martedì 12 marzo 2013

Scrivere sul web o per il web?

Oggi vorrei condividere con voi una riflessione che è nata a seguito della lettura di un guest post di Sara Durantini apparso qualche tempo fa sul blog Penna Blu. Nell'articolo l'autrice parla di scrittura sul web, riconoscendo ad essa un ruolo fondamentale: quello legato alla pubblicazione di informazioni che si svilupperanno anche grazie all'interazione con gli utenti.



Scrivere sul web o per il web, qualche riflessione

Come vi dicevo questo articolo trae spunto dalle parole di Sara Durantini che definisce la scrittura sul web un'attività in divenire, tracciando alcune linee guida essenziali da seguire: brevità, ipertestualità, multimedialità e interattività. Un post chiaro e ben fatto che è stato uno stimolo di riflessione interessante.

A mio avviso, infatti, è possibile fare una distinzione di significato – che non vuole, però, esprimere un giudizio di valore – tra due espressioni che spesso vengono utilizzate come sinonimi: scrivere sul web e per il web. Solitamente tendo a soffermarmi sul senso delle parole impiegate, una sorta di deformazione professionale che mi spinge a cercare di comprendere la vera essenza che si cela dietro un'espressione. In questo caso credo si possa definire in maniera precisa la differenza tra le due frasi, o meglio quelle sfumature che ritengo le caratterizzino.

Scrivere sul web

Con questa espressione penso ci si possa riferire alla scrittura e pubblicazione di contenuti in rete. Un'attività che viene svolta senza una finalità ben precisa, per il piacere di condividere le proprie passioni, esperienze e conoscenze. Un'attività per tutti perché chiunque può dire la sua e far sentire la propria voce sul web, il media più democratico e libero a nostra disposizione.

Scrivere per il web

In questo caso, invece, credo si possa parlare della redazione di contenuti che vengono scritti per essere reperiti non solo dagli utenti, ma anche dai motori di ricerca. Prodotti della nostra creatività che lasciano percepire un valore a chi li legge. Ecco, questa a mio avviso è un'attività per pochi, o meglio è un atto consapevole e volontario che pone l'accento non solo sul nostro bisogno di comunicare, ma anche sul lettore, sul destinatario dei nostri scritti.


Scrivere sul web e per il web, 3 obiettivi comuni

Ho operato questa distinzione non per farne un attributo di valore, ma anzi per sottolineare come credo sia importante soffermarsi su alcuni aspetti che questi due tipi di scrittura indirizzata al web hanno in comune. Infatti sia che si tenga un blog per passione (come accade nel caso di QuiCopy, per esempio) o che lo si faccia per comunicare in maniera professionale, credo che alla base della propria presenza in rete debbano essere sempre presenti 3 obiettivi fondamentali.

#1 – Unicità

    Scrivere e pubblicare i propri contenuti in rete significa regalare una parte di sé ai propri lettori, proporre qualcosa che nasce dai nostri sforzi intellettivi e che deve essere unico e rappresentativo della nostra personalità. Quando si scrive un articolo destinato alla rete si deve sempre tenere presente il rispetto per i lettori, per la loro attenzione e per il tempo che ci dedicano. Per questo è necessario offrire loro contenuti unici, che parlino di noi attraverso un linguaggio semplice e comprensibile.

#2 – Valore

    Un articolo in rete rappresenta una lettura che viene fatta consapevolmente, una scelta specifica dell'utente verso un determinato autore. Quindi, anche se teniamo un blog per diletto, dobbiamo sempre pensare al lettore, alla sua disponibilità nei nostri confronti e alla necessità di costruire per lui contenuti che effettivamente gli conferiscano un valore aggiunto, che siano utili e autentici.

#3 – Responsabilità

    Personalmente sono convinta che quando si sceglie di pubblicare i propri scritti sul web si assume una responsabilità precisa verso gli altri. Con la pubblicazione, infatti, ci rendiamo disponibili ad un atto di condivisione di informazioni che non può prescindere dall'attenzione verso il destinatario. Scrivere testi per il web significa cercare di offrire al lettore il miglior contenuto possibile, operare uno sforzo verso di lui per cercare di soddisfare le sue necessità specifiche.


Scrivere per il web, alcuni consigli

Posto che, secondo me, la dicotomia che oggi abbiamo individuato non dovrebbe esistere vorrei proporvi 5 consigli che ritengo possano essere utili per chiunque intenda scrivere testi per il web.

  1. Non limitarsi mai al proprio punto di vista, ma chiedersi cosa vuole il nostro lettore. Come dico sempre: la rete è di tutti e per tutti. Un ambiente in cui comunicare non deve essere un'attività a senso unico, ma trasformarsi in condivisione e confronto.

  2. Apprendere le regole di base per la redazione di testi destinati al web. Uno studio piuttosto semplice da intraprendere che non richiede sforzi elevati, ma ci permette di offrire ai nostri lettori contenuti più facilmente fruibili e piacevoli.

  3. Ascoltare, comunicare e confrontarsi. Queste credo siano le tre azioni principali da porre in essere in rete. Un approccio aperto e disponibile verso gli altri utenti che ci permetterà di rispondere meglio alle esigenze di chi è disposto a leggerci.

  4. Non sottovalutare mai la forza dei messaggi che lanciamo. Quando scriviamo un post, anche se di taglio personale, penso si debba sempre tenere a mente che questo scritto potrà essere letto da un pubblico notevolmente vasto che sulla base di esso avrà modo di riflettere e sviluppare opinioni proprie. 

  5. Interrogare, se possibile, il lettore chiedendogli quale percezione ha di noi attraverso i nostri scritti, quale valore effettivamente riesce a coglierne. Insomma, iniziate a pensare alla vostra scrittura per il web come un'attività che richiede unicità, valore e responsabilità.


Letture consigliate

Oggi vi consiglio di approfondire la questione leggendo un articolo scritto dall'amica Rachele Muzio per il blog di Francesco Gavello. In questo guest post l'autrice offre alcuni validi suggerimenti per scrivere contenuti di qualità destinati al web.


E voi, cosa ne pensate?

Secondo voi ha senso la distinzione che ho individuato tra le due espressioni? In base ad essa, potete affermare di scrivere sul web o per il web? Perché è importante conferire unicità e valore ai propri contenuti? Pensate anche voi che pubblicare scritti in rete sia un atto di responsabilità?


Image by: JR3 (stock.xchng)

12 commenti:

  1. Penso che la distinzione abbia senso.
    Se uno scrive in rete, è responsabile di ciò che scrive, non perché si sappa che è lui ad aver scritto, ma perché semplicemente lo scrive.

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    1. Ciao Davide,
      ti ringrazio.

      Anch'io penso che si debba sempre essere responsabili di quello che si scrive e che sia necessario rispettare il proprio lettore. Solo in questo modo, a mio avviso, è possibile redigere contenuti davvero utili e di valore.

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  2. Certo che ha senso, soprattutto vedo una grande differenza tra blog personali e blog con finalità più professionali. Come ho avuto modo di dire anch'io sul mio post, ormai il blog lo può fare chiunque, anche senza grandi capacità informatiche ma anche di scrittura. Mi capita di leggere dei post veramente insipidi, pieni di errori di scrittura, punti esclamativi dappertutto: mi riferisco soprattutto al mondo dei foodblog, dove basta metterci una ricetta e una foto, il resto è un optional.
    Purtroppo questo proliferare di blog rende inflazionato questo modo di usare il web, perché siti e blog veramente validi non sono molti e vanno cercati in una marea di contenuti disparati.
    Per quanto mi riguarda, cerco alla meglio di unire le due cose. Posso anche scrivere di me stessa e di quello che faccio, però non dimentico mai che ho dei lettori, e che pretendono magari da me qualcosina di più di quello che ho mangiato ieri sera o di dove sono andata a spasso. Quando faccio un post serio, su un museo o un luogo, oltre a fare fotografie, mi documento moltissimo e scrivo con cognizione di causa, magari per aiutare chi poi ci andrà: il fatto che ci riesca bene è confermato da tutte le mail che mi arrivano per ringraziarmi dei consigli o chiedermi altri particolari, o anche chi mi ha scritto di essersi stampato tutte le mie pagine su Parigi e averle usate come guida turistica personale.
    I tuoi post sono sempre interessanti e danno luogo a molte riflessioni!
    Laura

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    1. Ciao Laura,
      ti ringrazio per i complimenti e per il commento!

      In effetti, curare i contenuti anche, e soprattutto, in funzione del lettore credo sia fondamentale. Probabilmente è l'unico modo per ottenere consensi e credibilità.

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  3. Ciao Cristiana, intanto ti ringrazio per avermi citata :) Concordo quando parli di responsabilità, ne ho parlato una settimana fa (riprendendo un discorso fatto precedentemente) nel mio blog proprio a proposito del new journalism digitale (usando l'espressione di Filloux). La responsabilità sta nel fatto che bisogna tener conto del rispetto verso il lettore (parlo al singolare perché potrebbe essere anche una sola persona che ci legge, ciò non toglie quanto detto). E anche qua, ovviamente, penso alle parole del direttore di Ethical Journalism Network: "accuracy, reliability, impartiality, respect for humanity and the audience". Un po' il concetto che esprimeva Laura e che molti di quelli che vogliono fare informazione sembrano aver dimenticato.
    Sul fatto invece della differenza tra scrivere sul web e per il web ho qualche dubbio. Mi spiego. Parecchi mesi fa, ormai quasi un anno, al primo incontro nazionale di giornalismo digitale tenutosi a Firenze, parlando con Mario Tedeschini Lalli (una breve intervista che poi è stata confluita nel mio blog proprio all'interno dei post dedicati all'incontro) lui disse che chiunque può fare giornalismo, oggi. I social media hanno sdoganato un modo di lavorare che, fino a un po' di tempo fa, era per pochi. Ma. Perché c'è un ma. Ci sono delle regole da seguire, delle lezioni da imparare altrimenti si scivola in quella che spesso chiamo la trappola dell'approssimazione. Che poi, a ben pensarci, non sono cose nuove. E si tratta proprio della cura dei contenuti (citazione e attribuzione della fonte), documentazione e studio approfondito di un argomento da trattare, oltre all'importanza di offrire degli strumenti al lettore in modo che possa approfondire ed integrare la notizia. Quando vedo il rispetto di queste norme non mi viene da far distinzioni.

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    1. Ciao Sara,
      figurati per la citazione: era doverosa visto che dal tuo post è nata questa riflessione.

      Io credo che chiunque possa scrivere sul web ma che, proprio in virtù della responsabilità di cui si fa carico pubblicando, debba curare i propri contenuti in modo tale che essi risultino redatti per il web.

      Concordo con te sulla necessità di formarsi rispetto alle basi della comunicazione digitale, che segue logiche precise e definite. Detto questo, sono anche convinta che chiunque possa fare informazione online. Non nel senso giornalistico del termine, del quale discuterò in un post nelle prossime settimane, ma intendendo con informazione la costruzione di articoli e contenuti volti alla condivisione delle conoscenze. Contenuti che abbiano come scopo quello di arricchire il lettore, di offrirgli una parte del nostro sapere.

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  4. Hai ragione, le espressioni sono differenti, anche se credo che Sara intendesse comunque la scrittura per il web come redazione di testi facilmente leggibili e anche rintracciabili in rete.

    Scrivere sul web è come dici alla portata di tutti: non importa in quel caso conoscere la natura del web.

    I consigli che dai sono comunque utili a chiunque: anche se stai scrivendo senza interessi professionali, lo fai per farti leggere e trovare, dunque vale la pena scrivere come si deve.

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    1. Avevo capito cosa intendeva dire Sara, era piuttosto chiaro nel guest post pubblicato sul tuo blog.

      Questa, infatti, è una riflessione ulteriore su due tipi di espressioni che credo differiscano tra loro anche se le si usa come sinonimi :)

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    2. Si è vero, tendo ad usarli come sinonimi :) Forse sbaglio, ma come dicevo al momento non vedo differenze.

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    3. Beh sai, la mia è una deformazione professionale: tendo a concentrarmi sul significato delle parole e delle espressioni per trovare quelle più appropriate. Per questo, spero sia chiaro che la mia non è affatto una critica rispetto all'impiego che ne hai fatto tu, un impiego che è piuttosto diffuso e condiviso.

      Semplicemente pensavo fosse necessario operare una distinzione di forma e contenuto di due espressioni che, per loro stessa natura, differiscono sensibilmente. Quello che ne deriva non è un giudizio di valore. Figurati, lavoro con e per il web proprio perché consente quel grado di libertà e sperimentazione che ritengo essere fondamentali. Detto questo, sono convinta che il punto centrale della questione sia solo uno: se pubblico i miei contenuti sul web devo rendere conto di essi al mio lettore, devo fare in modo che siano comprensibili e utili.

      In questo senso ognuno, sia che si diletti nella gestione di un blog personale o che si occupi professionalmente di scrittura per il web, dovrebbe concorrere ad immettere in rete contenuti di qualità. Altrimenti penso sia inutile discutere della pochezza delle informazioni in rete se poi non si fa nulla per cambiare la situazione.

      Ma sai, io sono un'idealista e mi piace pensare che le cose possano sempre cambiare e migliorare, se necessario. Per questo, appena posso, tratto temi che reputo importanti: credere che il mio lettore possa trarre da essi uno spunto di riflessione utile rende meno frustrante la mia attività da blogger che, altrimenti, troverei vuota e poco funzionale. Ma questo è un altro discorso :)

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  5. Hai fatto una giusta distinzione. Hai fatto bene anche ad indicare le caratteristiche comuni tra i due modi.

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    1. Ciao Lucia,
      ti ringrazio per la visita e il commento! :)

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