martedì 23 aprile 2013

Scrivere i contenuti di una brochure

Vorrei abbandonare per un attimo il web e le questioni legate alla scrittura digitale per dedicarmi al cartaceo. Più volte, infatti, parliamo dell'importanza delle regole di scrittura per i testi destinati alla rete soffermandoci sulle questioni legate allo stile e all'organizzazione dei contenuti. Anche il materiale promozionale offline necessita di testi ben curati e realizzati secondo direttrici precise. Per questo vorrei analizzare insieme come redigere i contenuti di una brochure.



La brochure, strumento di comunicazione

Iniziamo ad affrontare il tema di oggi con un approccio che spero aiuterà anche i non addetti ai lavori a trarre giovamento da questa lettura. La brochure è uno strumento di comunicazione cartaceo, simile a un depliant o a un opuscolo, che serve a descrivere chi siamo e cosa facciamo. Uno strumento perfetto per i libero professionisti che possono sfruttarlo per raccontare ai possibili clienti di cosa si occupano in modo originale e accattivante.

Oggi non ho intenzione di annoiarvi con un post troppo tecnico che, probabilmente, non sarebbe nemmeno in linea con il piano editoriale di QuiCopy. Quello che intendo fare, invece, è raccontarvi come credo sia meglio procedere quando si è chiamati a scrivere i contenuti di una brochure.


La brochure, quali caratteristiche deve possedere?

Gli elementi che consentono a una brochure di essere uno strumento efficace e produttivo
a mio avviso sono 7. In particolare, una brochure dovrebbe essere:
  1. chiara;
  2. esaustiva;
  3. sintetica;
  4. coinvolgente;
  5. d'effetto, ma non esagerata;
  6. coerente con la nostra brand-identity;
  7. efficace.

Per fare in modo che questo si verifichi, possiamo seguire alcuni accorgimenti.
  • Utilizzare elenchi puntati o, comunque, paragrafi brevi con titoli e sottotitoli accattivanti e immediati;

  • rispettare l'immagine coordinata esistente (soprattutto per quanto concerne logo, colori e font selezionati);

  • aggiornare la brochure ogni volta che lo riteniamo necessario.

Queste piccole attenzioni ci aiutano a non perdere di vista l'obiettivo principale di una brochure: quello di trasmettere a chi legge la nostra identità e i punti di forza che ci caratterizzano.


Come si scrive una brochure?

Rispondere a questa domanda non è affatto semplice perché implica un'analisi del singolo caso. Insomma, l'idea che sta alla base di questo strumento di comunicazione è di rappresentare al meglio il suo protagonista – azienda o freelance – attraverso un linguaggio e uno stile consono ai valori che intende trasmettere. Per questo ho deciso di citare 3 approcci che penso siano utili al copywriter che si occupa per le prime volte di questo prodotto.
  1. Mood istituzionale
    Questo è l'approccio più tradizionale alla brochure. Quello che consente di fare leva sulla professionalità del suo protagonista e sui plus che lo differenziano dalla concorrenza. In questo caso saremo chiamati ad adottare uno stile di scrittura pulito, semplice e lineare.

    Lo stesso varrà per l'apparato grafico che dovrà colpire il destinatario, trasferendo al contempo una sensazione di serietà e competenza tangibili.

    Il mio consiglio, se decidete di optare per questa soluzione, è quello di evitare troppi fronzoli, anche a livello lessicale. Scegliete le parole in base alle sensazioni, ai valori che intendete trasmettere. 

  2. Mood creativo
    Se pensate di poter azzardare, pur rispettando le finalità della brochure come strumento di comunicazione, allora sarete più liberi di utilizzare un tono meno formale e serioso rispetto al caso precedente. Come fare?

    Per esempio ricorrendo a metafore o giochi di parole, costruendo un percorso che accompagni il lettore durante la lettura di tutte le pagine della brochure. In questo caso sarà bene uniformare anche la grafica, dandole un taglio originale e d'impatto. 

  3. Mood visual-emozionale
    Mi sono permessa qualche libertà nel definire questa soluzione che altro non è se non una variante intermedia delle precedenti. Un compromesso istituzional-creativo che rende la vostra brochure sì professionale, ma con un taglio originale.

    In questo caso potreste propendere per due soluzioni: scegliere di puntare sull'impatto visivo – attraverso una grafica accattivante e testi chiari e lineari – o su quello emozionale. Nella seconda ipotesi sarete chiamati a creare un percorso di parole che saranno le vere protagoniste di questo strumento e la grafica fungerà da cornice.


Conclusioni

Come ogni progetto di comunicazione, anche la brochure necessita di uno studio approfondito per fare in modo che si trasformi in uno strumento utile ed efficace. Il copywriter deve riuscire a tradurre in un linguaggio persuasivo e coinvolgente i punti di forza del cliente, definendo una precisa linea da seguire. Non considerare questi aspetti rischia di portarci fuori strada e di non essere in grado di comunicare con convinzione il messaggio.



Letture consigliate

Un articolo non proprio recente, ma sempre valido, pubblicato sul blog del Gruppo Santa Fe. Nell'articolo alcuni utili suggerimenti per creare una brochure efficace.


E voi, cosa ne pensate?

Credete che le brochure possano essere considerate validi strumenti di comunicazione per un'azienda o un professionista? Come vi muovete per scriverne i contenuti? Procedete sulla base di un preciso progetto di comunicazione o vi affidate alle regole tradizionali di redazione?

10 commenti:

  1. Interessante e mi ha dato un'idea che ti mostro poi in privato.
    Ho visto alcune brochure, in passato, ma devo dire che non mi hanno colpito molto. Alcune erano davvero arrangiate, altre fin troppo promozionali. Ok che deve servire per mostrare ciò che fa l'azienda o il professionista, ma credo debba essere un elenco delle caratteristiche ma delle potenzialità. Non so se mi sono spiegato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti sei spiegato e penso di condividere quanto dici.

      Aspetto l'idea in privato :)

      Elimina
    2. "ma credo NON debba essere un elenco delle caratteristiche ma delle potenzialità." :)

      Elimina
  2. E qui entra in merito chi vuole promuovere se stesso, come scrittore ad esempio. Più in generale mostrare una professionalità specifica. Nell'offerta dei propri testi, e/o di servizi che hanno a che fare con l'editoria. Quindi all'interno degli indicatori dati, è necessaria una relazione tra ciò che si offre e la propria storia che rende attendibile l'insieme delle proprie competenze.

    Evitare il rischio della svendita. Quindi si può supporre che è valido ciò che offro, e attendibile come lo propongo. La brochure più efficace è quello che lo dice subito, in una prima lettura di due o tre frasi . O no?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, io credo si debba puntare sull'immediatezza del messaggio. Un mix grafico e testuale efficace e coinvolgente.

      Elimina
  3. Proprio oggi, in un negozio, ho preso una brochure e ho notato un bell'errore ortografico... "qual'è...".
    Ecco, senza voler fare la maestrina, mi son cascate un pò le braccia.
    Forse potrei pensare ad un errore dovuto al fatto (ma è un'ipotesi) che l'azienda in questione non è italiana, e chi ha scritto la brochure potrebbe aver fatto quell'errore perchè non di madrelingua italiana.
    Però credo che a certi livelli, ci sia anche bisogno di un controllo finale per escludere errori di qualsiasi tipo.

    E dopo aver fatto questa critica, spero che nonci siano errori grammaticali nel mio commento! ;)
    Siccome è l'ora della nanna dei bambini, non ho tempo per rileggere..ò
    ciao!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Chiara,
      hai ragione: errori e refusi si trovano spesso sulle brochure. Un bel problema, se pensi che queste servono a comunicare l'identità aziendale.

      Come dici giustamente tu, si percepisce una certa trascuratezza che non fa bene all'immagine aziendale.

      Poi mi devi spiegare qualche trucco sulla nanna dei piccoli, la mia proprio non vuole cedere al sonno :D

      A presto!

      Elimina
  4. Ho un po' di familiarità con questo argomento, in quanto la realizzazione delle brochure è, come "Product Marketing Manager", una delle mie attività. Spesso purtroppo all'interno di un'azienda bisogna fare i conti con le tante (troppe) teste pensanti che ritengono di avere diritto all'ultima parola. Questo capita in particolar modo all'interno delle multinazionali, dove alcuni ruoli chiave sono in mano a gente che dovrebbe fare tutt'altro. E i risultati ahimè sono spesso sotto gli occhi di tutti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti i brainstorming non sempre scaturiscono in risultati positivi.

      Essendo molto legata al modus operandi delle agenzie di comunicazione, credo che la coppia creativa (copywriter e art director) aiuti sempre.

      Ben vengano il confronto e lo scambio di idee, ma dev'essere qualcuno di competente a definire la fattibilità del progetto. Sono d'accordo con te.

      Elimina

Caro lettore, commentando dichiari di aver letto e accettato la privacy policy di questo blog.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.