lunedì 4 marzo 2013

Quattro Chiacchiere con... Matteo Piselli

Oggi un'intervista a un social amico a cui tengo particolarmente, Matteo Piselli (Ibrido Digitale). Per conoscerlo meglio potete leggere il suo interessantissimo blog, oppure seguirlo su Twitter, Facebook, Google+ o Pinterest.

Questa volta lascerò che Matteo si presenti così come fece su Wired.

I requisiti per essere definito "ibrido digitale" sono due: essere nato tra il 1970 e il 1978 e l'interesse per ogni innovazione tecnologica. Il segmento temporale ne identifica anche l'istruzione "analogica" accompagnata da un'infanzia, via via sempre più digitale; ha giocato a Space Invaders a 6 anni con 100 lire, ha vissuto la guerra tra Atari e Intellivision, ha visto la prima messa in onda di Goldrake, ha ricevuto il 1° lettore cd Philips per il compleanno, ha assemblato da solo un 386sx.... ed è arrivato oggi a essere un esperto informatico professionista. A 40 anni riesce a parlare con i nativi digitali la lingua di chi è cresciuto con i cartoni animati e i videogiochi, ma sa di essere un personaggio in estinzione e non destinato a un mondo completamente digitale. Mentre scrivo guardo il mio piccolo Nativo Digitale di sei anni, che sfoglia Wired affascinato dai gadget tecnologici e mi tormenta chiedendomi come funzionano con un linguaggio tecnico da far paura e capisco che per me è giunto il momento di addestrare il mio cadetto.
MATTEO PISELLI 1971, PERUGIA

pubblicato nella sezione Inbox del numero 08/2010 di Wired

Ecco cosa ci ha raccontato Matteo...



Nome
Matteo Piselli

Età
Quasi 42

Dove abiti
A Perugia, nella verde Umbria.

Dove vorresti vivere
In una Perugia che non c'è più.

Professione
Domanda difficile. Sono un Consulente informatico, mi occupo di digitalizzazione di qualunque tipo di documento, di assistenza hardware e software, di conservazione sostitutiva e di tutto questo faccio anche formazione.

3 aggettivi per descrivere il tuo lavoro
Impegnativo, appagante, mutevole.

3 aggettivi per descrivere la tua personalità
Curioso, estroverso, incontentabile.

3 qualità che vorresti possedere
Mi piacerebbe essere più ambizioso ed anche più costante e determinato.

3 difetti che possiedi e che non vorresti
A volte sono inconcludente.
Non so dire di no.
A volte rimando troppo.

La top 5 delle tue passioni
La mia principale è certamente la musica, che io ricordi mi ha sempre accompagnato.
La seconda è certamente il tennis, sport che seguo e pratico da almeno 30 anni. L'interesse per la tecnologia occupa il terzo posto, ma con il passare degli anni si sta affievolendo.
La fotografia è da poco entrata in classifica, ma già mi sta dando grandi soddisfazioni.
Per ultima, l'arte contemporanea, che ho sempre respirato in casa e solo ultimamente ho riscoperto come fonte di appagamento interiore.

La top 5 dei valori in cui credi
La famiglia viene prima di tutto e detta ogni mia azione e scelta, anche lavorativa.
Il matrimonio, come difficilissimo percorso di crescita interiore da fare insieme.
L'onestà, prima di tutto con se stessi.
La fedeltà, in senso generale, non solamente nei confronti della moglie.
La ricerca costante dell'amicizia, in tutte le sue forme.

La top 5 delle tue paure
Non essere all'altezza del ruolo di genitore. Come si collocherà mio figlio nel mondo?
Non essere in grado di provvedere ai bisogni della mia famiglia.
Assistere al tempo che passa senza che la saggezza proceda di pari passo con la vecchiaia.
Vertigini, soffro di vertigini in modo sconvolgente, (dovrò risolvere questo problema).
Perdere improvvisamente quello che già ho, a causa di una mia debolezza.

I tuoi obiettivi (personali e professionali)
A 42 anni è difficile parlare di obiettivi, se non in ottica di consolidamento e miglioramento dello stato attuale, che mi vede felicemente sposato e genitore, oltre che molto impegnato in relazioni d'amicizia molto costruttive.
Dal punto di vista professionale il discorso è diverso, sono sempre stato un lavoratore autonomo per scelta, per avere la possibilità di provare, sperimentare, migliorare, ecco vorrei poter continuare il più a lungo possibile questa scoperta.

I tuoi sogni (personali e professionali)
Per i sogni personali, vale un po' ciò che ho detto per gli obiettivi, l'età mi colloca in una situazione di consolidamento e i miei sogni sono già proiettati su mio figlio e il suo futuro, che mi sembra ancora molto nebuloso, oltretutto.
Il sogno professionale è di aprire un'azienda piena di ragazzi e ragazze ai quali trasmettere tutte le mie competenze ed esperienze.

Cosa stai facendo per realizzarli?
I sogni personali sono legati alla crescita di mio figlio, conto di realizzarli partecipando il più possibile alla sua educazione e formazione.
Il sogno professionale in parte lo sto realizzando, facendo molta formazione ed aiutando, per quanto mi è possibile, i giovani che mi chiedono consigli ed appoggio. Devo dire che l'appagamento che si prova quando si percepisce la gratitudine sincera avvicina moltissimo l’avverarsi del sogno.

Ok, ora che abbiamo rotto il ghiaccio, parlaci di te e della tua professione.
Ti sei definito un Consulente Informatico, descrivici in modo chiaro e semplice che cosa significa.
Il mio è un lavoro di supporto basato sull’esperienza a tutto tondo nell’ambito dell’informatica e della digitalizzazione. Le aziende mi consultano sia per allestire e configurare reti di computer, che per organizzare e gestire la dematerializzazione della carta. Oltre a questo mi occupo di formazione, riguardante questi ed altri aspetti legati all’informatica.

Ti ricordi quando hai scelto di fare questo mestiere?
Nel mio caso parlare di scelta non è correttissimo, diciamo che ho trasformato la mia passione per la tecnologia in lavoro, poiché a metà anni ’90 di esperti informatici smanettoni ce n’erano pochini, così ero molto richiesto, come supporto tecnico a molte tipologie di lavoro e se da un lato ho svolto davvero tante mansioni, dall’altro ho acquisito un bagaglio d’esperienza sul campo davvero vasto.

Cosa ti ha spinto a farlo?
Un giorno ho capito che ero abbastanza bravo da fare lo smanettone di professione, ma devo dire che non ho mai amato l’informatica fine a se stessa, per me è sempre stato un mezzo più che un fine.

Quali requisiti sono necessari per fare il Consulente Informatico?
È necessaria davvero tanta esperienza, tante ore sul campo a risolvere problemi, a parlare con le persone, a mettersi in gioco, dalle mie parti si direbbe a fare la muffa, ma poi un bel giorno, ti accorgi che il tuo curriculum è diventato importante ed anche se non ti sei laureato, non ne hai più bisogno, perché la tua esperienza parla per te.

Come fai capire ai clienti di cosa ti occupi?
In realtà oggi come oggi i clienti mi conoscono già e mi cercano loro, ma a seconda di quale delle mie competenze principali debbo presentare, porto con me i lavori svolti presso altri, non è che siamo in 1.000 a digitalizzare pergamene del 1.200.

Qual è il progetto a cui hai lavorato che più ti rappresenta?
Il Cemir. Nel lontano 2006, una donna straordinaria, che lavorava presso la Provincia di Perugia, mi contattò come consulente per creare una delle prime biblioteche digitali italiane, contenente tantissimo materiale del territorio, sapientemente collegato e catalogato da una mia allora collega ed amica, che ricopriva il ruolo di bibliotecaria, siamo stati entrambi partecipi di un grande progetto, che oggi dopo 7 anni ancora vive, nonostante l'età.

C'è stato un insuccesso che ti ha insegnato qualcosa? Ce lo racconti?
Veramente ben più di uno, ma il principale è sicuramente la mancata laurea. Avere dato 2/3 degli esami senza aver concluso il percorso, non avendo ora la possibilità di completarlo, visto che è stato ritirato è stato un gravissimo errore, che ho pagato caro alcune volte. Oggi ormai avendo quasi 20 anni d’esperienza documentata, posso insegnare ugualmente, ma i primi tempi, ero veramente a corto di titoli.

Ed il successo che più ti ha gratificato?
Sicuramente l’apprezzamento dei miei studenti cassaintegrati. Lo scorso anno ho svolto più di 500 ore di formazione ed i risultati ottenuti da queste persone, oltre alla stima che mi hanno mostrato, non è neanche spiegabile.

Hai fatto tutto da solo o sei stato aiutato da qualcuno?
Da un punto di vista tecnico direi che ho fatto tutto da solo, ma da quello umano e relazionale, direi di no. A parte la famiglia, ho avuto un paio di mentori che mi hanno inserito ed insegnato a comportarmi con il lavoro e con chi ne fa parte. Tengo a precisare che in entrambi i casi si tratta di donne.

Come organizzi il tuo lavoro?
In maniera molto ordinata, anche perché mia moglie subisce un orario altamente rigido e mio figlio lo stesso, quindi io sono costretto ad adattarmi alle loro esigenze. In questo modo posso dover lavorare la notte, la domenica a Natale, ma per me non è mai stato un problema.

Raccontaci la tua giornata lavorativa tipo.
Questa dipende molto dai periodi, ma parlando di oggi:
Dal lunedì al giovedì mi alzo alle 7,00, con tutta la famiglia, accompagno Lory a scuola e vado tutta la mattina a fare consulenza in un negozio d’informatica. Il pomeriggio digitalizzazione pergamene, venerdì e sabato mattina lezione di tecniche di digitalizzazione applicate all’archivistica e alla biblioteconomia.

Come riesci ad ottenere nuovi incarichi?
Diciamo che gli incarichi base non mancano mai, ormai ho una mia clientela che mi offre sempre lavoro a sufficienza. Per quanto riguarda nuovi esperimenti, ho iniziato ad occuparmi un po’ più seriamente di Social Media, per capire se possono essere un mezzo adatto ad offrire i miei servizi.

La formula per il successo l'hai già scoperta? Hai voglia di condividerla con noi?
Dipende che intendi per successo. Quello economico direi di no, quello dell’appagamento professionale sì: ormai sono sufficientemente apprezzato nel mio lavoro e non mi manca praticamente mai un incarico, semmai ne ho troppi.

Quali suggerimenti ti sentiresti di dare ad un Consulente Informatico alle prime armi?
Studia, studia, studia! Poi quando pensi di aver imparato tutto, inizia ad imparare dagli altri con assoluta disponibilità ed umiltà. Non essere mai arrogante e presuntuoso, un freelance non è protetto dall'azienda, il modo di porsi è fondamentale per ottenere incarichi.

Sei stato scelto come protagonista delle interviste di QuiCopy perché ritenuto membro autorevole della comunicazione sul web. Cosa pensi di questo blog e perché hai deciso di fare questa chiacchierata?
Perché qualche tempo fa ho notato su Twitter una nuova follower, una giovane freelance che si affacciava online presentando il proprio blog e come sempre vi ho dato un'occhiata. Ho letto qualche articolo e sono rimasto colpito dall’ordine e dal metodo adottati nei post, segno evidente di grande preparazione. Poi ho iniziato ad interloquire con questa giovane ed ho scoperto una persona pronta ad ascoltare e a migliorarsi ed infatti in pochi mesi è davvero migliorata. La persona eri tu ed il blog era questo.

Mi presento: sono il marketing manager di un'azienda che si occupa di telecomunicazioni, piacere! Quali pensi che siano le strategie di comunicazione sul web irrinunciabili per un'impresa?
In realtà io non possiedo competenze specifiche, derivanti da studio approfondito della materia, ho imparato a conoscere i social media sul campo, ma forse qualcosa ho imparato. La strategia deve puntare ad un obiettivo, il sito web in genere, che deve essere curato e con il marchio ben riconoscibile. I social media devono essere utilizzati solamente se veramente necessari, non bisogna abitarli per forza tutti, ma quelli utilizzati devono seguire la metrica giusta, non devono vendere direttamente, il loro scopo è e deve essere solo quello di interagire e se possibile far conoscere. La strategia deve essere ordinata e consistente, basata anche sull’analisi e lo studio delle statistiche, ma l’aspetto più importante sarà sempre legato alla cura delle relazioni, esattamente come accade nel mercato tradizionale.

Quale pensi che sarà il futuro della comunicazione online?
Il futuro, ma già il presente, ci mostra uno scenario nel quale le persone si affidano ai social network per fare le proprie scelte di spesa. Un’azienda non pronta a cogliere quest’opportunità è destinata a perdere grosse fette di mercato.

Quale posto troveranno i freelance in questo scenario futuristico?
Nell’ambito della comunicazione, i freelance saranno molto preziosi, in quanto, a differenza dei lavoratori dipendenti legati ad una sola azienda, si troveranno a dover reinventare ogni volta nuove strategie, in nuovi ambienti e mercati. Il bagaglio d’esperienza derivante li renderà molto duttili e adattabili a qualunque esigenza del cliente.

Un'ultima domanda: che cos'è per te la felicità?
Per me la felicità è quando il cuore ti batte forte senza controllo, può derivare da tante cose, dalla famiglia, dall’amicizia, dall’amore, dal riconoscimento nel lavoro…..


L'intervista è finita! Grazie mille per il tuo contributo. Fare la tua conoscenza è stato davvero piacevole ed il tuo contributo sarà utile ai lettori di QuiCopy. Ora che ti conosciamo, ti terremo d'occhio! A presto.


Letture consigliate

Per conoscere meglio Ibrido Digitale potete leggere questo post in cui illustra il progetto Co-winning® al quale partecipa attivamente. Un'iniziativa che la dice lunga sulla personalità di Matteo e la sua estrema disponibilità ad intessere relazioni sincere anche sulla rete.


E voi, cosa ne pensate?

Probabilmente molti di voi conosceranno già Matteo, altri invece no. Insomma, cosa ne pensate di questo Ibrido Digitale? Siete d'accordo con lui quando parla del futuro della comunicazione?

2 commenti:

  1. Non conoscevo Matteo. Sui social network ha ragione, le aziende, oltre a cogliere questa opportunità, dovrebbero monitorare i vari social per conoscere cosa pensa la gente dei loro prodotti.

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    Risposte
    1. Ti ringrazio per il commento :)

      Matteo è una persona davvero speciale e il suo modo di utilizzare i social, instaurando dei legami veri che vanno oltre la rete, è assolutamente coinvolgente!

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