Eccoci ad un nuovo appuntamento con la
Guida alla Grammatica Italiana di Base. La scorsa settimana
abbiamo fatto il punto sull'uso degli ausiliari. Oggi, invece,
proseguiremo analizzando più approfonditamente il verbo e le sue
coniugazioni regolari.
Le tre coniugazioni regolari del verbo nella lingua italiana
Come ben sappiamo i verbi regolari
possono essere suddivisi in tre grandi coniugazioni, sulla base delle
loro desinenze all'infinito. Oggi avevo pensato di proporvi una
carrellata delle tre coniugazioni, con tanto di tabelle riepilogative
per mettere in luce le desinenze e ripassare insieme l'argomento. In
realtà, mentre scrivevo, mi sono posta il problema di capire quanto
questo metodo potesse essere efficace.
La mia esperienza in campo accademico e
didattico, infatti, mi ha insegnato che non sono solo le regole ad
essere importanti. Un ruolo chiave, infatti, è giocato dalle
eccezioni, dalle particolarità di una lingua. Questo perché
credo siano più facilmente memorizzabili, in quanto permettono di
fissare meglio nella mente dei casi specifici.
Quindi ho deciso di costruire il post
di oggi proprio attorno le particolarità delle tre coniugazioni.
Invece se siete interessati ad una tabella classica, che mostri tutte
le desinenze dei verbi regolari, vi rimando a questa pagina.
Prima coniugazione (-are), particolarità
Ecco tre particolarità dei verbi
regolari del primo gruppo (quelli che all'infinito terminano in -are)
che, a mio avviso, è bene tenere a mente.
- I verbi che finiscono in -care o -gare devono aggiungere una h davanti a tutte le desinenze che iniziano per e oppure i, così da lasciare inalterato il suono gutturale della c o della g. esempi di questa particolarità sono i verbi pagare (es. io pago, tu paghi) oppure affrancare (es. egli affranca, tu affranchi).
- Situazione diversa con i verbi in -sciare, -giare, -ciare. In questo caso la lettera i non fa realmente parte del tema del verbo, ma serve solo per facilitare la pronuncia. Quindi, essa rimane sempre prima di desinenze che iniziano per a oppure o (es. io lancio, noi mangiamo), ma si elimina prima di e oppure i (es. io mangerei, tu lasci).
- Infine, i verbi che terminano in -gnare si coniugano normalmente e richiedono la i solo quando questa fa parte della desinenza (es. io sogno, noi sogniamo).
Seconda coniugazione (-ere), particolarità
La seconda coniugazione mostra molte
meno eccezioni rispetto alla precedente. Infatti, in questo caso
anche se i verbi che ne fanno parte possono terminare in -ere
accentato (come nel caso di temere) o non accentato (come in
credere), la loro coniugazione non cambia.
La sola particolarità che mi sento di
menzionarvi è quella che riguarda i verbi in -cere e -gere.
Nonostante vi sia il rischio che cambi la pronuncia di c e g,
la loro coniugazione avviene sempre in modo regolare. Ne sono esempi
i verbi vincere (es. io vinco, noi
vinciamo) oppure fingere (egli finge, noi
fingiamo).
Credo che sulle coniugazioni non ho mai avuto dubbi, alle elementari ho studiato bene i verbi, vincevo perfino delle gare settimanali :)
RispondiEliminaHo problemi coi congiuntivi, invece, in qualche caso.
Beh, complimenti! :)
EliminaAnche a me divertiva molto studiare la grammatica. Eh sì, i congiuntivi possono davvero mettere in difficoltà qualche volta.
di solito non ho molto dubbi sulle coniugazioni, però laureata in lettere sto sempre molto attenta a come scrivo, e tengo sempre a portata di clic sia il dizionario normale che quello dei sinonimi: ritengo che un blog con errori di ortografia e grammatica sia una cosa inguardabile, eppure continuo a leggere strafalcioni come pò, stà, quì e quò, sò e così via, per cui ben vengano post di questo genere!
RispondiEliminaTi ringrazio, sei molto gentile! :)
EliminaIn effetti, questa guida alla grammatica italiana di base nasce proprio con l'intento di rivedere quelle nozioni che spesso diamo per scontate. E hai ragione: ci sono fin troppi blog pieni di errori insopportabili!