mercoledì 15 maggio 2013

Quando il nostro profilo racconta chi siamo: poche parole per emozionare

Un guest post di Roberto Savino

 

La società sta cambiando e con essa i gusti dei consumatori, i loro stili di vita.

Condizionati dall’evoluzione dell’ambiente che li circonda e dai continui progressi nello stato della tecnica i consumatori avvertono nuove esigenze, cercano nuovi beni in grado di soddisfare i propri bisogni. 
 
Sfida ardua quella cui sono chiamate le imprese.


Il tutto avviene ad un ritmo incessante, a tratti insostenibile e il rischio è quello di essere trascinati dagli eventi, diventando spettatori inermi. 
 

In un simile contesto è necessaria flessibilità, efficienza, differenziazione; quando tutti gli schemi saltano la parola chiave è: CREATIVITÀ. Non basta soddisfare i bisogni esistenti; la sfida che siamo chiamati ad affrontare e di crearne di nuovi. 
 

Il discorso non vale solo per le imprese ma ricomprende tutti gli operatori che abitano il mondo del lavoro. Così come l’impresa vende i suoi prodotti, e per farlo ha bisogno di promuoverli e pubblicizzarli, allo stesso modo noi vendiamo la nostra immagine
 

Siamo noi il prodotto da promuovere. 
 

Siamo imprenditori di noi stessi.


Il nostro compito è fare in modo che il consumatore avverta il bisogno di “acquistarci”. Dobbiamo essere la soluzione di un suo problema: soddisfare un suo bisogno. Dobbiamo essere artefici del nostro destino; spetta a noi gestire capacità e competenze per essere in grado di cogliere le opportunità che si celano dietro l’angolo o trasformare in possibilità di successo le minacce sempre in agguato.


Ma in base a cosa il consumatore orienta i propri acquisti? Cosa spinge le persone ad interagire con noi e non con altri?


Nel promuovere un prodotto non si può prescindere dalle risposte a questi interrogativi.


Passeggiando per il centro di una città possiamo osservare numerosi negozi; ci fermiamo a guardare le vetrine ma solo in alcuni entriamo, a seconda delle nostre esigenze; se abbiamo fame entriamo in un ristorante, se vogliamo comprare dei vestiti in un negozio di abbigliamento. 
 

Ma cosa ci spinge ad entrare in un ristorante piuttosto che in un altro? 
 

Probabilmente perché è ben apparecchiato, di bell’aspetto ed è affollato. Questo mi fa presumere che sia di qualità e che si mangi bene. L’aspetto, il modo in cui il locale si presenta spingono ad entrarci.

Ebbene il nostro profilo è come un ristorante, soltanto se ben apparecchiato attira clienti. 
 

Basta un occhiata affinché il nostro interlocutore si faccia un’idea di chi siamo. 
 

In questo contesto assume rilievo la nostra immagine intesa non quale mera foto del profilo ma quale “ritratto” interiore ed esteriore di chi siamo. La foto mostra il nostro aspetto, ma è la descrizione che diamo di noi, il modo in cui scriviamo, cosa scriviamo che estrinsecano il nostro modo di essere e ci differenzia dagli altri. Dagli argomenti trattati si evincono i nostri interessi. Ad esempio io non potrei mai scrivere articoli sul tennis perché non è lo sport che preferisco, non lo conosco a fondo. E quand’anche lo facessi sarebbe il risultato di un copia/incolla spudorato. Potrei però scrivere di calcio, la mia passione più grande. E qui si noterebbe la differenza. Non mi serve scopiazzare articoli altrui perché mi riuscirebbe tutto spontaneo.


Diventa pertanto importante costruire in modo accurato ma allo stesso tempo veritiero la nostra reputazione sul web. Bastano poche parole per attirare l’attenzione dei lettori, una frase o semplicemente una parola che siano rappresentative di noi stessi, che rimangano impresse nella mente delle persone, attirando la loro attenzione.


Questo articolo è il risultato di una di una mia riflessione su alcune email che mi arrivano da Twitter.

Mi vengono suggerite delle persone che potrei seguire. Spesso la lista è lunga e allora cerco di selezionarle. Inevitabilmente guardo la foto del profilo e subito dopo la loro descrizione. In base a questo scelgo chi seguire e chi no e immagino che lo stesso facciano gli altri quando “incappano” nel mio profilo.


Il social network in questione non ci permette di essere prolissi nel descriverci e nel twittare. Solo poche parole e in base ad esse raccontiamo noi stessi. Proprio così! Ognuno di noi ha una storia da raccontare, si tratta solo di farlo nel miglior modo possibile.


In fondo “un libro si giudica dalla copertina”.


Personalmente non utilizzo criteri particolari di scelta, mi affido all’istinto, alle emozioni che un profilo, così come costruito, suscita in me. 
 

Proprio ieri visitandone uno sono rimasto colpito da una frase.


Recitava così: “Se vuoi seguirmi fai pure ma sappi che non conosco la strada” (cit. Paolo Iabichino).

Ovviamente il criterio di scelta è puramente soggettivo, spesso empatico; probabilmente altri avrebbero ignorato ciò che è stato un fattore determinante per la mia scelta. 
 

Per la serie: “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.




Come si costruisce un profilo che attiri l’attenzione delle persone?

Ci sono diversi modi per crearne uno appetibile e alcune regole base molto utili. Ma da un punto di vista emozionale io credo che la regola migliore e più semplice da seguire sia essere se stessi con i propri pregi e difetti, con i propri interessi e passioni. Credo sia questo il principale fattore di differenziazione.
In fondo non siamo dei robot. Quando leggiamo qualcosa è perché ci emoziona. Ed emozionare è proprio quello che dobbiamo fare. 
 

Soltanto dopo aver composto la nostra storia scegliamo una copertina che attiri il lettore, ma soprattutto in grado di rappresentarne il contenuto.





Letture consigliate 

Per approfondire questo tema vi consiglio di leggere l'articolo: “6 comandamenti per gestire la tua reputazione online”, di Cinzia Di Martino.



E voi, cosa ne pensate?


Voi quale copertina avete deciso di indossare? E quali criteri seguite (o mi consigliereste di seguire) per orientare le vostre scelte?




Il guest blogger


Roberto Savino. Sin da piccolo la mia passione più grande, il mio primo amore è stato il calcio. Riguardando le mie vecchie foto non ne ho trovata una in cui non fossi in compagnia di un pallone. Ed ancora oggi non posso farne a meno. Amo lo sport e praticarlo, non solo guardarlo in tv. I mie interessi non si limitano però soltanto a questo. In generale sono molto curioso, ho molti interessi, ma sono anche molto pigro.  
Scrivo per hobby, sempre alla ricerca dell’ispirazione giusta. Più che altro è un modo per informarmi; per scrivere articoli attendibili devo prima leggere ed apprendere. La mia esperienza sul web è recente e ho ancora molto da imparare anche se credo di poter migliorare. Mi piace osservare il comportamento delle persone, capire ciò che ci spinge ad agire in determinati modi,ciò che orienta le nostre scelte; studiando economia poi non posso prescindere da questo.




2 commenti:

  1. Essere se stessi è la via migliore per mostrarsi nel web. Nel mio profilo, nella pagina Chi sono del blog, ho scritto una pagina che possa essere informativa al massimo su ciò che mi piace e che è ovviamente inerente al blog.

    Su twitter mi baso anche io sulla prima impressione che mi dà la descrizione, deve colpirmi, ma in questo caso tutto è soggettivo.

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    Risposte
    1. Ciao Daniele,
      anch'io nel blog ho una sezione dedicata e potendo gestire gli spazi risulta tutto più semplice. Purtroppo Twitter è un social di poche parole e allora ognuna di esse può diventare importante.

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