Eccoci al primo appuntamento con la
nuova rubrica Lavoro Freelance. Come scrissi nel post che ne annunciava la nascita, questo appuntamento vuole rappresentare
l'occasione per approfondire i temi legati al lavoro autonomo in
tutte le sue sfaccettature.
Nelle prossime settimane, infatti,
affronteremo vari argomenti. Da quelli più tecnici, agli aspetti
pratici e legali. Cercheremo di fare il punto sulle possibilità che
il web offre a tutti coloro i quali scelgono di liberarsi dalle
catene del lavoro dipendente – o che sono costretti a farlo –
perseguendo progetti ed aspirazioni personali.
Chi è il lavoratore autonomo?
Essere un lavoratore autonomo, oggi,
sembra costituire una scelta molto diffusa. Vuoi per la crisi
imperante che richiede una rivalutazione del mondo del lavoro, vuoi
per l'esigenza di alcuni di costruirsi un proprio percorso che sia
svincolato da legami, o più semplicemente per la necessità di
adattarsi ad un sistema in continua evoluzione. Qualunque sia la
motivazione che li spinge, sono moltissimi i professionisti che
scelgono di intraprendere questa strada.
Un percorso tutt'altro che facile, che
ci porta a confrontarci con tutta una serie di difficoltà e
problematiche particolari. Essere lavoratori autonomi, infatti,
significa trasformarsi in imprenditori di se stessi. Non ci si deve
più preoccupare solo di svolgere al meglio il lavoro, ma anche di
reperire clienti, curare tutte le fasi della trattativa e perdersi
nei meandri degli aspetti fiscali e tributari.
Il freelance, quindi, è un
professionista che deve necessariamente formarsi per poter fare i
conti con una realtà difficile che spesso rischia di fagocitarlo.
Moltissimi freelance, per esempio, si trovano a dover affrontare
lunghe riunioni con il commercialista per cercare di capire quale
modello di fattura scegliere, come tenere nota dei documenti
contabili, quali spese scaricare.
Senza dimenticare il tempo trascorso
alla ricerca di nuove commissioni e quello impiegato per curare le
relazioni con clienti e colleghi. Poi c'è il tempo da dedicare
all'attività vera e propria che, se vogliamo, deve essere svolta in
maniera ancora più accurata perché da essa dipende la soddisfazione
del cliente e la possibilità che questo si rivolga nuovamente a noi
in futuro.
Diciamocelo, il freelance è una sorta
di funambolo sempre impegnato a trovare il giusto equilibrio nello
svolgimento del lavoro. Proprio in uno dei primissimi post di
QuiCopy, ho tentato di affrontare la questione delineando il profilo
del moderno freelance. In quell'occasione presentai le
caratteristiche che ogni lavoratore autonomo dovrebbe possedere.
Oggi, invece, vorrei fare il punto insieme a voi sulle prospettive e
le primissime questioni da affrontare quando si sceglie la libera
professione.
Collaborazione occasionale o partita iva?
Quando decidiamo di intraprendere la
carriera come freelance una delle primissime cose da fare è valutare
l'apertura di una posizione iva. Normalmente, questo appare essere un
passaggio obbligato, ma non sempre è così. Soprattutto all'inizio,
quando ancora non si è sicuri delle prospettive future del percorso
che ci accingiamo ad intraprendere.
Per questo, a meno che non stiate
pensando di aprire una ditta individuale o una società, il mio
consiglio è quello di valutare seriamente l'eventualità di muovere
i vostri primi passi come prestatori d'opera occasionale.
La prestazione occasionale
In questo senso, potrete svolgere
lavori su commissione che saranno soggetti ad una ritenuta d'acconto
del 20% sull'importo totale. Voi sarete tenuti ad emettere tale
ricevuta, mentre il committente si impegnerà a versare al fisco –
a vostro nome – le trattenute previste. Questa formula permette al
lavoratore autonomo di operare anche per più committenti all'anno,
purché non superi l'ammontare totale di 5000 euro di guadagni.
Questa soluzione è piuttosto valida
per chi muove i primi passi come freelance, ma anche per un
lavoratore dipendente che intende arrotondare lo stipendio con
qualche attività extra. Nel secondo caso, verificate sempre che nel
vostro contratto non sia previsto il divieto di concorrenza. In
alcuni casi, infatti, è esplicitamente segnalata l'impossibilità da
parte del dipendente di svolgere qualsiasi altra attività che possa
essere intesa come concorrenziale rispetto a quella dell'azienda
presso cui è impiegato.
La prestazione occasionale, quindi, può
essere una valida scelta che permette di iniziare a lavorare
autonomamente senza dover affrontare l'apertura di una partita iva ed
il conseguente disbrigo delle pratiche burocratiche annesse.
La partita iva
Se il vostro reddito supera i 5000 euro
annui ed intendete svolgere un'attività come libero professionista,
allora siete certamente tenuti ad aprire una posizione iva. In questo
caso è bene rivolgersi ad un commercialista per ottenere tutte le
informazioni necessarie. Infatti, sarete chiamati a scegliere con cura
il codice più adatto alla vostra attività ed il regime fiscale a
cui intendete sottoporvi.
Entrambi i passaggi non sono così
complicati, ma per essere certi di non sbagliare è opportuno fare
riferimento ad un consulente che sappia offrirvi i giusti consigli.
In quell'occasione sarà importante informarsi circa le modalità di
registrazione delle operazioni contabili (fatture, eventuali bolle,
documenti di credito, ecc.) e delle tassazioni a cui sarete
sottoposti. Vedrete che una volta ottenute queste prime dritte, gli
adempimenti fiscali appariranno più chiari e semplici da affrontare.
Conclusioni
Se avete deciso di avventurarvi nei
meandri del lavoro autonomo, non potrete certo fare a meno di
confrontarvi con tutta una serie di aspetti tecnici piuttosto spinosi
e controversi. Soprattutto per chi, come me, non è avvezzo a numeri
e statistiche. Nei prossimi appuntamenti, quindi, condividerò con voi quanto
ho appreso dalla mia esperienza come freelance. Inoltre
approfondiremo l'interessante mondo del web, scoprendo quali
prospettive future offre ai lavoratori autonomi.
Letture consigliate
Se volete farvi un'idea più chiara e
completa di cosa sia il lavoro autonomo e di come esso venga regolato
dal nostro ordinamento, potete consultare questa pagina di Wikipedia.
E voi, cosa ne pensate?
Come avete iniziato a muovere i primi
passi come lavoratori autonomi? Ritenete che la prestazione
occasionale possa rappresentare un'opzione valida all'apertura di una
posizione iva?
Io non sono mai riuscito ad aprire una partita IVA, con ben 3 tipi di lavoro con cui mi propongo.
RispondiEliminaSapevo della soglia dei 5000 euro, secondo me molto bassa per giustificare i costi di una partita IVA, che poi prevede anche varie altre tasse da pagare, fra cui quella a fondo perduto sugli studi di settore. 5000 euro sono 400 euro al mese. Se pure fosse alzata la soglia a 10000 euro, sarebbero 800 euro al mese, che sono sempre pochi per viverci adesso.
Grazie per il commento! :)
EliminaIn effetti, la soglia dei 5000 euro è piuttosto bassa. Anche se oggi con il regime dei minimi hanno tentato di arginare il problema.
Penso che seguirò i post con molta attenzione...
RispondiEliminaCiao Davide, mi fa piacere!
EliminaSpero troverai informazioni utili nelle prossime settimane :)
Salve, il post è molto interessante ed h trovato molte risposte che cercavo, anche se volevo chiedere delle delucidazioni: sono insegnante e dovrei aprire un caf (del sindacato), le due professioni sono compatibili e che cosa mi consigliate per la partita iva? Grazie
RispondiEliminaSalve, la ringrazio per i complimenti.
EliminaPurtroppo non sono una commercialista e non posso esserle d'aiuto. Se ha già verificato l'assenza di clausole limitative nel suo contratto di lavoro, credo sia opportuno rivolgersi direttamente a un'associazione di categoria o al sindacato di riferimento.
Conoscevo anch'io la questione dei 5000 euro. Ma il mio commercialista afferma che il limite dei 5000 è da intendersi per signolo committente.
RispondiEliminaSecondo lui quindi io potrei emettere ricevute fino a 5000 per ogni distinto cliente per cui lavoro.
Significa che se nel corso dell'anno svolgo 3 prestazioni occasionali per 3 differenti clienti potrei arrivare a "fatturare" fino a un max di 15000 (5000 x3) euro.
Chi ha ragione?
Ciao Alessio,
EliminaTi consiglio di dare un'occhiata sul sito dell'INPS( http://www.inps.it/portale/default.aspx?itemdir=5764) qui trovi alcune informazioni importanti.
Mi spiace, ma il limite dei 5000 euro è complessivo. Tale soglia vale anche per più committenti, ossia resta fissa.
Questo, infatti, è il limite massimo per poter non aprire una posizione Iva. Il mio consiglio è di verificare meglio, magari puoi chiedere un parere direttamente all'INPS o alle associazioni di categoria.
alessio valsecchi il tuo commercialista ha ragione. L'inps chiaramente specifica www.inps.it/portale/default.aspx?itemdir=5764. il reddito di 5000 complessivi è preso in considerazione solo per l'esenzione contributiva.
Eliminal'obbligo di aprire la partita iva è legato al carattere di stabilità (non occasionalità dell'attività) e non strettamente ad un limite reddituale
EliminaIO vorrei aprire una ditta indivviduale come spazzacammino, ho i requisiti per vere dei fondi per avviare sta azzienda?? e come
RispondiEliminauna persona senza partita iva per prestazione occasionale ad un azienda cosa deve emettere?basta la ricevuta fiscale generica o serve altro?GRAZIE
RispondiEliminaPensionato con circa 18000 reddito annuo,posso lordo effettuare il lavoro autonomo senza partita iva?grazie
RispondiElimina