venerdì 31 maggio 2013

Il periodo ipotetico nella lingua italiana

Come sapete, la rubrica sulla grammatica di QuiCopy si sta dedicando all'approfondimento dei casi particolari della lingua italiana. Oggi, però, vorrei occuparmi di un argomento rispetto al quale rilevo notevoli errori sul web: la costruzione del periodo ipotetico. Un tema scontato per alcuni che, però, è oggetto di brutture ed impieghi davvero bizzarri.



Il periodo ipotetico, a cosa serve?

Il periodo ipotetico è quella particolare costruzione grammaticale che ci permette di esprimere una condizione che non si avvererà con certezza. Normalmente questo costrutto si presenta composto di due parti principali. Vediamo un esempio:

Se oggi ci fosse il solePROTASI 
(la proposizione condizionale del periodo ipotetico)
andremmo al mareAPODOSI 
(è la reggente, quella che conferisce un senso compiuto alla precedente, altrimenti lasciata in sospeso)

Questa è la costruzione normale del periodo ipotetico che, però, possiamo formare anche invertendo le due parti che lo compongono (es. Andremmo al mare, se oggi ci fosse il sole). Questo ci fa capire che protasi e apodosi sono strettamente correlate tra loro, tanto che il modo e il tempo verbale impiegati nell'una dipendono da quelli utilizzati nell'altra.


Come costruire il periodo ipotetico

Esistono tre tipi di periodoi ipotetici che si differenziano in base al grado di probabilità dell'azione. Ognuno segue regole ben precise che è bene conoscere per non rischiare di sbagliare.


1° tipo – Periodo ipotetico della realtà

Se devi dimagrire mangia meno cioccolata.

Nel periodo ipotetico di primo tipo i verbi sono sempre espressi all'indicativo. Si tratta di un costrutto che rispecchia una scelta stilistica dell'autore. Esso, infatti, esprime la certezza che l'azione si verifichi. Si tratta, quindi, di una semplice formalità, perché siamo sicuri di quanto stiamo asserendo.


2° tipo – Periodo ipotetico della possibilità

Se volessi dimagrire mangeresti meno cioccolata.

Col periodo ipotetico di secondo tipo, invece, esprimiamo la possibilità che un'azione si realizzi. Quella che facciamo è un'ipotesi, di cui non conosciamo l'esito effettivo. Per questo troviamo il congiuntivo nella protasi e il condizionale nell'apodosi. Facciamo attenzione, però, perché in alcuni casi è concesso l'utilizzo dell'indicativo (es. Se vuoi dimagrire mangia meno cioccolata), per conferire maggiore immediatezza a quanto esprimiamo. In sostanza, è come se dicessimo che percepiamo quanto stiamo affermando come non molto distante dalla realtà.


3° tipo – Periodo ipotetico dell'irrealtà

Se avessi voluto dimagrire avresti mangiato meno cioccolata.

Il periodo ipotetico di terzo tipo, infine, viene utilizzato per esprimere l'assoluta improbabilità che un'azione si verifichi. Ancora una volta i modi da utilizzare sono il congiuntivo nella protasi e il condizionale nell'apodosi. La certezza rispetto all'irrealtà di quanto espresso è tale in quanto si tratta di una cosa assurda o già passata. Quindi non è possibile in alcun caso utilizzare l'indicativo.


Eccezioni e usi particolari

Vediamo ora una serie di eccezioni o usi particolari legati al periodo ipotetico.
  1. La protasi può essere introdotta non solo dal se, ma anche da espressioni come dato che, nell'ipotesi che, qualora, posto che. (es. Qualora andassimo in gita al mare, potresti procurare un ombrellone). Quando questo accade si tratta sempre di possibilità. Quindi tali costrutti non possono essere impiegati nel periodo ipotetico di primo tipo.

  2. Si parla di proposizioni condizionali implicite quando troviamo il verbo all'infinito introdotto da a o a patto di (es. Verrei solo a patto di sentirti cantare), il gerundio (es. Comprando un cellulare avresti modo di essere reperibile ovunque) oppure il participio (es. Preparato a dovere potrebbe superare l'esame).

  3. In alcuni casi il periodo ipotetico ammette che una delle due parti (più spesso la protasi) sia sottintesa (es. Comincerei subito, cioè comincerei subito se avessi il materiale necessario).

  4. La protasi a volte può essere usata sotto forma di proposizione relativa (es. Un bambino, che rispondesse così, sarebbe davvero maleducato).

  5. La protasi è definita proposizione eccettuativa quando è introdotta da espressioni come tranne che, a meno che, salvo che (es. Ti comprerei un libro, a meno che tu no preferisca un DVD). Questa situazione si verifica soprattutto in periodi ipotetici del secondo tipo, quando vogliamo esprimere un'eccezione rispetto a quanto detto nella reggente.



Letture consigliate

Oggi vi propongo un articolo sul periodo ipotetico che ci presenta anche un esercizio per metterci alla prova.


E voi, cosa ne pensate?


Ricordavate le regole per la costruzione del periodo ipotetico? Vi è mai capitato di sbagliarne l'utilizzo? Quanto spesso impiegate questi costrutti?  

5 commenti:

  1. Non ricordavo assolutamente queste regole, o meglio la nomenclatura :)

    Direi che in genere non ho problemi, ma qualche volta è capitato che in certi periodi da costruire mi sia trovato in difficoltà, specialmente nel capire se dovevo usare il congiuntivo o il condizionale.

    Buoni questi post di approfondimento.

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    1. Ti ringrazio :)

      A volte la scelta di modi e tempi può causare difficoltà, è vero. Per questo ripassare non fa mai male ;)

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  2. Io non sono mai riuscito a studiarlo, se non in altre lingue! Questo articolo mi serve proprio

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    1. Ciao Davide,
      mi fa piacere che questo post ti sia utile :)

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  3. Grazie per il "ripasso", cito Loredana Bertè: Libera me ne andrei, tanto tu stai con lei ;)

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