mercoledì 10 aprile 2013

Quando il content marketing non funziona

Abbiamo già discusso parecchie volte dell'importanza dei contenuti in rete. Leve del web marketing che diventano fondamentali per chiunque – azienda, blogger o professionista – decida di affacciarsi sulla rete dotandosi di una strategia mirata ed efficace. Oggi vorrei approfondire la questione cercando di analizzare i casi in cui il content marketing non funziona, così da evitare di ripetere questi errori.



Il potere dei contenuti in rete

Occuparsi di content marketing, ovvero di gestione dei contenuti, permette di raccontarsi agli utenti dando vita a un percorso che miri a coinvolgerli e a renderli partecipi del nostro progetto. Questo penso dovrebbe essere l'obiettivo fondamentale di chi fa dei contenuti una delle leve centrali su cui puntare.

Sono 5 i motivi principali che mi spingono a fare quest'affermazione. Infatti, sono convinta che i contenuti e, quindi, la loro gestione siano utili per una strategia di web marketing organica e produttiva perché:
  • sono veri e propri strumenti di dialogo;

  • sono strategici;

  • favoriscono il confronto;

  • aiutano a lavorare sull'identità aziendale e a stimolare la fiducia degli utenti;

  • permettono di entrare in contatto con il nostro target di riferimento.

Sono queste le ragioni che mi fanno credere che il content marketing non dovrebbe mai essere sottovalutato. Come ogni azione di marketing digitale, infatti, anch'esso dovrebbe partire da un'attenta fase di studio e analisi, e fondarsi su una strategia da monitorare e implementare nel tempo.

Spesso, però, questo non accade. O meglio, si sottovaluta il potere dei contenuti concentrandosi unicamente sull'ottenimento di riscontri e risultati nel breve periodo. Un errore che rischia di vanificare i nostri sforzi e, anzi, di recare enormi danni intaccando la percezione che i lettori hanno di noi.


6 motivi per cui il content marketing non funziona

Per fare in modo che i nostri contenuti funzionino e coinvolgano il pubblico non è sufficiente seguire le regole di scrittura per il web. Così come non basta concentrarsi sui trend del momento, impacchettando testi e immagini col solo scopo di attirare gli utenti. Di seguito ho individuato 6 motivi per i quali la gestione dei contenuti non funziona. Una serie di atteggiamenti che rendono il content marketing inutile e controproducente.


#1 – Scarsa considerazione delle esigenze degli utenti

L'abbiamo ripetuto parecchie volte: per soddisfare i lettori non dobbiamo unicamente concentrarci su temi caldi e tendenze del momento. Quello che conta, a mio avviso, è offrire contenuti che nascano dalle loro esigenze specifiche, possibilmente anticipandole. Conoscere a fondo la propria nicchia significa saper impostare una strategia di content marketing naturale e spontanea. Secondo me è meglio evitare forzature, perseguendo i propri obiettivi senza eccessiva ostinazione. Quello che conta è la credibilità. Elemento che se viene a mancare, a fronte di un'esasperata ricerca del risultato immediato, fa perdere fiducia al lettore.


#2 – Assenza di un obiettivo

La gestione dei contenuti, come abbiamo detto, è una leva del web marketing piuttosto efficace. Per questo essa può e deve essere inserita all'interno di una strategia di comunicazione digitale completa. Solo così può garantirci di ottenere dei risultati duraturi, che ci permetteranno nel medio-lungo periodo di consolidare i traguardi raggiunti.


#3 – Disinteresse verso le dinamiche di comunicazione digitale

Una buona gestione dei contenuti non può prescindere da un'accurata conoscenza delle dinamiche di comunicazione del web. Un ambiente che segue regole ben precise e nel quale ci si deve muovere rispettandole, facendo propri i meccanismi che lo alimentano. Non seguirle, anche nella progettazione dei contenuti, significa costruire dei prodotti che finiranno per confondersi con le centinaia che si possono facilmente reperire in rete e, quindi, passare completamente inosservati.


#4 – Interesse di un ritorno immediato

In parte l'abbiamo già detto. Concentrarsi unicamente sul raggiungimento di un risultato immediato non aiuta una strategia di content marketing, anzi la penalizza. Questo perché, come ogni azione di web marketing, anche la gestione dei contenuti deve passare attraverso una pianificazione step-by-step, che contempli traguardi di breve, medio e lungo periodo. È nella distanza, infatti, che possiamo confermare i risultati ottenuti traendo beneficio dal rapporto di scambio e fiducia costruito con gli utenti.


#5 – Mancanza di credibilità

Non mi stancherò mai di ripeterlo: la credibilità è l'elemento fondamentale dal quale partire per creare campagne di comunicazione che generino risultati concreti e vantaggiosi. Senza essa i contenuti risultano vuoti, poco attraenti. A poco servono la scrittura persuasiva e la SEO che possono permettere di ottenere un riscontro nell'immediato, ma non aiutano certo – da sole – a costruire una reputazione online solida e convincente.


#6 – Nessuna storia da raccontare

I contenuti aiutano a raccontarsi, a narrare la propria storia generando empatia e coinvolgendo il lettore. Una strategia di gestione dei contenuti che non contempli lo storytelling si trasforma in un insieme di fatti e notizie prive di sostanza. Nozioni fredde che mettono distanza tra noi e gli utenti. Un errore tra i più gravi, secondo me, perché non fa leva su uno dei vantaggi offerti dal content marketing. Quello di sensibilizzare il lettore, di farlo affezionare alle nostre storie avvicinandolo al mondo che narriamo, di cui diventa uno dei protagonisti.



Conclusioni

Quella di oggi è un'analisi delle principali cause del fallimento di una strategia di content marketing. Atteggiamenti nei quali si rischia di cadere se sottovalutiamo il potere di questa leva del web marketing. A mio avviso, infatti, ogni elemento di un progetto di comunicazione digitale deve essere ben ponderato e finalizzato al raggiungimento di precisi obiettivi. Inutile pensare di attirare gli utenti offrendo loro contenuti ben confezionati, ma privi di sostanza. L'importante è ascoltare le loro esigenze e fare in modo di generare prodotti credibili e coinvolgenti.



Letture consigliate

Quello che vi consiglio di leggere oggi è un post di Benedetto Motisi scritto per Webhouse. Un ottimo articolo in cui il noto SEOJedi illustra un caso studio che ci dimostra come sia possibile ottenere buoni risultati di posizionamento puntando sul content marketing.



E voi, cosa ne pensate?

Secondo voi, quali sono le cause del fallimento nella gestione dei contenuti? In caso di errore è possibile rimediare? Come?

Image by: brandter (stock.xchng)

14 commenti:

  1. Oltre gli errori già citati, io inserirei anche:
    - mancanza di comunicabilità: la capacità di farsi capire dai lettori. Ho letto post in cui non ho capito nulla;
    - impossibilità o difficoltà a commentare: si vedono blog e siti in cui non è possibile inserire commenti oppure bisogna essere iscritti per forza a Facebook per commentare;
    - eccessiva polemica: specialmente aziende e professionisti dovrebbero evitare di fare spesso polemica e attaccare questo e quello;
    - linguaggio volgare: nel sito di una casa editrice ho letto parolacce. Credono di essere alternativi, ma in realtà sono cafoni;
    - trasparenza: chi è che scrive? Non parlo di pagine web statiche, ma di articoli. Riportare nome e cognome rafforza l'immagine dell'autore e crea fiducia nel lettore.

    Per ora mi viene in mente solo questo :)

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    1. E bravo Imperi! Grazie :)

      Sì, anche gli errori che hai citato tu sono più che condivisibili.
      Ecco, per esempio, anche a me capita di riscontrare quella che definisci mancanza di comunicabilità. Quando accade mi chiedo da cosa nasca e se non sia io a non comprendere. Non riesco mai a darmi una risposta valida, però.

      D'accordissimo sulla trasparenza, che è fondamentale, e sulla difficoltà nel lasciare commenti che rende molto difficile lo scambio di idee.

      Polemica e linguaggio volgare non sono certo gradevoli, se eccessivi, ma ci sono blog costruiti ad arte su queste direttrici. Dunque, in alcuni casi hanno una loro logica.

      Ecco,vedi, la polemica è un argomento interessante... ci scriverò un post, grazie!

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    2. Aspetto il post sulla polemica, il mio esce il 7 maggio ;)

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    3. Ah, ne hai scritto uno anche tu? :)

      Beh, ma il mio calendario editoriale sta diventando piuttosto caotico dopo le ultime modifiche... non riesco a dare una priorità sensata ai post.

      Sai che faccio? Aspetto il tuo e poi vedo che farne.

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    4. Non è che mi tocca scrivere un post sulla priorità dei post da pubblicare? :D

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    5. Accetti post su richiesta, Imperi? :)

      Beh, nel caso, queste sono le mie domande:
      - se il calendario editoriale è già fissato ma dai commenti arrivano input per nuovi post, questi hanno la precedenza perché sono più "freschi" o li metti in coda?
      - se hai idee che coprono la programmazione fino all'anno successivo, come ti comporti con i nuovi stimoli?
      - nel mio caso specifico ho tutti i giorni coperti da rubriche fisse, ma ho notato che mi limita perché ci sono temi che esulano da esse. Ha senso pubblicarli nel pomeriggio, oppure è meglio lasciarsi un giorno "libero" da rubriche vincolanti?
      - su quali criteri ti basi per definire le priorità?

      Mi fermo qui. Vedi tu cosa farne di queste domande ;)

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    6. Certo, accetto post su richiesta :)
      Ti rispondo però in privato, poi capirai perchè ;)

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    7. D'accordo.
      Allora preparo una lista di post che vorrei scrivessi :P

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    8. Una lista addirittura, Tumedei? :D

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    9. Ohi Imperi, sei stato tu a dire che accetti post su richiesta... ora sono affari tuoi, no? :D

      Sto scherzando, Daniele. Però qualche idea in mente l'avrei sul serio, ti scrivo in privato se vuoi.

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  2. Mi sono fermato a riflettere sui punti 4 e 6. Interesse di ritorno immediato e mancanza di una storia. Credo che siano i problemi più frequenti e difficili da gestire. Quando parliamo di ritorno immediato, non è necessariamente economico. Anche in termini di visite, nuovi follower, commenti, molti (anch'io ci ho provato a lungo) cercano tutte le strade per aumentare subito i numeri delle loro statistiche, di far decollare il blog. Il non riuscirci è motivo di scoraggiamento. Giustamente il progetto va pianificato sul lungo termine e costruito poco alla volta. È davvero difficile ottenere risultati nel breve termine. E poi, la seconda questione. Dietro ogni blog deve esserci una storia. Quando ho aperto il blog, l'ho fatto con una forte motivazione, avevo un romanzo da scrivere. Quindi qualcosa dietro c'era. Penso che ognuno abbia una ragione più o meno forte per aprire un blog. È ben più difficile esprimerla, coinvolgendo il lettore. Non so perché, anche parlare di noi stessi (la cosa più semplice che esista) diventa complicatissimo. O almeno, farlo nel modo giusto, perché non mancano gli inguaribili narcisisti. Bell'articolo, Cristiana, mi sta facendo pensare molto. Continuo a riflettere in privato...

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    1. Ciao Nicola e benvenuto!

      Innanzitutto ti ringrazio per i complimenti, che sono sempre fonte di soddisfazione.

      Sono d'accordo: i punti 4 e 6 sono centrali per la gestione dei contenuti. Soprattutto per un blog il progetto, come dici bene tu, deve essere pianificato sulla base di obiettivi frammentati nel tempo. Ma è certamente nel lungo periodo che si possono concretizzare.

      Per quanto concerne la storia anche questa è centrale per un blog. Infatti, è importante che questo muova da un progetto ben definito con motivazioni riconoscibili e, se possibile, esplicitate.

      Ora ti lascio continuare la riflessione in privato, grazie della visita!

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    2. Sono convinto che il punto 2 sia il più sottovalutato: l'obiettivo.
      Malgrado la mia esperienza in materia, limitata ma in crescita, credo che l'esperienza di lettura di un contenuto, sia esso inserito in un articolo di un blog o in una pagina aziendale, cerchi inizialmente il confronto.
      Tanto più il contenuto favorisce il confronto e stimola il ragionamento, tanto più si crea quell'empatia necessaria a fidelizzare un lettore...la storia ci insegna che il confronto è l'energia che stimola la crescita di una cultura, ma attenzione, bisogna governarlo con saggezza e lungimiranza.
      Complimenti per l'articolo

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    3. Ciao Luca, benvenuto sul blog.

      Hai ragione favorire e stimolare il confronto dovrebbe essere uno degli obiettivi centrali nella gestione dei contenuti. Farlo non è semplice, perché spesso si rischia di non lasciare spazio al lettore. Riuscirci, però, permette certamente di entrare in contatto con lui, creando una sorta di legame.

      Grazie per i complimenti, sei gentile!

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