Oggi riprendiamo le fila della nostra
Grammatica
Italiana di Base con la seconda parte dell'analisi dedicata al
sostantivo. Nell'ultimo
post abbiamo parlato di genere e numero, e di nomi individuali e
collettivi. Oggi concluderemo l'argomento affrontando le questioni
legate ai nomi propri e comuni, e a quelli derivati, alterati e
composti.
Nomi propri e comuni
Nella lingua italiana i sostantivi
possono essere classificati in diverse categorie. Le due principali
sono sicuramente quelle dei nomi propri e comuni, una distinzione
essenziale e, a dire la verità, piuttosto semplice da evincere.
I nomi comuni sono quelli che si
riferiscono a qualsiasi cosa, animale o persona, dunque a una
categoria, potremmo dire. Ne sono esempi parole come giorno,
sapore, colore, bambino o cane.
I nomi propri, invece, si
riferiscono a una cosa, animale o persona in particolare. Per questo
vanno sempre indicati con la lettera maiuscola. Ne sono un esempio
sostantivi come Paolo, Michele, Antonella, Roma
o Natale.
Nota Bene
I sostantivi che indicano i mesi,
i giorni e le stagioni andrebbero scritti con
l'iniziale minuscola perché non sono dei veri nomi propri.
Essi, infatti, si riferiscono a una sorta di categoria che tende a
ripetersi ciclicamente. Quindi scriveremo a marzo partirò per il
Belgio, febbraio è il mese dell'anno che preferisco
oppure l'inverno è una stagione suggestiva.
Nomi derivati e alterati
Un'altra importante distinzione che
viene fatta nella lingua italiana è quella tra nomi derivati e
alterati. Vediamo di illustrarla dettagliatamente.
I nomi derivati sono quelli che
risultano dall'unione di alcune parole con un particolare suffisso.
Ne sono un esempio termini come fioritura o eternità.
I nomi alterati sono anch'essi
formati dall'unione tra un sostantivo e un suffisso che, però, serve
ad indicare una qualità (es. pallone). Questi vengono
generalmente ricondotti ad altre quattro categorie:
- diminutivi, quando fanno riferimento alla piccola dimensione (es. rumorino);
- vezzeggiativi, quando indicano qualcosa di grazioso (es. boccuccia);
- accrescitivi, per riferirsi a qualcosa di grandi dimensioni (es. ragazzone);
- peggiorativi, quando indicano qualcosa di cattivo (es. faticaccia).
Nota Bene
Esistono alcuni nomi alterati che,
nell'uso comune della lingua, acquisiscono un significato
differente. È il caso di signorina, che non fa
riferimento a una signora piccola, ma a una ragazza nubile. Oppure
minestrone che non è certo una grande minestra, ma un piatto
composto da numerose verdure.
I nomi composti
Sono detti nomi composti quelli
nati dall'unione di due o più parole. La loro funzione è quella di
offrire a chi parla la possibilità di non utilizzare espressioni
lunghe, ma di avere a disposizione un unico termine. Per questo
risultano essere piuttosto utili e pratici.
Essi possono derivare dall'unione di:
- due sostantivi – es. capocuoco;
- un sostantivo e un aggettivo – es. terracotta;
- un aggettivo e un sostantivo – es. francobollo;
- un verbo e un sostantivo – es. cavatappi;
- due verbi – es. saliscendi;
- un verbo e un avverbio – es. posapiano;
- due avverbi – es. pianoforte.
Letture consigliate
Per approfondire l'argomento e capire
come formare il plurale dei nomi composti vi consiglio di leggere
questo articolo
di Alessandro Scuratti.
Il web editor, dal suo Comunicare sul web, ci spiega in maniera
chiara e semplice le regole da seguire per non sbagliare!
E voi, cosa ne pensate?
Ricordavate queste classificazioni dei
sostantivi? Pensate che sia chiara la distinzione tra nomi alterati e
derivati? Vi è mai capitato di avere dei dubbi a riguardo?
Me la ricordo. Non mi sembra di aver mai avuto dubbi in proposito, ma potrei sbagliarmi...
RispondiEliminaCiao Davide,
Eliminagrazie per la visita! :)
Beh, se è così, significa che hai compreso e interiorizzato la regola. Complimenti!
Stavolta ero preparato :D
RispondiEliminaMolti purtroppo scrivono in maiuscolo i nomi dei mesi e delle stagioni. Per non parlare di quelli che scrivono in maiuscolo anche altre parole, come Internet, ecc.
Mi fa piacere che fossi preparato! :)
EliminaL'utilizzo della maiuscola, spesso, può creare problemi. In giro si trovano parecchie brutture, ma ci sono anche casi dubbi che richiederebbero ulteriori approfondimenti.
Mi sfuggono quei casi... magari un prossimo post? ;)
EliminaMagari...
EliminaAl termine della guida mi piacerebbe dedicare una serie di post proprio alle criticità della lingua italiana, ai casi dubbi, quelli che sono passibili di differenti interpretazioni... non so, penso potrebbero essere utili :)
Certo che sono utili :)
EliminaRicorda la mia massima: per ogni post che scrivi ce ne sono altri dieci da scrivere :D
Oddio, non ero preparata alle perle di saggezza di Imperi :)
EliminaCercherò di ricordarla...