Giunti al sesto appuntamento con la
nostra Guida
alla Grammatica Italiana di Base iniziamo ad occuparci del
sostantivo, una parte fondamentale del discorso che credo sia
importante analizzare nel dettaglio. Quindi, dopo aver affrontato le
questioni legate alla fonologia
e ai verbi,
oggi ci concentreremo sui nomi.
Il sostantivo, genere e numero
I sostantivi sono quelle parole che
servono ad indicare esseri viventi, oggetti, fatti, idee o pensieri.
Essi sono classificabili in varie categorie a seconda, per esempio,
del genere (maschile o femminile) e del numero (singolare o plurale).
Tuttavia, è possibile e necessario operare altre distinzioni.
Per questo siamo soliti parlare di nomi
concreti o astratti. I primi indicano, come dice la
parola stessa, qualcosa che esiste realmente e che siamo in grado di
percepire attraverso i sensi (es. fiore, elefante,
camion), mentre i secondi fanno riferimento a idee e pensieri
non tangibili (es. libertà, amore, fiducia).
Fatta questa prima distinzione,
passiamo ora ad analizzare nel dettaglio le questioni legate al
genere e al numero dei nomi.
Il genere dei sostantivi nella lingua italiana
Come sappiamo, il genere dei nomi nella
nostra lingua può essere femminile o maschile, una
distinzione che spesso può causare dubbi e che credo vada
approfondita. Solitamente, il genere di un sostantivo viene stabilito
dall'uso che si fa di quella parola. Basti pensare al termine
automobile che, fino a qualche decennio fa, era maschile.
Quando, però, non siamo in grado di comprenderlo possiamo affidarci
a due indicatori importanti: la terminazione e il significato
della parola.
- SignificatoIndividuare il genere di un sostantivo sulla base del suo significato è piuttosto semplice e quasi scontato, direi. Infatti, i nomi di persone e/o animali che si riferiscono a maschi sono maschili, mentre quelli riferiti ad esemplari di sesso femminile sono femminili, appunto.
- TerminazioneIn italiano i sostantivi possono essere suddivisi in 5 categorie sulla base della loro terminazione, con le relative eccezioni. Vediamole insieme.
- Parole che terminano in -o: principalmente di genere maschile, salvo alcuni casi (come mano o radio che sono, evidentemente, femminili);
- parole che terminano in -a: generalmente femminili, eccetto in rari casi (es. monarca o profeta);
- parole che terminano in -e: che possono essere sia maschili (es. re o cane) che femminili (es. mente o madre);
- parole che terminano in -i, -u oppure vocale accentata: prevalentemente femminili (es. crisi, virtù), possono essere anche maschili (come nel caso di caffè o babau);
- parole che terminano in consonante: quasi tutte maschili (es. bar, sport, film).
NOTA BENE
Quando parliamo di
genere dei sostantivi dobbiamo necessariamente citare altre categorie
molto importanti:
- i nomi di genere comune, ovvero quelli che presentano la stessa forma sia al femminile che al maschile (es. giornalista o nipote);
- i nomi di genere promiscuo, che invece hanno solo una forma possibile e possono essere differenziati in base al sesso solo in modo esplicito (es. giraffa, formica, corvo);
- i nomi indipendenti, cioè quelli che presentano due parole diverse tra loro al maschile e al femminile (es. uomo e donna);
- i nomi mobili, infine, sono quelli che cambiano unicamente la terminazione (es. gatto e gatta, cugino e cugina), anche se in questo caso esistono delle eccezioni che prevedono una modifica anche del tema della parola (es. re e regina, cane e cagna).
Il numero dei sostantivi nella lingua italiana
Quando un nome indica una sola cosa,
idea, persona o oggetto diremo che è singolare; quando,
invece, fa riferimento a due o più elementi parleremo di plurale.
Ancora una volta è possibile suddividere i sostantivi in 5
gruppi, in base alle loro desinenze, per comprendere come formano
il plurale.
- Parole che terminano in -o (principalmente di genere maschile), formano il plurale in: -i (es. capelli), -ii (es. addii), -chi (es. cuochi), -ghi (es. fanghi), -ci (es. eretici), -gi (es. asparagi);
- parole che terminano in -a (generalmente femminili) formano il plurale in: -e (es. sciarpe), -i (es. poeti), -che (es. amiche), -ghe (es. pieghe), -chi (es. duchi), -ghi (es. strateghi), -cie (es. ciliegie), -gie (es. magie), -ce (es. arance), -ge (es. frange);
- parole che terminano in -e (sia maschili che femminili) formano il plurale in: -i (es. docenti, madri), -ie (es. specie);
- parole che terminano in -i, -u oppure vocale accentata (prevalentemente femminili) restano sempre invariate al plurale (es. crisi, tabù, povertà);
- parole che terminano in consonante (quasi tutte maschili) restano sempre invariate al plurale (es. tram, golf, star).
Nomi individuali e collettivi
Un'altra distinzione importante da fare
è quella che riguarda i nomi individuali e collettivi.
I primi sono piuttosto semplici da individuare perché indicano
sempre e solo un oggetto, una persona, un'idea o un pensiero. I
secondi, invece, sono quei nomi che, anche al singolare, fanno
riferimento ad un gruppo, come famiglia, società o
Parlamento.
Questi sostantivi seguono le regole che
già abbiamo citato per la formazione del plurale e per
l'identificazione del genere.
Letture consigliate
Per approfondire le questioni legate ai
nomi collettivi vi consiglio di leggere questa voce
dell'Enciclopedia Treccani Online che ho trovato piuttosto
interessante.
E voi, cosa ne pensate?
Ricordavate tutti i gruppi in cui è
possibile suddividere i sostantivi? Quando dovete scegliere il nome
più appropriato in un vostro scritto vi affidate al dizionario, o vi
basate unicamente sulle vostre conoscenze?
È sempre un piacere leggerti. Auguri per la festa della donna!
RispondiEliminaGrazie Davide, sei sempre molto gentile e carino! :)
EliminaA presto!
Devo ammettere di essere piuttosto fuori allenamento, per quanto riguarda la grammatica: l'ultima volta che l'ho studiata credo sia stato in V ginnasio, cioè nel 1984, devo ammettere che un bel ripasso non fa mai male, anzi!
RispondiEliminaIn effetti riprendere le basi, ogni tanto, aiuta. Questa guida nasce proprio per darmi l'occasione di rivedere insieme a voi la grammatica italiana, uno strumento indispensabile per chi usa la scrittura come canale di comunicazione.
EliminaLe categorie che hai segnalato non le ricordavo per niente, a dire la verità :)
RispondiEliminaBeh, capita, non è poi così grave :)
EliminaÈ chiaro che con l'uso di una lingua un sacco di definizioni e nozioni finiamo per non ricordarle, anche se le applichiamo correttamente.