venerdì 8 marzo 2013

Il sostantivo #1 – Guida alla Grammatica Italiana di Base

Giunti al sesto appuntamento con la nostra Guida alla Grammatica Italiana di Base iniziamo ad occuparci del sostantivo, una parte fondamentale del discorso che credo sia importante analizzare nel dettaglio. Quindi, dopo aver affrontato le questioni legate alla fonologia e ai verbi, oggi ci concentreremo sui nomi.



Il sostantivo, genere e numero

I sostantivi sono quelle parole che servono ad indicare esseri viventi, oggetti, fatti, idee o pensieri. Essi sono classificabili in varie categorie a seconda, per esempio, del genere (maschile o femminile) e del numero (singolare o plurale). Tuttavia, è possibile e necessario operare altre distinzioni.

Per questo siamo soliti parlare di nomi concreti o astratti. I primi indicano, come dice la parola stessa, qualcosa che esiste realmente e che siamo in grado di percepire attraverso i sensi (es. fiore, elefante, camion), mentre i secondi fanno riferimento a idee e pensieri non tangibili (es. libertà, amore, fiducia).

Fatta questa prima distinzione, passiamo ora ad analizzare nel dettaglio le questioni legate al genere e al numero dei nomi.

Il genere dei sostantivi nella lingua italiana

Come sappiamo, il genere dei nomi nella nostra lingua può essere femminile o maschile, una distinzione che spesso può causare dubbi e che credo vada approfondita. Solitamente, il genere di un sostantivo viene stabilito dall'uso che si fa di quella parola. Basti pensare al termine automobile che, fino a qualche decennio fa, era maschile. Quando, però, non siamo in grado di comprenderlo possiamo affidarci a due indicatori importanti: la terminazione e il significato della parola.

  • Significato
    Individuare il genere di un sostantivo sulla base del suo significato è piuttosto semplice e quasi scontato, direi. Infatti, i nomi di persone e/o animali che si riferiscono a maschi sono maschili, mentre quelli riferiti ad esemplari di sesso femminile sono femminili, appunto.
  • Terminazione
    In italiano i sostantivi possono essere suddivisi in 5 categorie sulla base della loro terminazione, con le relative eccezioni. Vediamole insieme.
  1. Parole che terminano in -o: principalmente di genere maschile, salvo alcuni casi (come mano o radio che sono, evidentemente, femminili);

  2. parole che terminano in -a: generalmente femminili, eccetto in rari casi (es. monarca o profeta);

  3. parole che terminano in -e: che possono essere sia maschili (es. re o cane) che femminili (es. mente o madre);

  4. parole che terminano in -i, -u oppure vocale accentata: prevalentemente femminili (es. crisi, virtù), possono essere anche maschili (come nel caso di caffè o babau);

  5. parole che terminano in consonante: quasi tutte maschili (es. bar, sport, film).


NOTA BENE
Quando parliamo di genere dei sostantivi dobbiamo necessariamente citare altre categorie molto importanti:
  • i nomi di genere comune, ovvero quelli che presentano la stessa forma sia al femminile che al maschile (es. giornalista o nipote);

  • i nomi di genere promiscuo, che invece hanno solo una forma possibile e possono essere differenziati in base al sesso solo in modo esplicito (es. giraffa, formica, corvo);

  • i nomi indipendenti, cioè quelli che presentano due parole diverse tra loro al maschile e al femminile (es. uomo e donna);

  • i nomi mobili, infine, sono quelli che cambiano unicamente la terminazione (es. gatto e gatta, cugino e cugina), anche se in questo caso esistono delle eccezioni che prevedono una modifica anche del tema della parola (es. re e regina, cane e cagna).

Il numero dei sostantivi nella lingua italiana

Quando un nome indica una sola cosa, idea, persona o oggetto diremo che è singolare; quando, invece, fa riferimento a due o più elementi parleremo di plurale. Ancora una volta è possibile suddividere i sostantivi in 5 gruppi, in base alle loro desinenze, per comprendere come formano il plurale.
  1. Parole che terminano in -o (principalmente di genere maschile), formano il plurale in: -i (es. capelli), -ii (es. addii), -chi (es. cuochi), -ghi (es. fanghi), -ci (es. eretici), -gi (es. asparagi);

  2. parole che terminano in -a (generalmente femminili) formano il plurale in: -e (es. sciarpe), -i (es. poeti), -che (es. amiche), -ghe (es. pieghe), -chi (es. duchi), -ghi (es. strateghi), -cie (es. ciliegie), -gie (es. magie), -ce (es. arance), -ge (es. frange);

  3. parole che terminano in -e (sia maschili che femminili) formano il plurale in: -i (es. docenti, madri), -ie (es. specie);

  4. parole che terminano in -i, -u oppure vocale accentata (prevalentemente femminili) restano sempre invariate al plurale (es. crisi, tabù, povertà);

  5. parole che terminano in consonante (quasi tutte maschili) restano sempre invariate al plurale (es. tram, golf, star).


Nomi individuali e collettivi

Un'altra distinzione importante da fare è quella che riguarda i nomi individuali e collettivi. I primi sono piuttosto semplici da individuare perché indicano sempre e solo un oggetto, una persona, un'idea o un pensiero. I secondi, invece, sono quei nomi che, anche al singolare, fanno riferimento ad un gruppo, come famiglia, società o Parlamento.

Questi sostantivi seguono le regole che già abbiamo citato per la formazione del plurale e per l'identificazione del genere.


Letture consigliate

Per approfondire le questioni legate ai nomi collettivi vi consiglio di leggere questa voce dell'Enciclopedia Treccani Online che ho trovato piuttosto interessante.


E voi, cosa ne pensate?

Ricordavate tutti i gruppi in cui è possibile suddividere i sostantivi? Quando dovete scegliere il nome più appropriato in un vostro scritto vi affidate al dizionario, o vi basate unicamente sulle vostre conoscenze?

6 commenti:

  1. È sempre un piacere leggerti. Auguri per la festa della donna!

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    1. Grazie Davide, sei sempre molto gentile e carino! :)
      A presto!

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  2. Devo ammettere di essere piuttosto fuori allenamento, per quanto riguarda la grammatica: l'ultima volta che l'ho studiata credo sia stato in V ginnasio, cioè nel 1984, devo ammettere che un bel ripasso non fa mai male, anzi!

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    1. In effetti riprendere le basi, ogni tanto, aiuta. Questa guida nasce proprio per darmi l'occasione di rivedere insieme a voi la grammatica italiana, uno strumento indispensabile per chi usa la scrittura come canale di comunicazione.

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  3. Le categorie che hai segnalato non le ricordavo per niente, a dire la verità :)

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    1. Beh, capita, non è poi così grave :)
      È chiaro che con l'uso di una lingua un sacco di definizioni e nozioni finiamo per non ricordarle, anche se le applichiamo correttamente.

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