domenica 10 marzo 2013

Il cyberbullismo, un fenomeno da affrontare

In questa domenica vorrei riflettere insieme a voi su un tema differente rispetto a quelli di cui trattiamo di solito. Oggi, infatti, lasceremo da parte le questioni legate all'advertising e alla comunicazione digitale per analizzare un fenomeno molto diffuso in rete che penso valga la pena approfondire: il cyberbullismo.



Il bullismo in rete

Quando parliamo di cyberbullismo facciamo riferimento a tutti quegli atti di bullismo o alle molestie perpetrati attraverso mezzi informatici, come email, blog, social networks, siti web, forum o chat. Un comportamento che di recente è stato oggetto di una ricerca eseguita da Save the Children, dalla quale emergono dati allarmanti.

Stando ad essa, infatti, ben il 72% dei giovani considererebbe il bullismo come il fenomeno sociale più allarmante del momento, molto più pericoloso rispetto al consumo di droghe e alcool. La rilevanza del fenomeno, che ha assunto una diffusione mediatica importante a causa di alcuni spiacevoli fatti di cronaca, ha spinto le istituzioni ad interrogarsi su di esso. Perfino il Ministero dell'Istruzione italiano ha lanciato uno studio specifico sul caso da cui è possibile evincere che ben uno studente su quattro avrebbe compiuto o subito atti di cyberbullismo.

Quelli che emergono da queste indagini sono dati preoccupanti, che rivelano un disagio sociale profondo e consolidato. Infatti, l'atto di cyberbullismo di per se stesso si configura come un tentativo consapevole di denigrare il prossimo, di ottenere la sua emarginazione al fine di recargli un danno che assuma toni e manifestazioni di portata globale.

Il cyberbullismo, infatti, rompe in un certo senso le barriere spazio-temporali delle molestie poste in essere offline. Ed è proprio la potenziale diffusione di queste attività denigratorie che rendono il fenomeno piuttosto invalidante per la vittima costretta a subirlo. In sostanza, esso si manifesta secondo 5 modalità principali:
  1. denigrazione;

  2. molestie;

  3. ricatti;

  4. esclusione;

  5. cyberstalking.

Comportamenti che portano la vittima ad isolarsi per la vergogna e l'umiliazione subiti. Visionando l'infografica della ricerca condotta da Save the Children, infatti, è possibile notare come il cyberbullismo generi conseguenze gravi come la depressione.


Il cyberbullismo, come risolverlo?

Un fenomeno che necessita non solo di essere dibattuto, ma che va affrontato concretamente. Combattere il cyberbullismo, a mio avviso, è possibile solo attraverso un lavoro di concerto ad opera di tre attori principali: la famiglia, la scuola e le istituzioni. Questi dovrebbero unire le proprie forze per giungere ad una educazione collettiva sul fenomeno e sulla sua possibile prevenzione.

Per questo ho cercato di individuare le azioni da intraprendere per avviare questo percorso. Un progetto che ritengo dovrebbe basarsi su 3 direttrici principali.


#1 – Educazione all'utilizzo della rete

L'educazione è quel processo che consente, attraverso il trasferimento di conoscenze, di sviluppare una propria coscienza critica rispetto ad un fatto specifico. In questo senso credo che le scuole assumano un ruolo rilevante che, per poter essere davvero esplicitato, richiede una digitalizzazione del processo di formazione nel nostro paese. Il docente dovrebbe, a mio avviso, comprendere, conoscere, utilizzare e spiegare lo strumento web agli studenti, così che acquisiscano una maggiore consapevolezza dell'ambiente virtuale.

Molto, però, possono e devono fare anche le famiglie che hanno il compito di indagare il lato sociale del web e di insegnare ai propri figli come muoversi all'interno di esso. Infatti, solo attraverso la conoscenza è possibile arrivare ad un utilizzo pulito della rete.

Un impegno che non può non passare attraverso le istituzioni, chiamate in causa nell'ideare e realizzare progetti volti alla sensibilizzazione e informazione dei cittadini all'uso del web.


#2 – Ascolto

Rendersi disponibili all'ascolto significa porsi in una condizione di disponibilità verso il giovane che sia priva di pregiudizi e valutazioni di sorta. Ascoltare per prevenire, combattere e intervenire affinché il fenomeno del cyberbullismo non si diffonda ulteriormente.

Un'azione che le scuole potrebbero portare avanti istituendo specifici sportelli d'aiuto o assemblee e percorsi strutturati, anche grazie al supporto di esperti. Un ascolto che deve avvenire, prima di tutto, in famiglia: l'ambiente sociale in cui il giovane trova modo di esprimere e definire la propria personalità. Il luogo in cui deve potersi sentire libero di dialogare, senza la paura di essere frainteso. Infine le istituzioni che, anche grazie alle forze dell'ordine, dovrebbero cercare di trasmettere l'importanza della denuncia a scopo preventivo.



#3 – Dialogo

Affrontare queste tematiche per discutere della loro pericolosità insieme ai giovani è certamente uno dei primi passi da compiere. Un impegno che può essere portato avanti dalle famiglie insieme alle scuole e alle istituzioni mediante la costruzione di percorsi ad hoc volti non solo a sensibilizzare, ma anche ad informare i ragazzi.



Conclusioni

Personalmente in questi ultimi mesi ho sentito parlare da più fronti dei pericoli della rete, demonizzando questo mezzo di comunicazione e trasformandolo in un ambiente poco controllabile e comprensibile. A mio avviso questo è un atteggiamento assolutamente negativo: non è di certo vietando l'utilizzo di internet ai propri figli che si risolverà il problema del cyberbullismo o di altri correlati all'utilizzo del web.


Quello che credo sia più importante e necessario è conoscere la rete come strumento di condivisione, interazione e socializzazione, al fine di comprenderne le dinamiche e prevenire comportamenti pericolosi. Sinceramente temo che questo fenomeno non verrà risolto nel breve periodo, ma voglio sperare che i tre attori di cui ho parlato poco sopra riescano ad intraprendere i primi passi verso un percorso volto ad affrontarlo consapevolmente.



Letture consigliate

Vi consiglio di leggere questo articolo che ci mostra come la città di Lucca abbia deciso di affrontare il problema del cyberbullismo per avvicinarsi alle vittime. Uno spunto di riflessione che ho trovato interessante e utile.



E voi, cosa ne pensate?

Conoscete il fenomeno del cyberbullismo? Vi è mai capitato di esserne vittime o di prestare il vostro supporto a qualcuno che l'ha subito? Come pensate possa essere risolto? E quali comportamenti dovrebbero essere assunti in rete per difendersi da esso?


Image by: iwanbeijes (stock.xchng)

4 commenti:

  1. Non ho mai partecipato al cyberbullismo, e non l'ho mai subito (anche perché sono troppo grosso). Bisognerebbe educare all'uso della rete, ma bisognerebbe anche insegnare il rispetto ai bulli e probabilmente anche ai genitori dei bulli.

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    1. Ciao Davide,
      Ti ringrazio per il commento. Sono davvero convinta che questo tema andrebbe approfondito e affrontato con le giuste misure.

      E certamente anche i genitori giocano un ruolo fondamentale. Stare a guardare non ha senso, è tempo di agire :)

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  2. Prima di tutto ci vuole l'educazione all'uso della rete, come hai scritto. Per i minori, poi, deve essere obbligatoria la presenza dei genitori quando navigano, non basta l'educazione in questo caso, secondo me. In realtà la maggior parte dei genitori lascia i propri bambini navigare da soli, con tutto ciò che comporta un'esperienza del genere.

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    1. Quella dei minori è una questione delicata perché tendono a sfuggire sempre al controllo dei genitori. Certamente la presenza di questi ultimi è importante, anzi fondamentale (soprattutto nel caso di bambini).

      Diversa è la questione quando si fa riferimento agli adolescenti che devono potersi sentire liberi di esprimersi, senza essere troppo costretti dall'autorità genitoriale. Sì, anche in questo caso l'educazione all'uso del web è importante, ma lo è anche la trasmissione di valori sani da applicare nei processi di socializzazione.

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