Oggi ci occupiamo di un tema che mi sta
molto a cuore: la pubblicità ingannevole. Spesso ci capita di essere
vittime inconsapevoli di messaggi promozionali tutt'altro che
veritieri, capaci di influenzare i nostri consumi grazie a tecniche
di comunicazione fuorvianti e strategiche. Per questo, credo sia
importante fare il punto sulla situazione e cercare di capire come
difendersi.
Pubblicità ingannevole, un esempio
Vi ricordate quello spot della Fiat
in cui si incentivava l'acquisto di vetture promettendo il blocco del
prezzo della benzina a un euro fino al 2015? Immagino di sì, perché
tutti quanti vedendolo forse ci abbiamo fatto un pensierino! Bene, la
casa automobilistica è stata sanzionata dall'Antitrust con
una multa di 200.000 euro per quella pubblicità, ritenuta
ingannevole.
Lo spot recitava: “Fiat
riporta il prezzo a un euro e lo congela fino al 2015”.
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, su invito di
alcune associazioni di consumatori, ha avviato un'indagine accurata e
ha constatato che il messaggio non era corretto. Infatti, la
promozione in oggetto riguardava solo un certo quantitativo di
carburante a disposizione dell'acquirente su una carta pre caricata.
Inoltre, fruire di queste agevolazioni non era così semplice, perché
possibile solo nei distributori Ip aderenti all'iniziativa.
L'Antitrust, verificando che lo spot
non conteneva queste informazioni fondamentali, ha deciso di
sanzionare la famosa casa automobilistica italiana perché
l'omissione di queste clausole limitatorie poteva influire sul
consumatore, incentivandolo all'acquisto con la promessa di vedere
bloccato a un euro il prezzo del carburante per ben tre anni. Una
decisione molto importante che mira a tutelare i cittadini dalle
pubblicità ingannevoli, dando attuazione alle direttive dell'Unione
Europea.
La pubblicità ingannevole, riflessioni
Capire cosa si intenda per pubblicità
ingannevole non è difficile. Essa infatti è tale quando contiene
dei messaggi erronei e fuorvianti che spingono il consumatore a
modificare la sua condotta, incentivandolo all'acquisto del prodotto
pubblicizzato. Una tendenza piuttosto diffusa tra i pubblicitari, che
mirano a fare della persuasione – anche in negativo – la leva
principale su cui puntare.
Oggetto di questo tipo di campagne sono
soprattutto i prodotti dimagranti e cosmetici, che spesso promettono
risultati irrealizzabili, molto lontani dalla realtà. Ne è un
esempio Kilocal, che negli anni ha collezionato tutta una
serie di multe da parte dell'Antitrust. Lo stesso vale per numerosi
prodotti alimentari, che spesso sono pubblicizzati impiegando
messaggi non veritieri al solo scopo di influenzare l'acquisto.
Quotidianamente siamo sottoposti ad una
moltitudine di messaggi di questo tipo, quindi come difendersi da
essi? È lo stesso Antitrust a spiegarcelo, attraverso un decalogo pratico e utile che indica una serie di suggerimenti da seguire per
avere un approccio maggiormente critico alle pubblicità.
Leggendolo si evincono due passaggi
fondamentali:
- quando vediamo una pubblicità è bene fare attenzione non solo allo slogan, ma anche all'intero corpo del messaggio. Il segreto sta nel leggere anche le scritte più piccole che, molto spesso, contengono informazioni utili circa le condizioni economiche d'acquisto;
- se una pubblicità contiene l'indicazione del prezzo del prodotto è buona norma verificare che questo sia comprensivo di tutti gli oneri e le spese accessorie. Lo stesso vale in caso di pagamenti rateizzati, in cui è opportuno controllare tutte le condizioni specifiche del finanziamento.
Personalmente, ritengo che la
pubblicità ingannevole sia molto pericolosa, soprattutto sulle menti
più giovani e fresche. Bambini e ragazzi sono spesso vittime di
queste subdole strategie e meriterebbero di essere tutelati
maggiormente. A mio avviso, una buona pubblicità – quella capace
di persuadere il destinatario – è fatta di racconti e di emozioni,
è capace di entrare in empatia con chi la osserva suscitando in lui
ricordi di vita reale.
Come ho già detto in questo post,
la persuasione efficace non passa attraverso la mera coercizione, ma
anzi la condanna e fa della sincerità la chiave per il successo. Per
questo, ritengo che la pubblicità ingannevole dovrebbe essere punita
con pene più severe e passare attraverso iter legislativi veloci ed
agevoli. Nel prossimo appuntamento con la rubrica Case Study
approfondiremo la questione occupandoci della censura pubblicitaria.
Letture consigliate
Oggi vorrei proporvi la lettura di
questo articolo di Alessandro Pignatelli che racconta come
alcuni grandi marchi alimentari siano stati multati dall'Antitrust
per pubblicità ingannevole.
E voi, cosa ne pensate?
Quando osservate una pubblicità fate
attenzione al messaggio veicolato o la subite senza porvi domande?
Provate a riflettere ai messaggi promozionali che vi vengono in
mente, quanti potrebbero essere considerati ingannevoli?
Ah, be'... tanto io la pubblicità praticamente non la guardo!
RispondiEliminaCiao Davide!
EliminaVedi il problema riguarda anche il cartaceo, e non solo. Il fatto è che anche dando poca attenzione alle pubblicità, spesso, ne veniamo influenzati. Per questo credo sia molto importante assumere un atteggiamento critico verso di essa :)
se mediaset premium pubblicizza sulle reti mediaset che tutte le partite di champion verranno trasmesse sui canali premium, mi faccio abbonamento premium club, poi le trasmette in chiaro su italia1. secondo voi e pubblicita ingannevole ?
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