto a cuore: la pubblicità ingannevole. Spesso ci capita di essere vittime inconsapevoli di messaggi promozionali tutt'altro che veritieri, capaci di influenzare i nostri consumi grazie a tecniche di comunicazione fuorvianti e strategiche. Per questo, credo sia importante fare il punto sulla situazione e cercare di capire come difendersi.


Pubblicità ingannevole, un esempio

Vi ricordate quello spot della Fiat in cui si incentivava l'acquisto di vetture promettendo il blocco del prezzo della benzina a un euro fino al 2015? Immagino di sì, perché tutti quanti vedendolo forse ci abbiamo fatto un pensierino! Bene, la casa automobilistica è stata sanzionata dall'Antitrust con una multa di 200.000 euro per quella pubblicità, ritenuta ingannevole. 

Lo spot recitava: “Fiat riporta il prezzo a un euro e lo congela fino al 2015”. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, su invito di alcune associazioni di consumatori, ha avviato un'indagine accurata e ha constatato che il messaggio non era corretto. Infatti, la promozione in oggetto riguardava solo un certo quantitativo di carburante a disposizione dell'acquirente su una carta pre caricata. Inoltre, fruire di queste agevolazioni non era così semplice, perché possibile solo nei distributori Ip aderenti all'iniziativa.

L'Antitrust, verificando che lo spot non conteneva queste informazioni fondamentali, ha deciso di sanzionare la famosa casa automobilistica italiana perché l'omissione di queste clausole limitatorie poteva influire sul consumatore, incentivandolo all'acquisto con la promessa di vedere bloccato a un euro il prezzo del carburante per ben tre anni. Una decisione molto importante che mira a tutelare i cittadini dalle pubblicità ingannevoli, dando attuazione alle direttive dell'Unione Europea.


La pubblicità ingannevole, riflessioni

Capire cosa si intenda per pubblicità ingannevole non è difficile. Essa infatti è tale quando contiene dei messaggi erronei e fuorvianti che spingono il consumatore a modificare la sua condotta, incentivandolo all'acquisto del prodotto pubblicizzato. Una tendenza piuttosto diffusa tra i pubblicitari, che mirano a fare della persuasione – anche in negativo – la leva principale su cui puntare.

Oggetto di questo tipo di campagne sono soprattutto i prodotti dimagranti e cosmetici, che spesso promettono risultati irrealizzabili, molto lontani dalla realtà. Ne è un esempio Kilocal, che negli anni ha collezionato tutta una serie di multe da parte dell'Antitrust. Lo stesso vale per numerosi prodotti alimentari, che spesso sono pubblicizzati impiegando messaggi non veritieri al solo scopo di influenzare l'acquisto.

Quotidianamente siamo sottoposti ad una moltitudine di messaggi di questo tipo, quindi come difendersi da essi? È lo stesso Antitrust a spiegarcelo, attraverso un decalogo pratico e utile che indica una serie di suggerimenti da seguire per avere un approccio maggiormente critico alle pubblicità.

Leggendolo si evincono due passaggi fondamentali:
  1. quando vediamo una pubblicità è bene fare attenzione non solo allo slogan, ma anche all'intero corpo del messaggio. Il segreto sta nel leggere anche le scritte più piccole che, molto spesso, contengono informazioni utili circa le condizioni economiche d'acquisto;

  2. se una pubblicità contiene l'indicazione del prezzo del prodotto è buona norma verificare che questo sia comprensivo di tutti gli oneri e le spese accessorie. Lo stesso vale in caso di pagamenti rateizzati, in cui è opportuno controllare tutte le condizioni specifiche del finanziamento.

Personalmente, ritengo che la pubblicità ingannevole sia molto pericolosa, soprattutto sulle menti più giovani e fresche. Bambini e ragazzi sono spesso vittime di queste subdole strategie e meriterebbero di essere tutelati maggiormente. A mio avviso, una buona pubblicità – quella capace di persuadere il destinatario – è fatta di racconti e di emozioni, è capace di entrare in empatia con chi la osserva suscitando in lui ricordi di vita reale.

Come ho già detto in questo post, la persuasione efficace non passa attraverso la mera coercizione, ma anzi la condanna e fa della sincerità la chiave per il successo. Per questo, ritengo che la pubblicità ingannevole dovrebbe essere punita con pene più severe e passare attraverso iter legislativi veloci ed agevoli. Nel prossimo appuntamento con la rubrica Case Study approfondiremo la questione occupandoci della censura pubblicitaria.


Letture consigliate

Oggi vorrei proporvi la lettura di questo articolo di Alessandro Pignatelli che racconta come alcuni grandi marchi alimentari siano stati multati dall'Antitrust per pubblicità ingannevole.  


E voi, cosa ne pensate?

Quando osservate una pubblicità fate attenzione al messaggio veicolato o la subite senza porvi domande? Provate a riflettere ai messaggi promozionali che vi vengono in mente, quanti potrebbero essere considerati ingannevoli?

3 commenti:

  1. Ah, be'... tanto io la pubblicità praticamente non la guardo!

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    Risposte
    1. Ciao Davide!
      Vedi il problema riguarda anche il cartaceo, e non solo. Il fatto è che anche dando poca attenzione alle pubblicità, spesso, ne veniamo influenzati. Per questo credo sia molto importante assumere un atteggiamento critico verso di essa :)

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  2. se mediaset premium pubblicizza sulle reti mediaset che tutte le partite di champion verranno trasmesse sui canali premium, mi faccio abbonamento premium club, poi le trasmette in chiaro su italia1. secondo voi e pubblicita ingannevole ?

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