venerdì 10 maggio 2013

Le congiunzioni – Guida alla grammatica italiana di base

Eccoci all'ultimo appuntamento con la guida alla grammatica italiana di base. Nelle settimane precedenti abbiamo affrontato diversi temi, cercando di definirli in modo chiaro e immediato. Oggi chiuderemo la serie occupandoci delle congiunzioni.



Le congiunzioni, uso e classificazioni

Le congiunzioni sono quella parte invariabile del discorso che serve a collegare tra loro due parole o due proposizioni. E sono suddivisibili in due grandi categorie.
  1. Le congiunzioni coordinative, che collegano tra loro due singole parole (es. voi loro, fiori e api) oppure due proposizioni indipendenti (es. mi accorsi di aver dimenticato l'ombrello, ma ormai ero lontano da casa).

  2. Le congiunzioni subordinative, che servono a collegare due proposizioni dipendenti l'una dall'altra, ovvero di cui una è subordinata all'altra (es. vediamo come organizzi la partenza).

Un'altra classificazione possibile è quella che riguarda le cosiddette locuzioni congiuntive, cioè delle parole che insieme svolgono le medesime funzioni delle congiunzioni (es. vale a dire, anche se).

Per comprenderne meglio la natura, procediamo analizzando le singole categorie.


Le congiunzioni coordinative

In questo primo gruppo di congiunzioni rientrano 6 diverse tipologie. Quindi, parleremo di congiunzioni:
  1. copulative, che uniscono due parole di importanza uguale (es. Marco e Anita);

  2. disgiuntive, che servono a indicare un'alternativa (es. puoi studiare prima o dopo pranzo), una contrapposizione (es. studiate o non studiate?), un'incertezza (es. non sappiamo se studiare adesso o dopo) oppure una corrispondenza (es. dovete studiare queste o quelle pagine, è uguale);

  3. avversative, che mettono in relazione due termini che sono in contrapposizione tra loro (es. si può parlare, ma si deve studiare);

  4. dimostrative, che congiungono due proposizioni quando la seconda di esse serve a spiegare la prima (es. saremo da voi sabato, infatti partiremo venerdì);

  5. conclusive, quando uniscono due proposizioni di cui la seconda conclude la prima (es. è un uomo piuttosto risoluto, dunque è inutile cercare di fargli cambiare idea);

  6. correlative, che servono a collegare tra loro due proposizioni (es. in sostanza, o si riflette o si parla).


Le congiunzioni subordinative

In questa categoria rientrano ben 11 sotto gruppi differenti. Dunque, avremo le congiunzioni:
  1. finali, che introducono una proposizione che va a spiegare lo scopo della prima (es. mi guardò, affinché gli suggerissi la risposta);

  2. consecutive, che servono a introdurre una subordinata in cui è espressa la conseguenza della reggente (es. è talmente occupato che non ha un minuto libero);

  3. causali, introducono una secondaria che ci dice la causa di quanto sostenuto nella principale (es. mi ritiro dal gioco siccome la fortuna non gira);

  4. temporali, quando precedono una subordinata in cui sono espresse le circostanze temporali relative alla reggente (es. quando si ascolta, non si parla);

  5. concessive, servono a introdurre una secondaria in cui troviamo indicate circostanze contrastanti rispetto alla reggente, senza però limitarne lo svolgimento (es. nonostante amassero il lago, decisero di trascorrere la domenica in riva al mare);

  6. condizionali, quando sono anteposte a una subordinata in cui troviamo le condizioni per le quali si verifica l'azione espressa nella principale (es. sarebbero rientrati a casa, qualora avesse iniziato a piovere);

  7. dichiarative, introducono una subordinata soggettiva o oggettiva (es. ci ha intristiti scoprire che Fabio ha lasciato la squadra); 

  8. interrogative, quando introducono una proposizione in cui è espresso un dubbio o una domanda indiretta (es. vedremo se ve la caverete quando non avrete più il nostro aiuto);

  9. modali, introducono una secondaria in cui è indicato il modo in cui si realizza l'azione espressa nella principale (es. la tollerava come si fa con un estraneo);

  10. limitative ed eccettuative, precedono una subordinata in cui troviamo una limitazione o un'eccezione a quanto espresso nella reggente (es. chiedeteci quello che volete fuorché di copiare); 

  11. comparative, indicano una secondaria stabilendo una sorta di paragone con la principale (es. si sentì felice come mai prima in vita sua).

Nota Bene

Come avrete notato il che può essere usato come congiunzione in numerosissimi casi. Allo stesso modo, però, svolge anche la funzione di pronome relativo. Quindi bisogna prestare molta attenzione al modo in cui lo si usa.

Per poter distinguere efficacemente i due casi, quando avete dei dubbi, vi consiglio di provare a sostituire il che con un altro pronome relativo (come il quale, la quale, i quali, le quali). Se questo non è possibile siamo certi di trovarci in presenza di una congiunzione (es. il ragazzo che mangiava un panino aveva le guance sporche di salsa/il ragazzo il quale mangiava un panino aveva le guance sporche di salsapronome relativo; è meglio che studiate ancora/è meglio il quale studiate ancoracongiunzione).



Letture consigliate

Quali sono gli errori di grammatica più comuni sul web? Ce lo spiega Marina Bisogno in un guest post scritto per Web house. Una ripasso veloce e immediato delle regole principali legate ad apostrofi, accenti e molto altro.


E voi cosa ne pensate?

Fate spesso ricorso alle congiunzioni? Cercate di variarle o utilizzate sempre le stesse?

6 commenti:

  1. Le uso, anche se qualche volta in revisione mi accorgo che alcune sono di troppo. E cerco di variarle, anche.

    C'è da dire che molti confondo il "ché" inteso come "poiché" o "perché" con il "che" o, peggio forse, usare "piuttosto" in modalità disgiuntiva, il che è un errore.


    Ci saranno altri post sulla grammatica? Hai scritto che è l'ultimo, magari hai intenzione di approfondire il discorso.

    Idea, se ti piace ovvio: creare una sorta di serie di post legati a questa guida, con esercizi utili originali, tipo trova l'errore o altro. Beh, l'ho buttata lì :D

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    1. Ciao Imperi,
      anche a me capita spesso di utilizzare troppe congiunzioni. Quando succede cerco di eliminarle, ma non sempre riesco a essere efficace.

      La rubrica del venerdì sulla grammatica continua, ovvio. Dalla prossima settimana mi dedicherò alle particolarità della lingua e alle eccezioni. Insomma, a tutti quei casi in cui può nascere un dubbio.

      Per completare questa guida, che pensavo di raccogliere in un "ebook" come ho fatto per web marketing e blogging, sono già pronte una serie di risorse. Devo solo decidere se e come pubblicarle.

      La tua idea mi piace. Ci penserò su e vedrò se riuscirò a farne nascere qualcosa di utile. Grazie.

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    2. Particolarità e eccezioni sono interessanti, bella idea ;)

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    3. "Piuttosto che" merita la palma di espressione snob del millennio.

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    4. Vero, ormai si sente ovunque. Anche su questa espressione è pronto un post che uscirà in estate ;)

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