Gli avverbi, usi e funzioni
Gli avverbi sono una
parte del discorso che serve ad accompagnare un verbo, un aggettivo o
un altro avverbio per modificarne o specificarne il significato. Ed è
proprio in virtù delle loro funzioni che possono essere suddivisi in
due grandi categorie.
- Gli avverbi qualificativi (detti anche di modo o di maniera), che servono ad attribuire una qualità ulteriore al termine a cui si riferiscono (es. tutti instancabilmente impegnati).
- Gli avverbi determinativi, che indicano o specificano una circostanza esterna all'azione (es. improvvisamente sparisce!).
Gli avverbi di modo
Rientrano in questa
categoria gli avverbi che servono a indicare il modo in cui si
svolge l'azione. Questi rispondono sempre alle domande Come?
In che modo? In quale maniera? e rappresentano il gruppo più
numeroso.
Generalmente si formano
aggiungendo il suffisso -mente all'aggettivo qualificativo
(es. alacremente), ma possiamo trovarne alcuni in -oni
(es. cavalcioni, carponi, penzoloni).
Locuzioni avverbiali
Le locuzioni avverbiali
sono formate da un gruppo di parole che insieme svolgono le
stesse funzioni degli avverbi. Esse possono essere costituite
da:
- preposizione e aggettivo (es di recente, in basso);
- preposizione e sostantivo (es. in mezzo, a caso);
- avverbio e avverbio (es. or ora);
- aggettivo e aggettivo (es. pian piano);
- sostantivo e sostantivo (es. terra terra).
Gli avverbi determinativi
Come abbiamo detto,
questi avverbi servono a specificare qualcosa che avviene al di
fuori dell'azione. Possiamo suddividerli in 8 gruppi
ulteriori:
- Avverbi di luogoRispondo alle domande Dove? In quale luogo? e servono a indicare il luogo in cui si svolge l'azione, o nel quale si trova qualcuno o qualcosa. Ecco i più diffusi: qui, qua, quaggiù, quassù, lì, là.
- Avverbi di tempoCi dicono in quale momento si è svolta l'azione, rispondendo alle domande Quando? In quale tempo?. Questi sono i più noti: adesso, subito, ora, prima, dopo, poi, domani, oggi, sempre, mai, spesso.
- Avverbi di quantitàIndicano una misura specifica o una quantità. Rispondono sempre alle domande Quanto? In che misura?. I più comuni sono: poco, niente, parecchio, molto, tanto, quanto, meno, più, così, quasi, abbastanza.
- Avverbi di paragoneVengono usati per illustrare una somiglianza o un paragone. I più comuni sono: così e come.
- Avverbi di negazioneServono a negare quanto espresso dal verbo. I più diffusi sono: nemmeno, non, neanche, neppure, né.
- Avverbi di affermazioneAffermano l'azione indicata dal verbo rafforzandola. Quelli più utilizzati sono: certamente, sicuro, sicuramente, sì, certo.
- Avverbi di aggiunzioneVengono impiegati per aggiungere qualcosa a un verbo. Ne sono esempi: inoltre e pure.
- Avverbi di dubbioServono per indicare un dubbio rispetto all'azione espressa dal verbo. Quelli più comunemente utilizzati sono: probabilmente, forse, eventualmente.
I gradi di comparazione degli avverbi
Proprio come gli
aggettivi, anche gli avverbi hanno 3 gradi di comparazione:
- Positivo – es. tardi, poco, anticamente;
- Comparativo – es. più tardi, meno, più anticamente;
- Superlativo – es. tardissimo, pochissimo, antichissimamente.
Esistono poi degli
avverbi che che possono assumere delle desinenze diminutive o
accrescitive. Alcuni esempi sono: bene, benino,
benone; poco, pochino; male, maluccio,
malaccio.
Letture consigliate
Ecco un post
dal blog Scrittori indipendenti che ci dice perché è necessario
fare attenzione agli avverbi.
E voi, cosa ne pensate?
Fate spesso ricorso agli
avverbi? In fase di revisione di un testo vi capita mai di eliminare
qualche avverbio che ritenete superfluo?
Quando rileggo faccio attenzione all'uso degli avverbi, perché capita che ne usi troppi, specialmente quelli che finiscono in -mente e causano spesso rime brutte a leggersi.
RispondiEliminaPure io ne abuso spesso, anche quando non sarebbe necessario, e il risultato è pessimo!
EliminaNon sempre li elimino, però, perché ci sono casi in cui si rivelano piuttosto utili.