venerdì 29 marzo 2013

Il sostantivo #2 – Guida alla Grammatica Italiana di Base

Oggi riprendiamo le fila della nostra Grammatica Italiana di Base con la seconda parte dell'analisi dedicata al sostantivo. Nell'ultimo post abbiamo parlato di genere e numero, e di nomi individuali e collettivi. Oggi concluderemo l'argomento affrontando le questioni legate ai nomi propri e comuni, e a quelli derivati, alterati e composti.



Nomi propri e comuni

Nella lingua italiana i sostantivi possono essere classificati in diverse categorie. Le due principali sono sicuramente quelle dei nomi propri e comuni, una distinzione essenziale e, a dire la verità, piuttosto semplice da evincere.

I nomi comuni sono quelli che si riferiscono a qualsiasi cosa, animale o persona, dunque a una categoria, potremmo dire. Ne sono esempi parole come giorno, sapore, colore, bambino o cane.

I nomi propri, invece, si riferiscono a una cosa, animale o persona in particolare. Per questo vanno sempre indicati con la lettera maiuscola. Ne sono un esempio sostantivi come Paolo, Michele, Antonella, Roma o Natale.

Nota Bene

I sostantivi che indicano i mesi, i giorni e le stagioni andrebbero scritti con l'iniziale minuscola perché non sono dei veri nomi propri. Essi, infatti, si riferiscono a una sorta di categoria che tende a ripetersi ciclicamente. Quindi scriveremo a marzo partirò per il Belgio, febbraio è il mese dell'anno che preferisco oppure l'inverno è una stagione suggestiva.


Nomi derivati e alterati

Un'altra importante distinzione che viene fatta nella lingua italiana è quella tra nomi derivati e alterati. Vediamo di illustrarla dettagliatamente.

I nomi derivati sono quelli che risultano dall'unione di alcune parole con un particolare suffisso. Ne sono un esempio termini come fioritura o eternità.

I nomi alterati sono anch'essi formati dall'unione tra un sostantivo e un suffisso che, però, serve ad indicare una qualità (es. pallone). Questi vengono generalmente ricondotti ad altre quattro categorie:
  • diminutivi, quando fanno riferimento alla piccola dimensione (es. rumorino);

  • vezzeggiativi, quando indicano qualcosa di grazioso (es. boccuccia);

  • accrescitivi, per riferirsi a qualcosa di grandi dimensioni (es. ragazzone);

  • peggiorativi, quando indicano qualcosa di cattivo (es. faticaccia).

Nota Bene

Esistono alcuni nomi alterati che, nell'uso comune della lingua, acquisiscono un significato differente. È il caso di signorina, che non fa riferimento a una signora piccola, ma a una ragazza nubile. Oppure minestrone che non è certo una grande minestra, ma un piatto composto da numerose verdure.


I nomi composti

Sono detti nomi composti quelli nati dall'unione di due o più parole. La loro funzione è quella di offrire a chi parla la possibilità di non utilizzare espressioni lunghe, ma di avere a disposizione un unico termine. Per questo risultano essere piuttosto utili e pratici.

Essi possono derivare dall'unione di:
  1. due sostantivi – es. capocuoco;

  2. un sostantivo e un aggettivo – es. terracotta;

  3. un aggettivo e un sostantivo – es. francobollo;

  4. un verbo e un sostantivo – es. cavatappi;

  5. due verbi – es. saliscendi;

  6. un verbo e un avverbio – es. posapiano;

  7. due avverbi – es. pianoforte.


Letture consigliate

Per approfondire l'argomento e capire come formare il plurale dei nomi composti vi consiglio di leggere questo articolo di Alessandro Scuratti. Il web editor, dal suo Comunicare sul web, ci spiega in maniera chiara e semplice le regole da seguire per non sbagliare!


E voi, cosa ne pensate?

Ricordavate queste classificazioni dei sostantivi? Pensate che sia chiara la distinzione tra nomi alterati e derivati? Vi è mai capitato di avere dei dubbi a riguardo?

8 commenti:

  1. Me la ricordo. Non mi sembra di aver mai avuto dubbi in proposito, ma potrei sbagliarmi...

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    1. Ciao Davide,
      grazie per la visita! :)

      Beh, se è così, significa che hai compreso e interiorizzato la regola. Complimenti!

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  2. Stavolta ero preparato :D
    Molti purtroppo scrivono in maiuscolo i nomi dei mesi e delle stagioni. Per non parlare di quelli che scrivono in maiuscolo anche altre parole, come Internet, ecc.

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    1. Mi fa piacere che fossi preparato! :)

      L'utilizzo della maiuscola, spesso, può creare problemi. In giro si trovano parecchie brutture, ma ci sono anche casi dubbi che richiederebbero ulteriori approfondimenti.

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    2. Mi sfuggono quei casi... magari un prossimo post? ;)

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    3. Magari...

      Al termine della guida mi piacerebbe dedicare una serie di post proprio alle criticità della lingua italiana, ai casi dubbi, quelli che sono passibili di differenti interpretazioni... non so, penso potrebbero essere utili :)

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    4. Certo che sono utili :)
      Ricorda la mia massima: per ogni post che scrivi ce ne sono altri dieci da scrivere :D

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    5. Oddio, non ero preparata alle perle di saggezza di Imperi :)
      Cercherò di ricordarla...

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