Oggi
un'intervista a un social amico a cui tengo particolarmente, Matteo
Piselli (Ibrido Digitale). Per conoscerlo meglio potete leggere il
suo interessantissimo blog,
oppure seguirlo su Twitter,
Facebook,
Google+
o Pinterest.
Questa
volta lascerò che Matteo si presenti così come fece su Wired.
I requisiti per essere definito "ibrido digitale" sono due: essere nato tra il 1970 e il 1978 e l'interesse per ogni innovazione tecnologica. Il segmento temporale ne identifica anche l'istruzione "analogica" accompagnata da un'infanzia, via via sempre più digitale; ha giocato a Space Invaders a 6 anni con 100 lire, ha vissuto la guerra tra Atari e Intellivision, ha visto la prima messa in onda di Goldrake, ha ricevuto il 1° lettore cd Philips per il compleanno, ha assemblato da solo un 386sx.... ed è arrivato oggi a essere un esperto informatico professionista. A 40 anni riesce a parlare con i nativi digitali la lingua di chi è cresciuto con i cartoni animati e i videogiochi, ma sa di essere un personaggio in estinzione e non destinato a un mondo completamente digitale. Mentre scrivo guardo il mio piccolo Nativo Digitale di sei anni, che sfoglia Wired affascinato dai gadget tecnologici e mi tormenta chiedendomi come funzionano con un linguaggio tecnico da far paura e capisco che per me è giunto il momento di addestrare il mio cadetto.
MATTEO
PISELLI 1971, PERUGIA
pubblicato
nella sezione Inbox del numero 08/2010 di Wired
Ecco
cosa ci ha raccontato Matteo...
Nome
Matteo
Piselli
Età
Quasi 42
Dove
abiti
A Perugia,
nella verde Umbria.
Dove
vorresti vivere
In una Perugia
che non c'è più.
Professione
Domanda
difficile. Sono un Consulente informatico, mi occupo di
digitalizzazione di qualunque tipo di documento, di assistenza
hardware e software, di conservazione sostitutiva e di tutto questo
faccio anche formazione.
3
aggettivi per descrivere il tuo lavoro
Impegnativo,
appagante, mutevole.
3
aggettivi per descrivere la tua personalità
Curioso,
estroverso, incontentabile.
3
qualità che vorresti possedere
Mi
piacerebbe essere più ambizioso ed anche più costante e
determinato.
3
difetti che possiedi e che non vorresti
A
volte sono inconcludente.
Non
so dire di no.
A
volte rimando troppo.
La
top 5 delle tue passioni
La
mia principale è certamente la musica, che io ricordi mi ha sempre
accompagnato.
La
seconda è certamente il tennis, sport che seguo e pratico da almeno
30 anni. L'interesse per la tecnologia occupa il terzo posto, ma con
il passare degli anni si sta affievolendo.
La
fotografia è da poco entrata in classifica, ma già mi sta dando
grandi soddisfazioni.
Per
ultima, l'arte contemporanea, che ho sempre respirato in casa e solo
ultimamente ho riscoperto come fonte di appagamento interiore.
La
top 5 dei valori in cui credi
La
famiglia viene prima di tutto e detta ogni mia azione e scelta, anche
lavorativa.
Il
matrimonio, come difficilissimo percorso di crescita interiore da
fare insieme.
L'onestà,
prima di tutto con se stessi.
La
fedeltà, in senso generale, non solamente nei confronti della
moglie.
La
ricerca costante dell'amicizia, in tutte le sue forme.
La
top 5 delle tue paure
Non
essere all'altezza del ruolo di genitore. Come si collocherà mio
figlio nel mondo?
Non
essere in grado di provvedere ai bisogni della mia famiglia.
Assistere
al tempo che passa senza che la saggezza proceda di pari passo con la
vecchiaia.
Vertigini,
soffro di vertigini in modo sconvolgente, (dovrò risolvere questo
problema).
Perdere
improvvisamente quello che già ho, a causa
di una mia debolezza.
I
tuoi obiettivi (personali e professionali)
A
42 anni è difficile parlare di obiettivi, se non in ottica di
consolidamento e miglioramento dello stato attuale, che mi vede
felicemente sposato e genitore, oltre che molto impegnato in
relazioni d'amicizia molto costruttive.
Dal
punto di vista professionale il discorso è diverso, sono sempre
stato un lavoratore autonomo per scelta, per avere la possibilità di
provare, sperimentare, migliorare, ecco vorrei poter continuare il
più a lungo possibile questa scoperta.
I
tuoi sogni (personali e professionali)
Per
i sogni personali, vale un po' ciò che ho detto per gli obiettivi,
l'età mi colloca in una situazione di consolidamento e i miei sogni
sono già proiettati su mio figlio e il suo futuro, che mi sembra
ancora molto nebuloso, oltretutto.
Il
sogno professionale è di aprire un'azienda piena di ragazzi e
ragazze ai quali trasmettere tutte le mie competenze ed esperienze.
Cosa
stai facendo per realizzarli?
I
sogni personali sono legati alla crescita di mio figlio, conto di
realizzarli partecipando il più possibile alla sua educazione e
formazione.
Il
sogno professionale in parte lo sto realizzando, facendo molta
formazione ed aiutando, per quanto mi è possibile, i giovani che mi
chiedono consigli ed appoggio. Devo dire che l'appagamento che si
prova quando si percepisce la gratitudine sincera avvicina moltissimo
l’avverarsi del sogno.
Ok,
ora che abbiamo rotto il ghiaccio, parlaci di te e della tua
professione.
Ti
sei definito un Consulente Informatico, descrivici in modo chiaro e
semplice che cosa significa.
Il
mio è un lavoro di supporto basato sull’esperienza a tutto tondo
nell’ambito dell’informatica e della digitalizzazione. Le aziende
mi consultano sia per allestire e configurare reti di computer, che
per organizzare e gestire la dematerializzazione della carta. Oltre a
questo mi occupo di formazione, riguardante questi ed altri aspetti
legati all’informatica.
Ti
ricordi quando hai scelto di fare questo mestiere?
Nel
mio caso parlare di scelta non è correttissimo, diciamo che ho
trasformato la mia passione per la tecnologia in lavoro, poiché a
metà anni ’90 di esperti informatici smanettoni ce n’erano
pochini, così ero molto richiesto, come
supporto tecnico a molte tipologie di lavoro e se da un lato ho
svolto davvero tante mansioni, dall’altro ho acquisito un bagaglio
d’esperienza sul campo davvero vasto.
Cosa
ti ha spinto a farlo?
Un
giorno ho capito che ero abbastanza bravo
da fare lo smanettone di professione, ma devo dire che non ho mai
amato l’informatica fine a se stessa, per me è sempre stato un
mezzo più che un fine.
Quali
requisiti sono necessari per fare il Consulente Informatico?
È
necessaria davvero tanta esperienza, tante ore sul campo a risolvere
problemi, a parlare con le persone, a mettersi in gioco, dalle mie
parti si direbbe a fare la muffa, ma poi un bel giorno, ti accorgi
che il tuo curriculum è diventato importante ed anche se non ti sei
laureato, non ne hai più bisogno, perché la tua esperienza parla
per te.
Come
fai capire ai clienti di cosa ti occupi?
In
realtà oggi come oggi i clienti mi conoscono già e mi cercano loro,
ma a seconda di quale delle mie competenze
principali debbo presentare, porto con me i lavori svolti presso
altri, non è che siamo in 1.000 a digitalizzare pergamene del 1.200.
Qual
è il progetto a cui hai lavorato che più ti rappresenta?
Il
Cemir.
Nel lontano 2006, una donna straordinaria, che lavorava presso la
Provincia di Perugia, mi contattò come consulente per creare una
delle prime biblioteche digitali italiane, contenente tantissimo
materiale del territorio, sapientemente collegato e catalogato da una
mia allora collega ed amica, che ricopriva il ruolo di bibliotecaria,
siamo stati entrambi partecipi di un grande progetto, che oggi dopo 7
anni ancora vive, nonostante l'età.
C'è
stato un insuccesso che ti ha insegnato qualcosa? Ce lo racconti?
Veramente
ben più di uno, ma il principale è sicuramente la mancata laurea.
Avere dato 2/3 degli esami senza aver concluso il percorso, non
avendo ora la possibilità di completarlo, visto che è stato
ritirato è stato un gravissimo errore, che ho pagato caro alcune
volte. Oggi ormai avendo quasi 20 anni d’esperienza documentata,
posso insegnare ugualmente, ma i primi tempi, ero veramente a corto
di titoli.
Ed
il successo che più ti ha gratificato?
Sicuramente
l’apprezzamento dei miei studenti cassaintegrati. Lo scorso anno ho
svolto più di 500 ore di formazione ed i risultati ottenuti da
queste persone, oltre alla stima che mi hanno mostrato, non è
neanche spiegabile.
Hai
fatto tutto da solo o sei stato aiutato da qualcuno?
Da
un punto di vista tecnico direi che ho fatto tutto da solo, ma da
quello umano e relazionale, direi di no. A parte la famiglia, ho
avuto un paio di mentori che mi hanno inserito ed insegnato a
comportarmi con il lavoro e con chi ne fa parte. Tengo a precisare
che in entrambi i casi si tratta di donne.
Come
organizzi il tuo lavoro?
In
maniera molto ordinata, anche perché mia moglie subisce un orario
altamente rigido e mio figlio lo stesso, quindi io sono costretto ad
adattarmi alle loro esigenze. In questo modo posso dover lavorare la
notte, la domenica a Natale, ma per me non è mai stato un problema.
Raccontaci
la tua giornata lavorativa tipo.
Questa
dipende molto dai periodi, ma parlando di
oggi:
Dal
lunedì al giovedì mi alzo alle 7,00, con tutta la famiglia,
accompagno Lory a scuola e vado tutta la mattina a fare consulenza in
un negozio d’informatica. Il pomeriggio digitalizzazione pergamene,
venerdì e sabato mattina lezione di tecniche di digitalizzazione
applicate all’archivistica e alla biblioteconomia.
Come
riesci ad ottenere nuovi incarichi?
Diciamo
che gli incarichi base non mancano mai, ormai ho una mia clientela
che mi offre sempre lavoro a sufficienza. Per quanto riguarda nuovi
esperimenti, ho iniziato ad occuparmi un po’ più seriamente di
Social Media, per capire se possono essere un mezzo adatto ad offrire
i miei servizi.
La
formula per il successo l'hai già scoperta? Hai voglia di
condividerla con noi?
Dipende
che intendi per successo. Quello economico direi di no, quello
dell’appagamento professionale sì: ormai sono sufficientemente
apprezzato nel mio lavoro e non mi manca praticamente mai un
incarico, semmai ne ho troppi.
Quali
suggerimenti ti sentiresti di dare ad un Consulente Informatico alle
prime armi?
Studia,
studia, studia! Poi quando pensi di aver imparato tutto, inizia ad
imparare dagli altri con assoluta disponibilità ed umiltà. Non
essere mai arrogante e presuntuoso, un freelance non è protetto
dall'azienda, il modo di porsi è fondamentale per ottenere
incarichi.
Sei
stato scelto come protagonista delle interviste di QuiCopy perché
ritenuto membro autorevole della comunicazione sul web. Cosa pensi di
questo blog e perché hai deciso di fare questa chiacchierata?
Perché
qualche tempo fa ho notato su Twitter una nuova follower, una giovane
freelance che si affacciava online presentando il proprio blog e come
sempre vi ho dato un'occhiata. Ho letto qualche articolo e sono
rimasto colpito dall’ordine e dal metodo adottati nei post, segno
evidente di grande preparazione. Poi ho iniziato ad interloquire con
questa giovane ed ho scoperto una persona pronta ad ascoltare e a
migliorarsi ed infatti in pochi mesi è davvero migliorata. La
persona eri tu ed il blog era questo.
Mi
presento: sono il marketing manager di un'azienda che si occupa di
telecomunicazioni, piacere! Quali pensi che siano le strategie di
comunicazione sul web irrinunciabili per un'impresa?
In
realtà io non possiedo competenze specifiche, derivanti da studio
approfondito della materia, ho imparato a conoscere i social media
sul campo, ma forse qualcosa ho imparato. La
strategia deve puntare ad un obiettivo, il sito web in genere, che
deve essere curato e con il marchio ben riconoscibile. I social media
devono essere utilizzati solamente se veramente necessari, non
bisogna abitarli per forza tutti, ma quelli utilizzati devono seguire
la metrica giusta, non devono vendere direttamente, il loro scopo è
e deve essere solo quello di interagire e se possibile far conoscere.
La strategia deve essere ordinata e consistente, basata anche
sull’analisi e lo studio delle statistiche, ma l’aspetto più
importante sarà sempre legato alla cura delle relazioni, esattamente
come accade nel mercato tradizionale.
Quale
pensi che sarà il futuro della comunicazione online?
Il
futuro, ma già il presente, ci mostra uno scenario nel quale le
persone si affidano ai social network per fare le proprie scelte di
spesa. Un’azienda non pronta a cogliere quest’opportunità è
destinata a perdere grosse fette di mercato.
Quale
posto troveranno i freelance in questo scenario futuristico?
Nell’ambito
della comunicazione, i freelance saranno molto preziosi, in quanto, a
differenza dei lavoratori dipendenti legati ad una sola azienda, si
troveranno a dover reinventare ogni volta nuove strategie, in nuovi
ambienti e mercati. Il bagaglio d’esperienza derivante li renderà
molto duttili e adattabili a qualunque esigenza del cliente.
Un'ultima
domanda: che cos'è per te la felicità?
Per
me la felicità è quando il cuore ti batte forte senza controllo,
può derivare da tante cose, dalla famiglia, dall’amicizia,
dall’amore, dal riconoscimento nel lavoro…..
L'intervista
è finita! Grazie mille per il tuo contributo. Fare la tua conoscenza
è stato davvero piacevole ed il tuo contributo sarà utile ai
lettori di QuiCopy. Ora che ti conosciamo, ti terremo d'occhio! A
presto.
Letture consigliate
Per
conoscere meglio Ibrido Digitale potete leggere questo post
in cui illustra il progetto Co-winning® al
quale partecipa attivamente. Un'iniziativa che la dice lunga sulla
personalità di Matteo e la sua estrema disponibilità ad intessere
relazioni sincere anche sulla rete.
E voi, cosa ne pensate?
Probabilmente
molti di voi conosceranno già Matteo, altri invece no. Insomma, cosa
ne pensate di questo Ibrido Digitale? Siete d'accordo con lui quando
parla del futuro della comunicazione?
Non conoscevo Matteo. Sui social network ha ragione, le aziende, oltre a cogliere questa opportunità, dovrebbero monitorare i vari social per conoscere cosa pensa la gente dei loro prodotti.
RispondiEliminaTi ringrazio per il commento :)
EliminaMatteo è una persona davvero speciale e il suo modo di utilizzare i social, instaurando dei legami veri che vanno oltre la rete, è assolutamente coinvolgente!